SCANDALO DERIVATI – IL TESORO SI DIFENDE PARAGONANDOLI A UN’ASSICURAZIONE, MA CHE ASSICURAZIONE È QUELLA CHE COPRE SOLO IL 10% DEL DANNO? – E SE FOSSERO STATI PRESTITI CAMUFFATI PER FAR TORNARE I CONTI?

Superbonus per Dagospia

 

Per tentare di gettare acqua sul fuoco delle polemiche che si sono aperte sui derivati e sull’indagine della magistratura di Trani il Ministero dell’Economia e delle finanze ha pubblicato questa settimana sul suo sito alcune note che dovrebbero fare chiarezza sulla materia.

 

morgan stanleymorgan stanley

Il rimedio sembra essere peggiore del male: ancora una volta si sostiene che i derivati sottoscritti dal Tesoro son o “per comprare una copertura assicurativa che minimizzi l'impatto di eventi sfavorevoli. Questi contratti presentano quindi un costo, come tutte le assicurazioni. Chiunque sottoscriva un'assicurazione sostiene una spesa che si rivela inutile se non si verifica l'evento sfavorevole. E tutti coloro che pagano un'assicurazione sperano di avere speso "inutilmente" i propri soldi, cioè che non si verifichi l'evento dal quale l'assicurazione li protegge. In tutti questi casi l'assicurazione costituisce semplicemente un costo, una spesa”. 

 

Maria CannataMaria Cannata

Questa spiegazione non regge sotto molti punti di vista: il primo è quantitativo, il MEF ci informa che i derivati “coprono” solo il 8,95% del totale del debito pubblico (159,586 miliardi) quindi la cosiddetta “assicurazione” coprirebbe meno del 10% del rischio di un rialzo dei tassi d’interesse, per usare la similitudine del Ministero delle Finanze è come se in caso d’incidente la nostra polizza auto coprisse meno del 10% del danno, un’assurdità che non vale neanche la pena di commentare.

 

Il secondo punto debole è la spiegazione data sulla perdita, che è risultata nell’esborso di 2,5 mld di euro sul derivato con Morgan Stanley, oggetto delle indagini della Magistratura.  Il Tesoro sostiene che il diritto di estinzione anticipata poteva essere esercitato dalla Banca anche anteriormente al 2011 ma decise di farlo proprio nel momento di maggiore crisi del mercato per i titoli di stato italiani.  Ma se il Tesoro sapeva della possibilità di esercizio di tale clausola perché non ha rinegoziato i contratti prima del 2011? Perché tale rischio non era stato monitorato e valutato negli anni precedenti? E perché dopo tale sgarbo Il Tesoro continua a lavorare con Morgan Stanley ancora oggi ?

 

IL PM DI TRANI MICHELE RUGGIERO IL PM DI TRANI MICHELE RUGGIERO

Dalle indiscrezioni giornalistiche l’indagine della Magistratura di Trani sta andando nella direzione di un mega complotto internazionale invece di concentrarsi su possibili reati quale l’omissione e l’abuso d’ufficio. Omissione nel non svolgere una corretta analisi dei rischi sottostanti ai contratti sottoscritti, abuso se si dovesse scoprire che molti dei contratti sottoscritti dal Tesoro sono in realtà prestiti camuffati da derivati, prestiti che non sono mai stati approvati dal Parlamento o correttamente iscritti nelle finanziarie dei vari anni camuffandoli sotto la voce “spesa per interessi”.

 

Se volesse la Magistratura potrebbe arrivare dove il Parlamento non si è mai spinto,  potrebbe riuscire a dimostrare che alcuni santoni della finanza pubblica italiana in realtà hanno fatto quadrare i conti truccando i bilanci dagli anni 90 in poi.

 

 

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