macron alle antille

SE MACRON VI STA SUI COLLION, GODETEVI IL RITRATTONE CHE GLI HA CUCINATO GIANCARLO PERNA: “SCONTENTI DI LUI, I FRANCESI SI CONSOLANO IMMAGINANDOLO GAY - OGNI VOLTA CHE SI IMPANCA È PER AFFERMARE UN PRINCIPIO CHE HA VIOLATO O VIOLERÀ. FA GRAN DISCORSI SUI DIRITTI UMANI, POI BASTONA I NERI SUI TRENI; SI PROCLAMA ALFIERE DELLE REGOLE UE E NON NE RISPETTA UNA - ORA FERVE IL DIBATTITO SE ABBIA O NO IL COMPLESSO DELLA POCO IMPONENZA: E’ UN NARCISO. E GLI ITALIANI LI ODIA…”

Giancarlo Perna per “la Verità”

 

giancarlo perna

Vieppiù scontenti di Emmanuel Macron, i francesi si consolano immaginandoselo gay.

Le voci sull' omosessualità di Monsieur le Président sono sulla bocca di tutti. Brigitte Marie Claude Trogneux, la moglie, è esasperata e sostiene di sapere chi le propala, promettendo di rivelarne il nome. La poverina ha la coda di paglia.

 

All'origine della diceria ci sono infatti i suoi 24 anni più del marito. Come fa il quarantunenne Emmanuel, si chiedono i maligni, a stare con una sessantacinquenne, per di più avendo intrecciato la relazione un quarto di secolo fa quando ne aveva 16? Quindi, mancando pettegolezzi su donne, si è passati al cherchez l'homme.

macron inaugurazione associated press

 

GLI UOMINI DEL PRESIDENTE

Due gli amanti finora attribuiti a Macron. Prima di salire all'Eliseo, durante la campagna elettorale, gli misero tra le lenzuola Mathieu Gallet, presidente di Radio France. Un coetaneo di assai bell' aspetto e gay dichiarato. Mathieu tacque con eleganza. Altrettanto fece Emmanuel per non passare da omofobo e perdere i voti da quel versante.

 

Brigitte però, ferita nell' orgoglio muliebre, se ne adontò. L' altro, allora, ci tornò sopra, dicendo: «Passo il tempo con Brigitte, non posso sdoppiarmi. Se vi dicono che ho una doppia vita è il mio ologramma che mi è sfuggito, non posso essere io». Spiritoso e per nulla indignato, sempre con l'occhio all'elettorato arancione.

proteste contro macron

 

L'altro è il suo gorilla, il ventiseienne Alexandre Benalla. Un brutalone che aveva carta bianca all' Eliseo, cui era permesso perfino di prendere a botte un manifestante senza essere un poliziotto. Si è perciò pensato a un influsso d'alcova. Stavolta, Macron è stato netto: «Benalla non è il mio amante». Lo ha detto ridendo, come si fa con un paradosso, e tutti hanno riso con lui. Alla fine della fiera, però, l'ipotesi che sia gay ha preso piede nella società francese.

 

UN PO' MASCHIO, UN PO' FEMMINA

Per la storia, il primo accenno fu fatto dall'ex presidente, Nicolas Sarkozy, uomo dotato di malignità naturale. Nel 2016, con Macron che sgomitava ma non era ancora candidato all'Eliseo, disse di lui: «È un cinico. Un po' uomo e un po' donna, com'è di moda. Androgino».

macron alle antille con maschioni 3

 

Che sia Sarkozy il serpentello cui si riferisce la première dame? Fin qui, il lato sorridente di Macron. Per il resto, emerge su tutto la sua arroganza ipocrita. Le due cose vanno sempre insieme. Ogni volta che si impanca è per affermare un principio che ha violato o violerà. Fa gran discorsi sui diritti umani, poi bastona i neri sui treni; si proclama alfiere delle regole Ue e non ne rispetta una: non i limiti del deficit, non quelli del debito, non il divieto di aiuti di Stato, fino a nazionalizzare i cantieri di Saint Nazaire, per impedire agli italiani di acquistarli.

 

COMPLESSO D'INFERIORITÀ

Con noi, ce l'ha a morte. Il cugino d' oltralpe, da buon francese, ama il fioretto. Adesso però ha di fronte Matteo Salvini, che usa lo spiedo e lo infilza come un pollo. Non è il suo terreno e perde le staffe. Lasciamo le accuse di «cinismo» per la chiusura dei porti o il «vomitevole» lanciato dal suo tirapiedi, Gabriel Attal.

macron alle antille con maschioni 2

 

Ma si è spinto a fare questa battuta su Genova: «Per gli italiani se un ponte crolla, è colpa dell'Europa». Abietto. Naturalmente, fa danni anche in Francia. Per spocchia, un mese dopo l'ingresso all' Eliseo, costrinse alle dimissioni il capo di stato maggiore della Difesa, Pierre de Villiers, fratello di Philippe, capo dei sovranisti del Mouvement pour la France.

