renzi pd

ROSATELLUM A SOMMA ZERO – TANTI SONO I COLLEGI UNINOMINALI CHE PRENDERA’ IL PD AL NORD: ZERO! – I RISULTATI DI UNA SIMULAZIONE RISERVATA DEL NAZARENO – PURE ETTORE ROSATO (CHE HA DATO IL NOME ALLA RIFORMA ELETTORALE) PERDE IL SEGGIO IN FRIULI 

 

Tommaso Ciriaco per la Repubblica

 

C' è un danno collaterale grande quanto mezza Italia, in questo Rosatellum targato Pd. «Lo sanno tutti che nei collegi del Nord non prenderemo neanche un seggio, o quasi ammette il senatore dem Stefano Esposito - e chi dice una cosa diversa vende cubetti di ghiaccio al Polo Sud».

ROSATELLUM PD

 

Non è pessimismo cosmico, la pensano come lui decine di potenziali candidati che in queste ore perdono il sonno per colpa di una simulazione riservata e allarmante. Commissionata da due onorevoli di centrosinistra a un funzionario del Parlamento esperto di numeri, il documento consegna un dato sconcertante: negli 85 collegi uninominali di Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria e Friuli, il Pd eleggerà 0 (zero) deputati. Certo, resta l' ampia quota proporzionale a rassicurare gli uomini di Renzi.

 

Ma lo spettro di questa debacle sopra il Po continua a tormentare i democratici: «Noi andremo molto bene - sorride sornione il berlusconiano Paolo Romani - ma la prego, facciamo passare prima la legge... Perché spaventare adesso i parlamentari del Pd?».

 

renzi alla festa per i dieci anni del pd

Quando la ministra Anna Finocchiaro annuncia in Aula la fiducia sulla riforma che manda in pensione i "Consultelli", le truppe settentrionali destinate al massacro hanno un ultimo sussulto. «Lo sanno anche i bambini che il Rosatellum favorisce la coalizione di centrodestra - spiega l' ultra dem Giorgio Tonini - per la semplice ragione che loro una coalizione ce l' hanno...». Visto allo specchio, è il ragionamento di Gaetano Quagliariello: «Non capisco ancora perché ci hanno fatto 'sto regalo. Lo sa che von Hayek parlava di presunzione fatale? Ecco, la presunzione di Renzi è l' unica spiegazione possibile ».

 

VILLAGGIO ASTERIX

Ma cosa dice la simulazione che sceglie come criterio i voti delle ultime amministrative (e dunque tiene fuori discutibilmente le liste civiche, spesso "amiche" del Pd)? Che dei 52 eletti dem nei 231 collegi uninominali a Montecitorio, neanche uno arriva dalle cinque regioni dell' asse del Nord. I dem recuperano in Emilia Romagna (8 deputati su 17) e in Toscana (9 su 14). Troppo poco per far sorridere chi è destinato alla ghigliottina.

 

C' è qualcosa di nuovo, anzi di antico in queste previsioni infauste che mortificano l' umore dei dem nordisti . C' è una questione settentrionale tornata a reclamare un conto salatissimo, dopo il successo dei referendum per l' autonomia. E sembra preludere un bis della sconfitta traumatica contro il berlusco-leghismo, nel 2001. «Ricorda gli anni ruggenti del Cavaliere, quando al Nord solo alcuni quartieri di Torino resistevano? - domanda il settentrionale di Mdp Federico Fornaro - Si parlò di villaggio di Asterix. Ecco, adesso siamo alle capanne di Asterix...».

 

ROSATELLUM

Il senatore, come il suo collega Esposito, spera solo in qualche isolato miracolo: un collegio a La Spezia, magari anche in un quartiere di Milano, forse uno pure a Mantova. «Ma no - gioca per paradosso al pompiere proprio Romani - il Pd prenderà diversi seggi in Liguria, Lombardia, Trentino... ». Sarà, ma tutti profetizzano un incontenibile "effetto Lega". «Questi sono al 15% nazionale - ricorda Esposito - quindi al 30% in Lombardia e sopra il 40% in Veneto!».

 

Al Nazareno si fanno forza con calcoli totalmente diversi. Il più accurato prevede che 26 degli 85 collegi delle famose cinque Regioni Nord toccheranno al Pd. Non un successone, ma neanche quel disastro di cui si parla. Se si considerano anche Toscana ed Emilia, poi, ben 55 deputati su 121 sarebbero renziani.

ettore rosato

 

«Nelle aree urbane del Nord ce la giochiamo spiega il costituzionalista Stefano Ceccanti -Perdiamo nelle aree caratterizzate da piccoli centri. E infatti in Veneto sarà dura».

Solo le urne diranno chi ha ragione. Una cosa, intanto, è sicura: al padre della legge Ettore Rosato è sfuggita la simulazione choc. Come spiegare altrimenti quello "zero" nella casella dell' uninominale nel suo Friuli?

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…