giancarlo giorgetti federico freni mangialavori daria perrotta galeazzo bignami

IL ROMANZO DELLA MANOVRA PIÙ FOLLE E PASTICCIATA DEL MONDO – LA LEGGE DI BILANCIO HA ATTRAVERSATO SCAZZI FURIOSI NELLA MAGGIORANZA, CON PIÙ DI 300 MODIFICHE ALLA VERSIONE ORIGINARIA, MANCE E MANCETTE – FDI E FORZA ITALIA HANNO MESSO NEL MIRINO LA RAGIONIERA DI STATO DARIA PERROTTA, FEDELISSIMA DI GIORGETTI: “FA TUTTO, TROPPO” – LA RISSA SFIORATA TRA IL FORZISTA MANGIALAVORI E IL MELONIANO BIGNAMI E LA DISCUSSIONE ALLE 3 DI NOTTE TRA IL DEPUTATO CON LA KEFIAH MARCO GRIMALDI E IL SOTTOSEGRETARIO “DANDY” FRENI…

Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per ww.repubblica.it

 

federico freni

Cosa ci fanno insieme, nella stessa aula, il deputato di Avs Marco Grimaldi con indosso una kefiah arancionera in solidarietà al popolo palestinese e il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, vestito di tutto punto in versione dandy? Alle tre di notte discutono della riformulazione dell’emendamento alla manovra numero 80.039, a firma Lega. Più soldi per il Ponte sullo Stretto.

 

Grimaldi si allenta la sciarpa e ripete quella che è oramai diventata una consuetudine nella Sala Mappamondo di Montecitorio che ospita i lavori della commissione Bilancio: “Non volevo intervenire, ma mi trovo costretto a farlo anche questa volta”. Ritornello numero 42 nelle ultime 48 ore. Quindi la richiesta a Freni: “Di che si tratta?”.

 

fabio rampelli marco grimaldi foto lapresse

Alla sua sesta tazza di tè, rigorosamente darjeeling, il sottosegretario accoglie la domanda con toni da armistizio: “Onorevole Grimaldi, qualche minuto e sarà come sempre accontentato”. Prove di pace nella lunga notte della terza legge di bilancio del governo Meloni.

 

L’Ires premiale per le imprese e poi la web tax solo per le big, ancora la riduzione delle tasse sulle criptovalute e più soldi alle scuole paritarie. Il passaggio della manovra alla Camera non è stato solo questo. È stato, anche, l’iter tormentato per l’esecutivo che ha dovuto attraversare divisioni interne e mugugni di vario tipo, oltre alle proteste delle opposizioni per le decine di testi riformulati. Più di 300 le modifiche al testo approvato dal Consiglio dei ministri a metà ottobre.

 

giancarlo giorgetti alla camera foto lapresse

Tormenti e “mancette” last minute, ma anche risse sfiorate e musi lunghi. E poi ancora cambi d’abito dopo la notte, tra lunedì e martedì, in cui Grimaldi e Freni hanno disquisito di Ponte e di tanto altro. C’è chi, come il presidente della commissione Bilancio, Giuseppe Mangialavori, il mattino seguente non è riuscito neppure a tornare a casa.

 

“Vado a lavarmi i capelli almeno”, ha bisbigliato a una sua collaboratrice in fretta e furia prima di infilarsi nel salone di Montecitorio dove i parlamentari sistemano barbe e capigliature. Lui, Mangialavori, l’arbitro della contesa tra maggioranza e opposizione. Settantadue ore di fila, insieme a Freni, fianco a fianco.

 

Gli altri sottosegretari si sono visti poco, qualche minuto o poco più. Neppure quando la manovra è arrivata in aula per l’avvio della discussione generale: tutti vuoti gli scranni del governo. E polemiche, sotto traccia, tra il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani e il collega al Tesoro, Giancarlo Giorgetti.

 

La rissa sfiorata tra Mangialavori e Bignami

Giuseppe Mangialavori

Alle cinque del mattino della lunga notte arriva il capogruppo di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami. “Presidente, diamoci una mossa”, sussurra all’orecchio destro di Mangialavori. È il momento più delicato per la manovra.

 

Il governo tratta con il Pd e Avs su alcuni emendamenti che stanno a cuore alle opposizioni. Ma da Palazzo Chigi, per interposto messaggio del ministro della Difesa, Guido Crosetto, è arrivato anche l’ordine di cestinare l’emendamento dei relatori che aumenta gli stipendi dei ministri e dei sottosegretari non eletti, equiparandoli ai colleghi che sono anche parlamentari. Per non parlare delle concessioni elettriche, che la maggioranza vorrebbe allungare fino a 40 anni, e di quelle autostradali che portano con sé la dote amara dei rincari dei pedaggi.

 

galeazzo bignami atreju foto lapresse

"Non è che ti presenti qui alle cinque del mattino e fai il bulletto”, replica Mangialavori a Bignami. Il presidente dei deputati di FdI inizia ad accusare i tecnici del Mef: “Se si dessero una mossa, magari chiudiamo questa storia”. Rissa sfiorata.