 

brigitte con emmanuel macron

De Villiers, sentito dall' Assemblée nationale, aveva criticato i tagli al bilancio della difesa disposti da Macron. Questi ha poi aspettato il 14 luglio, festa nazionale, per reagire.

Presenti in sala, militari, famiglie dei caduti e l'omologo Usa di de Villiers, Macron ha sibilato: «Amo la discrezione. La sua mancanza mi infastidisce. Meno che mai l'ammetto da un militare». Solita mescolanza di alti principi e basse perfidie. Sei giorni dopo, l'Armée era senza capo per le dimissioni del vecchio soldato offeso. La popolarità di Emmanuel, che non è mai stata alta, è in picchiata.

macron che sguardo

 

Aveva iniziato con il più basso indice di gradimento di un presidente esordiente. Oscillava tra 45 e 62 per cento, contro il 70 o più dei predecessori. Tre mesi dopo era la metà. Non tanto per la politica economica fiacca. Delle sue poche capacità già si sapeva dal 2104, quando fu ministro dell'Economia con François Hollande. A irritare era come sempre la iattanza. In visita in Danimarca, giustificò le proprie carenze dicendo: «I francesi sono dei Galli (Gaulois) refrattari ai cambiamenti». Insultati all'estero, i compatrioti fecero il nodo al fazzoletto.

 

FORTE CON I DEBOLI

EMMANUEL MACRON NICOLAS HULOT

Ne seguirono molti altri, finché Macron, davanti a un disoccupato che si lamentava, replicò sprezzante: «Attraverso la strada e ti trovo un lavoro». Come dire: l'incapace sei tu. Crollo al 30 per cento dell'indice e divorzio tra lui e l'elettorato. Il guaio dei francesi, per i quali il presidente rappresenta tutto, è che se sbagliano scelta non hanno più niente. In Italia, invece, il potere è sparpagliato e se non digerisci Sergio Mattarella, hai i Conte, i Fico, i Salvini, i Di Maio e bene o male sopravvivi. A Parigi, di Macron si parla ormai solo per le frivolezze.

 

MACRON SMARTPHONE 2

Del lato Antinoo abbiamo detto. Ora ferve il dibattito se abbia o no il complesso della poco imponenza. Tutto nasce da una trasmissione tivù in cui apparve seduto con un notorio spilungone, sovrastandolo. Di qui, il sospetto che appronti delle sedie più basse per i suoi interlocutori più alti, così da fare la figura del watusso come Donald Trump tra i coreani. Per riassumere: Macron è un Narciso come se ne trovano molti in politica.

 

DE GUSTIBUS

emmanuel macron con brigitte

Controcorrente è stato invece il suo debutto. Nativo di Amiens, Francia del Nord, zona di barbabietole, Emmanuel capitò in una famiglia atea, tutta di medici. Tra mamma, papà, fratelli e cognati, coprivano l' intero spettro specialistico: neurologi, radiologi, nefrologi, ostetrici. A 12 anni, allievo dei gesuiti, il ragazzo chiese motu proprio di ricevere il battesimo, assicurando di trovare nel cattolicesimo «una disciplina dello spirito».

 

Tra un'Ave Maria e un Padre nostro, s'imbatté in Brigitte Trogneux, sua insegnante di teatro, sposata con tre figli. Fu colpo di fulmine. Altrettanto fulminei furono i genitori che lo spedirono a Parigi per l' ultimo anno di liceo.

BENALLA E MACRON

 

LA STESSA SORTE DI RENZI

Qui, decise di rompere con la tradizione ippocratica di famiglia, abbracciando la politica. Laurea nella relativa scienza, perfezionamento all' Ena, stage negli Usa da Rothschild. Entrato nel giro di Jacques Attali e gauche champagne, approdò nel Ps, appollaiandosi su Hollande. Impalmata Brigitte nel 2007, entrò nel 2102 all' Eliseo come vice segretario generale. La stampa notò presto il vivace giovanottello, sprecando aggettivi: precoce, bravo, sveglio.

 

Lo stesso si diceva allora in Italia di Matteo Renzi agli albori. Nel 2014, Emmanuel fu promosso ministro dell' Economia per riparare agli errori di Pierre Moscovici, passato a fare danni nell' Ue. Quando nel 2016 capì che Hollande non sarebbe stato rieletto, lo mollò. Fece il suo partito, En Marche, e conquistò la presidenza nel 2017, battendo Marine Le Pen al ballottaggio. In campagna elettorale paragonò il suo destino a quello di Giovanna d' Arco che nel XV secolo aveva salvato la Francia. Come Renzi che si sentiva Cavour e voleva rifondare l' Italia. Poi, ha fatto la fine che sappiamo. Ora Macron sta facendo la fine di Renzi.

makao emmanuel macronmacron e brigitte a roma foto barillarimacron infantino francia belgiomacronkolinda macronmacron benalla

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)