sala bardelli oggioni foti meloni tajani salvini

IL SALVA-MILANO SPACCA IL GOVERNO – DOPO LE DIMISSIONI DELL’ASSESSORE ALLA CASA BARDELLI, IL PROVVEDIMENTO PER SBLOCCARE I CANTIERI EDILIZI DI MILANO VIENE DIFESO SOLO DA FORZA ITALIA CON TAJANI CHE INVITA AD ANDARE AVANTI – FRATELLI D’ITALIA FRENA. E SALVINI: “MI DICA IL PD CON SALA CHE COSA VOGLIONO FARE” – BARDELLI CHE A GIOVANNI OGGIONI, UNO DEI LEGISLATORI OCCULTI DEL SALVA-MILANO, DICEVA: “QUESTA GIUNTA DEVE CADERE” E IL TESTO SPEDITO ALL'ATTUALE MINISTRO DI FDI FOTI…

Alessandra Corica e Miriam Romano per la Repubblica - Estratti

 

beppe sala

L’annuncio del passo indietro è arrivato in tarda mattinata, dopo un incontro a Palazzo Marino. «Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha incontrato a Palazzo Marino l’assessore alla Casa Guido Bardelli, il quale ha manifestato l’intenzione di rimettere l’incarico a lui affidato », la laconica comunicazione del Comune.

 

Mentre già infuriava la polemica sul futuro del Salva Milano, quel provvedimento che il Comune, fino a pochi giorni fa, riteneva indispensabile per far ripartire i cantieri cittadini. Ma che ora è diventato radioattivo per il centrosinistra, e viene difeso soltanto da Forza Italia, con il segretario azzurro e vicepremier Antonio Tajani a dire che «noi andiamo avanti perché l’abbiamo sempre sostenuto. Non si possono fare i provvedimenti in base a una vicenda giudiziaria che riguarda una persona».

 

guido bardelli

Mentre Fratelli d’Italia, con il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, sottolinea «perplessità », e ribadisce che «l’unica certezza in questo pasticcio è l’urgenza di una nuova legge urbanistica», e l’altro vicepremier, il leghista Matteo Salvini, che gongola: «Io non voto niente a dispetto di quello che vogliono coloro a causa dei quali il problema è nato, mi dica il Pd con Sala che cosa vogliono fare, noi faremo quello che ci chiedono di fare».

 

È il caos dell’urbanistica a Milano.

 

Le inchieste della procura — sono decine i cantieri sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati — da mesi stanno facendo tremare il settore.

 

Ma la svolta dei giorni scorsi, con i domiciliari per l’ex dirigente comunale Giovanni Oggioni e l’indagine a carico di Assimpredil, l’associazione dei costruttori, con l’ipotesi di corruzione, ha del tutto stravolto il quadro. E sta mandando in tilt il Comune, con il sindaco Sala — per mesi ha difeso il Salva Milano, tanto da arrivare a minacciare le dimissioni qualora il Pd al Senato non lo avesse votato, ma ora ha dovuto fare un passo indietro — che si ritrova alle prese con una bella grana. Ovvero, un possibile rimpasto di giunta a due anni dalla fine del mandato, per trovare un sostituto di Bardelli nella (delicata) casella dell’assessorato alla Casa.

GIOVANNI OGGIONI

 

Lui, Bardelli, avvocato amministrativista di lungo corso ed ex presidente della Compagnie delle Opere, è un membro della giunta di piazza Scala dalla scorsa estate, quando fu scelto da Sala — a dispetto delle proteste del Pd, azionista di maggioranza a Palazzo Marino — per succedere al dem Pierfrancesco Maran eletto a Bruxelles. La sua chat con Oggioni del 2023, che risale a quando ancora non era assessore ed è agli atti dell’inchiesta, oggi rende la sua posizione precaria assai. Visto che, con l’architetto ora indagato, l’assessore diceva che quella giunta doveva «cadere » a fronte di quanto stava accadendo sul settore dell’urbanistica.

Di qui il passo indietro di ieri (che però sarà formalizzato solo lunedì davanti al Consiglio comunale), annunciato proprio nelle stesse ore in cui Oggioni davanti ai magistrati si avvaleva della facoltà di non rispondere.

«Ma non esiste nessun “sistema-Oggioni” », la tesi della sua difesa.

meloni foti

 

(...)

Di contro, nel centrodestra ora è il momento della tattica. Per capire come mettere in difficoltà i democratici che prima si erano spesi sul Salva Milano, e ora provano a rinnegarlo.

 

(...)