 

E discussione rinviata alla conferenza dei capigruppo che si trasforma in un “one man show” di Bignami. Nel frattempo i lavori della commissione si sono conclusi, ma gli uffici della Camera hanno bisogno di tempo per preparare il testo che sarà esaminato dall’aula. L’esponente di FdI sbotta: “Gli abbiamo dato 32 ore e ora si parla di tornare in commissione?”. […]

 

La Ragioniera e la relazione con “zero errori”

giancarlo giorgetti alla camera foto lapresse

Il terminale delle accuse di Fratelli d’Italia è lei, la Ragioniera di Stato Daria Perrotta. Fa tutto, troppo: con una mano la Ragioniera e con l’altra il capo dell’ufficio legislativo del Mef, è l’accusa che arriva anche da Forza Italia quando la riscrittura della norma sui revisori del ministero nelle società che ricevono contributi pubblici viene ritenuta ancora troppo ingombrante.

 

Sulla scrivania della Ragioniera arrivano oltre 600 emendamenti, più del doppio dei cosiddetti “super segnalati” che la maggioranza aveva promesso di selezionare tra le centinaia di modifiche sollecitate durante l’iter alla Camera.

 

Alla fine ne passano oltre 300, in tutto. Testi riscritti, anche tre volte, come quello sugli stipendi dei parlamentari. Alla fine a bollinare il lavoro della commissione Bilancio ci pensa lei: nessuna richiesta di correzione o di stralcio. Altra storia rispetto alla prima manovra del governo Meloni: allora alla Ragioneria c’era Biagio Mazzotta, poi sostituito. La matita blu e rossa aveva lasciato il segno ben 44 volte.

 

Freni, il sottosegretario in “ostaggio”

federico freni 1 foto di bacco

Quando mancano pochi minuti al voto finale in aula è il deputato del gruppo Misto, Luigi Marattin, a sdoganare “il povero ragazzo che non ha dormito per quaranta ore e che è stato sottoposto a trattamenti inumani”. Il “ragazzo”, Freni, è seduto tra i banchi del governo. “L’unico modo per fermare la manovra è rubarmi il tè”, aveva detto una settimana fa, quando la commissione Bilancio si apprestava a entrare nel vivo dell’esame.

 

Sottosegretario dai toni mariani: “Non vorrei che affidarsi a me sia confuso con l'affidarsi alla Madonna di Fatima o di Pompei. Io purtroppo ancora non moltiplico il denaro, mi sto attrezzando, pero' ancora non riesco a farlo". […]

 

Cento e una “mancetta”

la solitudine di giancarlo giorgetti tra i banchi del governo foto lapresse

Dalla commissione all’aula, la manovra ha provato a resistere all’assalto dei partiti. Ci è riuscita fino a un certo punto. Per portare a casa il risultato, infatti, il governo è stato costretto ad “allegare” alla Finanziaria una “legge mancia” per accontentare le decine di richieste che sono arrivate da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.

 

I finanziamenti arriveranno entro fine gennaio con un decreto del presidente del Consiglio perché la manovra, per legge, non può contenere micro-misure o interventi territoriali, ma poco importa. Le risorse sono state già prenotate con gli ordini del giorno, proprio alla manovra, votati dall’emiciclo di Montecitorio.

 

giorgia meloni galeazzo bignami meme by edoardo baraldi

Dai 100 mila euro per la parrocchia di Santa Maria della Grotticella di Viterbo al milione per la ristrutturazione del teatro parrocchiale di Santa Maria Assunta di Brignano a Gera d'Adda (Bergamo). E, ancora, 100 mila euro per il rifacimento del manto stradale di via Frostella a Caiazzo (Caserta) e 400mila euro per la manutenzione delle strade rurali del comune di Orune, in provincia di Nuoro. La dote più consistente ad Alessandria, città del capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari: 20 milioni, in due anni, per la realizzazione del secondo ponte sul fiume Bormida”. Più di cento le “mancette” distribuite.

 

Il “compagno” Grimaldi e le banconote dei 5 stelle

giorgia meloni e giancarlo giorgetti foto lapresse 1

La kefiah arancionera, dunque. Il deputato di Avs l’ha ricevuta da un sindaco turco commissariato da Erdogan. “L’ho avuta in dono quando ho fatto il capo delegazione di una missione di osservatori internazionale per le scorse presidenziali in Turchia, in viaggio tra i seggi del Kurdistan turco e i controlli della polizia”, ha raccontato ai suoi colleghi incuriositi dall’accessorio.

 

“Ha sopra la polvere e la speranza di chi a Kobane ha perso la vita contro Daesh, ma da anni subisce bombardamenti e rappresaglie”, ha spiegato ancora per specificare perché ha tenuto quella kefiah intorno al collo per 70 ore di fila. […]

 

 

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…