sergio mattarella rousseau davide casaleggio

ROUSSEAU, STORIA DI UN FALLIMENTO – SI ERA CAPITO DA SUBITO CHE SAREBBE ANDATO TUTTO A PUTTANE: LA PIATTAFORMA DEBUTTÒ IL 5 LUGLIO 2016, QUANDO FU CHIESTO AGLI ISCRITTI DI FORMULARE PROPOSTE DA PORTARE IN PARLAMENTO. AL SECONDO POSTO SI PIAZZÒ LA RIAPERTURA DELLE CASE CHIUSE – GLI ATTACCHI HACKER, I RILIEVI DEL GARANTE DELLA PRIVACY E LE DECISIONI PRESE SEMPRE E SOLO DAL CAPO, CHE PUÒ INDIRIZZARLE CON I QUESITI E ANCHE CAPOVOLGERE IL RISULTATO QUANDO È SGRADITO

Marco Imarisio per il "Corriere della Sera"

 

IL TESTO DEL QUESITO SU ROUSSEAU PER IL VOTO SUL GOVERNO DRAGHI

La tentazione di ricorrere a facili giochi di parole va sempre evitata. Ma che qualcosa potesse generare confusione fu chiaro fin dall'inizio, quando all'improvviso i bordelli divennero una priorità del M5S. La piattaforma Rousseau debuttò il 5 luglio 2016 chiedendo agli iscritti di formulare proposte da portare al più presto in Parlamento. Al secondo posto si piazzò a sorpresa la riapertura delle case chiuse.

rousseau

 

Quel risultato, accolto con qualche sconcerto dai vertici di allora, non scalfì la mitologia nascente della struttura tecnologica che all'epoca si definiva Sistema operativo del Movimento 5 Stelle. «Una formica non deve sapere come funziona il formicaio, altrimenti tutte le formiche ambirebbero a ricoprire i ruoli migliori e meno faticosi, creando un problema di coordinamento».

 

Questo passaggio di Tu sei rete , il libro di Davide Casaleggio che è una summa del pensiero paterno, rappresenta anche l'ambiguità concettuale di una struttura che viene presentata come simbolo di democrazia diretta ma in realtà ha funzione di reclutamento, profilazione dei dati, raccolta di fondi.

 

draghi rousseau

E non di vera e propria partecipazione. Perché a decidere infine sarà solo il Capo, al quale infatti è affidata la possibilità di capovolgere gli esiti sgraditi delle votazioni, oppure di indirizzarle scrivendo i quesiti in un certo modo. Rousseau nasce nella tempesta. Lo statuto dell'associazione viene scritto nella stanza dell'ospedale Auxologico di Milano dove Gianroberto Casaleggio si sta spegnendo.

 

DAVIDE CASALEGGIO - TU SEI RETE

L'ultima telefonata con Beppe Grillo è una lite feroce, senza riappacificazione finale, il culmine negativo di un rapporto ormai logorato. La piattaforma, destinata a prendere il posto del blog dell'ex comico, risente di questo dissidio feroce, perché viene concepita soprattutto per blindare il Movimento da ogni tentativo di scalata, per conservarne lo spirito delle origini, e da ultimo per affidarne controllo e gestione in via dinastica.

 

È uno strumento di potere interno, che come tale funziona alla perfezione, anche in tempi di declino e di relativa rappresentatività. All'interno del M5S non è certo un mistero il fatto che nel gennaio del 2020 Luigi Di Maio si dimetta da capo politico anche a causa dello scarso risultato ottenuto dalla votazione sul «team del futuro», il suo ultimo tentativo di mediazione con l'ala più radicale rappresentata da Davide Casaleggio. Poco riscontro, poco entusiasmo, addio.

 

DI MAIO E IL MANDATO ZERO

Eppure, c'è stato un tempo in cui queste tare così evidenti non contavano, e i destini del Movimento sembravano sovrapponibili a quelli di Rousseau. I primi due anni di vita sono il momento di massimo splendore. La piattaforma accoglie l'eredità del Sacro blog e dei Meet up, i 391 gruppi virtuali dai quali si è generato il M5S. Alla vigilia delle elezioni politiche del 2018, concentra il lavoro sulla selezione dei candidati, con le Parlamentarie che a oggi restano il suo maggior successo.

 

il nuovo quesito di rousseau sul caso diciotti

Poco importa se la piattaforma presentata come un prodigio di tecnologia mostra falle e distorsioni evidenti. Nel 2017 tre attacchi hacker ne dimostrano la vulnerabilità, con tanto di sberleffi assortiti, come l'inserimento nel database di una falsa donazione da un milione di euro fatta dall'allora segretario del Pd Matteo Renzi o la finta vendita dei dati in cambio di bitcoin. Vengono cambiate le password, salvo poi scoprire che gli espulsi del Movimento, definiti «utenti dormienti» da un curioso comunicato, hanno ancora accesso a Rousseau.

tweet di rogue0 sul voto per il caso diciotti

 

L'anno seguente, l'istruttoria del Garante della privacy stabilisce che i nomi degli iscritti sono stati comunicati «a soggetti terzi, in mancanza del consenso degli interessati», stigmatizza «l'indiscutibile obsolescenza tecnica» ed evidenzia come «le misure di sicurezza per il controllo delle operazioni di voto destino perplessità». Ma il garante si chiama Antonello Soro, ex deputato del «Pd meno elle», il nemico giurato. Così va la vita.

IL VOTO SU ROUSSEAU PER IL MANDATO ZERO E LE ALLEANZE

 

A prevalere è piuttosto l'alone di purezza che circonda Rousseau. La piattaforma diventa un simulacro del vecchio M5S, è il cordone ombelicale che lega il Vaffa alle nuove grisaglie governative, le giustifica con la sua esistenza. E proprio per non toccare uno statu quo che va in direzione opposta all'intransigenza di Casaleggio, aumenta le sue contraddizioni.

 

Il quesito sul caso della nave Diciotti, che vede coinvolto l'alleato Matteo Salvini, viene cambiato nottetempo per essere trasformato in un rebus da Settimana enigmistica, chi vuole dire sì all'imputabilità del ministro dell'Interno deve votare no, e viceversa. Ma siamo già nel 2019. L'era del bieco realismo è cominciata da un pezzo, le case chiuse non sono mai state riaperte.

 

hacker m5s rousseau

Tanto più che Rousseau non decolla. Gli iscritti sono sempre quelli, poco più di centomila, i parlamentari sono insofferenti a questo collo di bottiglia virtuale e ai suoi costi. La mitica piattaforma diventa ben presto un orpello, un passaggio obbligato utile giusto a togliere il M5S dall'imbarazzo certificando scelte indigeste. E comunque se qualcosa non va come deve, a norma di statuto non è solo possibile rivotare, ma anche annullare la decisione. Mario Draghi può dormire tranquillo.

PIATTAFORMA ROUSSEAUPIATTAFORMA ROUSSEAUhacker m5s rousseau hacker m5s rousseau PIATTAFORMA ROUSSEAU 2PIATTAFORMA ROUSSEAU 3PIATTAFORMA ROUSSEAUOLIMPIADI DELLE IDEE - VILLAGGIO ROUSSEAUassociazione RousseauLUIGI DI MAIO ROUSSEAU BY TERRE IMPERVIEvincenzo sglavo e le richieste di rousseauvincenzo sglavo e le richieste di rousseau 4IL QUESITO DI ROUSSEAU SULLE REGIONALI IN EMILIA E CALABRIAIL QUESITO ROUSSEAU PER IL GOVERNO CON IL PD

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...