 

 COSÌ PARLÒ OGGIONI

Luigi Ferrarella per il Corriere della Sera - Estratti

 

«Dove dice “non è obbligatorio” gli ho messo “non è necessario”, che forse giuridicamente è un po’ più light…». Light. Se come tutti ha dei difetti, tra essi l’ex dirigente comunale Giovanni Oggioni non annovera certo la mancanza di autoironia nello spiegare queste «due piccole correzioni» a un altro dei legislatori occulti del Salva Milano, l’architetto ed ex membro come lui della Commissione Paesaggio, Emilio Marco Cerri, che per i pm gli ha inviato in anteprima la bozza di legge ricevuta dal ministero con la richiesta di apportarvi le modifiche necessarie.

giovanni oggioni

 

E nemmeno gli difetta autoironia quando, come segretario del Consiglio dell’Ordine degli architetti, preseleziona «i rompicoglioni» da escludere dalla rosa di candidati entro i quali poi il sindaco sceglierà i nuovi componenti della cruciale Commissione Paesaggio del Comune, e ironizza su «cosa qualcuno può pensare» se «risulta che io nomino quelli che vengono dopo di me»: tra i quali ostracizza una professionista sgradita perché avrebbe la fissa del «paesaggio nannanè nannanà», e l’architetto (alla base dell’altra inchiesta sfociata sinora nell’interdizione dell’archistar Stefano Boeri) che con il suo puntiglio «mi sta stracciando l’anima».

 

Nel mondo del dinamico mattone ambrosiano, del resto, quasi tutto è linguisticamente anestetizzato: la consulenza da «Assimpredil», che ora i pm leggono come tangente di 180 mila euro, è un «incarico di supporto alla formazione»; i palazzi nei cortili si chiamano «la variantina»; il condono, che in privato è invocato come «l’unica cosa per mettere in scacco» le indagini, «smontare» le contestazioni dei pm e «chiudere la partita», in pubblico diventa «una legge interpretazione autentica» di cui curiosamente sono in tanti a rivendicare la paternità al posto dei parlamentari, a tratti anzi temendo che i parlamentari poi facciano solo guai nel provare ad aggiungere «cose in più» che rovinerebbero tutto:

 

«Siccome quel testo, con tutto il rispetto per loro, ma l’ho scritto io — rivendica per esempio F.T., non indagato amministrativista [...] — c’ho il terrore che questi mettano le mani su quel testo». Ma pure Cerri rivendica «l’avevo fatto io sin da febbraio! Sono tre righe!

ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI

 

Come devo interpretare quella roba?». «Così, punto e basta!». Per poi aggiungere di averlo spedito all’allora capogruppo FdI e oggi ministro Tommaso Foti, «noi come Assoimmobiliare lo abbiamo dato a Foti e… te lo dico molto francamente: in accordo con Guido il testo gliel’ho dato io». Intercettazione su cui sdrucciolano gli inquirenti quando aggiungono fuori virgolette la parentesi che ritiene di identificare «Guido» nell’assessore alla Casa, Bardelli, quello della chat con Oggioni nella quale nel dicembre 2023 si augurava «dobbiamo far cadere la giunta» comunale in cui entrerà mesi dopo): invece il riferimento «noi come Assoimmobiliare», qui pubblicato l’altro ieri, fa pensare che quel «Guido» sia l’avvocato Inzaghi, non indagato presidente del tavolo urbanistica di Assoimmobiliare.

A Oggioni solo una categoria di colleghi ha il potere di far perdere l’aplomb scherzoso: lo «Schettino», improperio con cui bolla chi in Comune arrendendosi ai pm non eviterebbe che «30 anni di urbanistica siano buttati nel cesso».

beppe sala

 

(…)

Ultimi Dagoreport

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO

vladimir putin kim jong un xi jinping donald trump

DAGOREPORT – L’UNICO RISULTATO REALE OTTENUTO DA TRUMP NEI PRIMI 8 MESI DEL SUO SECONDO MANDATO È STATO RIABILITARE PUTIN: APPLAUDENDOLO IN ALASKA, HA RILEGITTIMATO LA MALCONCIA RUSSIA COME POTENZA MONDIALE, RAFFORZANDO LA FIGURA DEL “MACELLAIO DI MOSCA” (COPYRIGHT BIDEN) - DOPO TANTO PENARE E PROMESSE SCRITTE SULLA SABBIA, TRUMP SPERAVA DI OTTENERE ALMENO UNA TREGUA AEREA SULL’UCRAINA. E INVECE “MAD VLAD” HA FATTO SPALLUCCE E, TUTTO GAUDENTE, SI E' SCAPICOLLATO IN CINA ALLA CORTE DEL SUO VERO PADRONE, XI JINPING  – DISPIACE PER TRAVAGLIO MA LA RUSSIA NON HA ANCORA VINTO LA GUERRA: L’AVANZATA IN UCRAINA È SOLO PROPAGANDA. TRANNE DUE REGIONI E QUALCHE VILLAGGIO CONQUISTATO IN DONBASS, IN REALTÀ IL FRONTE È IMMOBILE DA MESI (A MOSCA NON BASTANO LE TRUPPE NORDCOREANE, ORA E' COSTRETTA A RECLUTARE IN PATRIA, DOPO I GALEOTTI, ANCHE LE DONNE IN CARCERE) – LA PRESSIONE SU PUTIN DEL MEDIATORE ERDOGAN E DI MODI PER UNA TREGUA IN UCRAINA - IL LEADER INDIANO, INCAZZATO CON “MAD VLAD” CHE LODA E IMBRODA XI E GLI FA FARE LA FIGURA DELL’AMICO SFIGATO, FA PRESENTE CHE L'ALLEANZA DELLO SCO E' SOLO ''TATTICA MA NON STRATEGICA'. MA UN DOMANI CHISSA'...