edoardo albinati

''HO SPERATO CHE SULL'AQUARIUS MORISSE UN BAMBINO'' - AUDIO: LO SCRITTORE EDOARDO ALBINATI MENTRE PRESENTA IL SUO LIBRO CONFESSA ''CON VERGOGNA'' QUELLO CHE HA PROVATO: ''LA MIA REALPOLITIK MI HA FATTO SPERARE CHE MORISSE QUALCUNO SU QUELLA NAVE, COSÌ DA SCATENARE DELLE CONSEGUENZE PER CHI HA DECISO DI BLOCCARLA''. POI DICI PERCHE' SALVINI VINCE CONTRO I TALEBANI DELL'IMMIGRAZIONE A TUTTI I COSTI...

AUDIO: ALBINATI SI È AUGURATO LA MORTE DI UN BAMBINO SULL'AQUARIUS

 

 

 

PUR DI VEDERE LA FINE DEL GOVERNO CONTE LO SCRITTORE SI AUGURA LA MORTE DEI BIMBI

Francesco Borgonovo per ''La Verità''

 

Che il governo guidato da Giuseppe Conte possa suscitare qualche apprensione è più che legittimo. Così come è sacrosanto nutrire dubbi e riserve a proposito di questo o quel ministro. Il fatto, però, è che nei confronti del nuovo esecutivo si è sollevata un' ondata di odio così vasta e profonda da far rabbrividire. Gli oppositori sono così feroci e verbalmente violenti da far venire voglia di tifare - a prescindere da tutto - per la compagine legastellata. Il fronte dei «contrari» ha prodotto tante e tali mostruosità che il desiderio di prendere le distanze prevale su ogni altra pulsione.

edoardo albinati vince il premio strega 2016

 

Volete un esempio? Lo fornisce Edoardo Albinati, scrittore di vaglia, intellettuale cattoprogressista, vincitore del premio Strega nel 2016. Ha da poco dato alle stampe, assieme a Francesca d' Aloja, un volume intitolato Otto giorni in Niger, in cui ovviamente si occupa molto di migrazioni. Martedì, Albinati ha presentato il tomo in una libreria Feltrinelli di Milano, e ha colto l' occasione per parlare della vicenda della nave Aquarius. Grazie a Giulio Cainarca di Radio Padania, alcune delle sue parole sono state registrate e si possono riascoltare su Youtube.

 

Eccole qui: «Io stesso, devo dire, con realpolitik, di cui mi sono anche vergognato, ieri ho pensato, ho desiderato che morisse qualcuno sulla nave Aquarius. Ho detto: adesso, se muore un bambino, io voglio vedere che cosa succede per il nostro governo».

Per fortuna che si vergognava, il generoso Albinati.

 

Chissà altrimenti che cosa avrebbe pensato. Pur di veder capitolare l' esecutivo di Conte, Salvini e Di Maio, l' impavido scrittore si è augurato - anzi, ha desiderato - che morisse un bambino a bordo dell' Aquarius. Ecco che cosa interessa agli intellettuali come lui: sputare veleno sui leghisti e i 5 stelle. E se alla causa giova la morte di un migrante, ben venga. Tutto affinché nei salotti colti si possa festeggiare la caduta dei barbari populisti.

francesco piccolo con edoardo albinati

 

La difesa degli stranieri in nome dell' umanitarismo è soltanto un pretesto, una patina zuccherosa con cui rivestire l' odio cieco. Una scusa di cui gli impegnati si servono per sparare alzo zero contro il nemico politico. A parte le abominevoli frasi di Albinati, l' astio trasuda viscido dalle dichiarazioni di un intero esercito di intellettuali di varia risma. Tutti gli zombi dell' italico culturame si sono ridestati e hanno preso torce e forconi da sventolare sotto il naso di Conte e soci (Matteo Salvini in particolare). La cosa curiosa è che i più avvelenati sono proprio i personaggi che, negli anni passati, hanno abbondantemente pascolato nel campo grillino.

 

Gente che, finché si trattava di attaccare Silvio Berlusconi o il centrodestra strizzava l' occhio ai pentastellati. I quali, oggi, sono diventati ai loro occhi dei bruti senza cervello. Prendiamo Jacopo Fo, figlio di Dario e grande sostenitore di Beppe Grillo. Giusto ieri ha dichiarato: «Io come tanti ho votato il M5s sperando in un vero cambiamento.

Mi sono dato un tempo per giudicare questo governo.

Aspetto i fatti, mi sono detto.

 

Certo se i fatti sono chiudere i porti a donne bambini e disperati o la flat tax a favore dei ricchi tornerò a non votare come ho fatto per molti anni».

SALVINI AQUARIUS

Già, se «cambiamento» significa combattere il business dell' immigrazione e sfidare il pensiero dominante a riguardo, Fo si chiama fuori.

 

Almeno, va detto, i suoi toni sono stati leggermente meno rabbiosi di quelli utilizzati da Roberto Saviano. Chissà, forse l' autore di Gomorra è furente perché sperava in un governo Pd-5 stelle che gli donasse qualche prebenda. Fatto sta che, nei giorni scorsi, si è avventato su Salvini e sul ministro per le Infrastrutture, Danilo Toninelli, accusandoli di essere «banditi».

 

«Mettere a rischio la vita di decine di persone è un comportamento da banditi», ha detto Saviano, riferendosi al caso Aquarius. Beh, magari Roberto dovrebbe confrontarsi sull' argomento con Edoardo Albinati. Potrebbero organizzare un gran dibattito: «Far morire un migrante in mare per boicottare Salvini. Pro e contro». A un evento simile non potrebbero mancare altre personalità dell' universo progressista che negli ultimi giorni si sono distinte per lucidità e misura.

aquarius

 

Ad esempio Vauro, che ha definito Salvini «un imbecille» e ha spiegato che «il governo gialloverde ha un abbinamento di colori che già fa un po' schifo, ricorda un po' vomito e bile». Elegantissimo, al solito.

Proprio come Oliviero Toscani, che alla Zanzara ha scodellato perle di saggezza: «Salvini vuole tagliare i soldi ai migranti», ha detto, «ma stia attento che prima o poi gli taglieranno le palle. Ma cosa vuole tagliare? È una cosa da pirla, gli immigrati non ingrassano come lui, non c' è nessuna pacchia. E poi quelli che arrivano sono meglio di Salvini e Di Maio che non sanno far niente. Almeno questi qua lavorano».

 

Una bella orchestra di tromboni, non c' è che dire.

Infatti all' ensemble si è aggiunto pure Gino Strada, pronto a tuonare contro «ministri razzisti e sbirri alla guida del mio Paese». Fortuna che sono sbirri e non paramedici, altrimenti lo trascinerebbero via in ambulanza.

i migranti salvati e poi trasferiti sulla aquarius

 

La sensazione, in fondo, è che - più dei migranti - siano questi illustri pensatori ad avere bisogno di soccorsi rapidi ed efficaci. Qualche Ong potrebbe intervenire, mettendo a disposizione una nave per trasportarli tutti nell' accogliente Spagna. In quel caso, non ci sarebbe alcuna tragedia. Al massimo, si avvertirebbe una vaga sensazione di sollievo.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA