donald trump capitol hill

SE NON PUOI BATTERLO ALLE ELEZIONI, INCRIMINALO! – DONALD TRUMP È SOTTO INDAGINE PER I FATTI DI CAPITOL HILL: L'INCHIESTA DEL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA USA VERTE SULLA PRESUNTA PIANIFICAZIONE DELL'ASSALTO AL CAMPIDOGLIO. L'HA PIANIFICATO L'EX PUZZONE DELLA CASA BIANCA? – L’INCHIESTA È SCOLLEGATA DAI LAVORI DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DEL 6 GENNAIO: I PUNTI SU CUI TRUMP RISCHIA SONO TRE: LE PRESSIONI SU PENCE PER IMPEDIRE LA RATIFICA, LE COMUNICAZIONI CON GLI AVVOCATI E…

1 – INCRIMINARE TRUMP

Alberto Simoni per “la Stampa”

 

discorso donald trump all america first policy institute

Nel giorno in cui Donald Trump ricompare a Washington 18 mesi dopo aver lasciato la Casa Bianca, il Dipartimento di Giustizia americano fa trapelare sulle pagine del Washington Post che sta indagando sulle azioni dell'ex presidente in merito ai tentativi di sovvertire i risultati delle elezioni del 2020.

 

L'inchiesta è sganciata dal lavoro della Commissione parlamentare del 6 gennaio.

I punti su cui gli inquirenti stanno concentrando le attenzioni sono tre: le pressioni sul vicepresidente Mike Pence affinché non ratificasse l'esito del voto del collegio elettorale; le comunicazioni fra il presidente e i suoi avvocati legate a pressioni affinché le elezioni fossero dichiarate fasulle e la nomina di "falsi" grandi elettori.

rudy giuliani e donald trump

 

L'idea era quella di scegliere negli Stati contestati (come l'Arizona) grandi elettori che potessero il giorno della riunione del Consiglio elettorale non confermare il voto per Biden. L'operazione avrebbe visto coinvolte - direttamente o no - molte persone fra cui Ginnie Thomas, la moglie del giudice conservatore della Corte Clarence. La donna ha infatti mandato email a Meadows, capo dello staff di Trump, e ai deputati dell'Arizona per convincerli a non sostenere Biden.

 

manifestanti assediano il campidoglio a washington

Davanti al gran giurì hanno già testimoniato diversi personaggi. Fra questi ci sono anche Marc Short e Greg Jacobs stretti collaboratori di Mike Pence. A loro gli inquirenti hanno chiesto delle telefonate e delle conversazioni avvenute nel cerchio ristretto della presidenza fra il dicembre del 2000 e il gennaio del 2001. Quello che i procuratori vogliono appurare è in che misura Donald Trump fosse coinvolto nel progetto di individuare questi "falsi elettori" negli Stati decisivi che erano stati conquistati invece da Biden.

MIKE PENCE, LA MOGLIE KAREN E LA FIGLIA DURANTE L'ASSALTO AL CONGRESSO USA

 

Le indagini hanno finora portato a due nomi: Rudy Giuliani e Eastman, avvocato della Casa Bianca. Ora appunto il salto che conduce a Trump.

 

Non c'è alcune incriminazione né un'indagine diretta sull'ex presidente al momento. L'attorney general Merrick Garland alla Nbc ha detto che il Dipartimento «perseguirà la giustizia senza timori o favori». Quindi Garland ha definito l'indagine «la più ampia della sua storia».

mike pence

 

Lo scorso mese agenti federali si sono mobilitati in diversi Stati e consegnato mandati di comparizione oltre che fatto perquisizioni e interrogatori. Un segnale che l'indagine - forse anche in seguito all'effetto mediatico innescato dalla Commissione 6 gennaio - ha avuto uno scatto ulteriore.

 

Nell'ambito dell'inchiesta sono stati sequestrati telefonici e computer di Eastman e una perquisizione è stata fatta nell'appartamento di Jeffrey Clark, un funzionario del Dipartimento di Giustizia che aveva abbracciato il progetto di fermare la corsa di Biden alla presidenza.

 

cronologia dell assalto a washington

Clark è ritenuto uno dei personaggi chiave poiché Trump aveva pensato il 27 dicembre del 2000 di nominarlo ministro della Giustizia al posto di Jeffrey Rosen. Quest' ultimo infatti aveva detto al presidente che il suo dipartimento non sarebbe intervenuto per cambiare l'esito del voto e né - come gli aveva chiesto Trump - «di dichiarare che il processo elettorale era corrotto». «Al resto ci penso io e i deputati repubblicani», aveva chiuso il presidente. Ed è attorno a questa frase che i procuratori cercano riscontri su cosa è effettivamente accaduto.

 

donald trump

2 - PARTE L'INCHIESTA PENALE CONTRO TRUMP "HA PIANIFICATO L'ASSALTO AL CONGRESSO"

Estratto dell'articolo di Anna Lombardi per “la Repubbilca”

 

Anche Donald Trump è sotto inchiesta per i fatti del 6 gennaio. E a indagare su di lui è addirittura il Dipartimento di Giustizia. Un'indagine penale, svela il Washington Post , separata dall'inchiesta parlamentare condotta dalla Commissione sul 6 Gennaio (priva del potere d'incriminare qualcuno): ma appendice di quella che ha invece già portato alla denuncia di 840 persone coinvolte nell'assalto a Capitol Hill. Guai seri per l'ex presidente.

donald trump durante l assalto al congresso il video alla commissione d inchiesta.

 

Lo conferma pure il solitamente taciturno Procuratore Generale degli Stati Uniti Merrick Garland parlandone a Nbc : «Quella in atto è la più ampia indagine mai condotta dal mio Dicastero. Perseguirò la giustizia senza timori o favori ».

 

[…] Secondo uno scoop del New York Times basato su certe email, il tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni era pianificato da tempo. A Pence sarebbero stati presentati falsi grandi elettori pronti a votare Trump negli Stati dove il presidente reclamava un riconteggio, «per fornirgli motivo di deragliare la certificazione del risultato».

 

donald trump durante l assalto al congresso il video alla commissione d inchiesta

L'indagine è delicatissima. L'ex presidente ha ancora grande influenza sul partito repubblicano. Solo martedì è tornato a Washington per la prima volta dalla sua disgraziata uscita di scena del 20 gennaio 2021 - quando si lasciò alle spalle la Casa Bianca senza nemmeno stringere la mano al successore - e ha arringato i fedelissimi riunti all'America First Policy Institute Summit .

 

Sopravvissuto a precedenti indagini e a due tentativi di impeachment, Trump parla ormai da anni di persecuzione politica da parte di Dipartimento di Giustizia ed Fbi: «Sono il politico più perseguitato della storia americana » ha ribadito martedì. «Ma non rinuncerò alla politica solo per fermare le inchieste».

 

manifestanti pro trump a washington

[…] A ora, le indagini vertono in due direzioni.  La cospirazione sediziosa mirata a ostacolare un procedimento governativo, ovvero la stessa accusa rivolta agli assalitori di Capitol Hill. Il secondo riguarda la potenziale frode legata appunto allo schema dei falsi elettori nella quale rientrano pure le pressione esercitate da Trump e dai suoi su Dipartimento di Giustizia e altri enti ufficiali per fargli falsamente affermare che le elezioni erano truccate. Sono accuse mai formulate nei confronti di un ex presidente. Destinate ad incendiare ancora di più il clima esplosivo di un'America che si avvicina al voto di Mid-Term più divisa che mai.

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...

antonio tajani edmondo cirielli

ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO – E IL SEGRETARIO REGIONALE AZZURRO, FULVIO MARTUSCIELLO, MINACCIA GLI ALLEATI: “PRIMA ANCORA DI SEDERCI AL TAVOLO CON EDMONDO CIRIELLI, DEVE CHIEDERE SCUSA PER GLI INSULTI RIVOLTI A SILVIO BERLUSCONI E RIPORTATI NEL LIBRO ‘FRATELLI DI CHAT’” – TAJANI TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO, FDI SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA IN CAMPANIA, STORICO FEUDO AZZURRO...

tridico giuseppe conte matteo salvini occhiuto giorgia meloni calabria fico antonio tajani

DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO FORTISSIMAMENTE LA CANDIDATURA DI PASQUALINO TRIDICO CHE NON HA PORTATO CONSENSI NÉ AL CAMPOLARGO, NÉ TANTOMENO AL M5S CHE HA PRESO GLI STESSI VOTI DEL 2021 - LA DUCETTA ROSICA PERCHÉ FRATELLI D’ITALIA HA UN TERZO DEI VOTI DI FORZA ITALIA, CHE CON LA LISTA OCCHIUTO ARRIVA FINO AL 30% - LA SORPRESA È LA CRESCITA DELLA LEGA, CHE PASSA DALL’8,3 AL 9,4%: MOLTI CALABRESI HANNO VOLUTO DARE UN PREMIO A SALVINI CHE SI È BATTUTO PER IL PONTE SULLO STRETTO - ORA LA BASE DEI 5STELLE E' IN SUBBUGLIO, NON AVENDO MAI DIGERITO L'ALLEANZA COL PD - LA PROVA DEL FUOCO E' ATTESA IN CAMPANIA DOVE IL CANDIDATO CHE CONTE HA IMPOSTO A ELLY E DE LUCA, ROBERTO FICO, NON PARE COSI' GRADITO AGLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA...    

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…

mediobanca mps alessandro melzi deril vittorio grilli francesco milleri gaetano caltagirone fabio corsico phillippe donnet alberto nagel

DAGOREPORT - AL GRAN CASINÒ DEL RISIKO BANCARIO, “LES JEUX SONT FAITS"? ESCE DAL TAVOLO DA GIOCO MILANO DI MEDIOBANCA, ADESSO COMANDA IL BANCO DI PALAZZO CHIGI, STARRING IL GRAN CROUPIER FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE – DAVVERO, ‘’RIEN NE VA PLUS”? MAI STARE TROPPO TRANQUILLI E CANTARE VITTORIA… IN ITALIA PUÒ SEMPRE SPUNTARE QUALCHE MALINTENZIONATO DECISO A GUASTARE LA FESTA DEI COMPAGNUCCI DELLA PARROCCHIETTA ROMANA - A PIAZZA AFFARI SI VOCIFERA SOTTO I BAFFI CHE FRA QUALCHE MESE, QUANDO I VINCITORI SI SARANNO SISTEMATI BEN BENE PER PORTARE A COMPIMENTO LA CONQUISTA DEL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI, NULLA POTRÀ VIETARE A UNA BANCA DI LANCIARE UN’OPA SU MPS, DOTATO COM’È DEL 13% DEL LEONE DI TRIESTE - A QUEL PUNTO, CHE FARÀ PALAZZO CHIGI? POTRÀ TIRARE FUORI DAL CILINDRO DI NUOVO LE GOLDEN POWER “A TUTELA DEGLI INTERESSI NAZIONALI”, COME È ACCADUTO CON L’OPS DI UNICREDIT SU BANCO BPM, CARO ALLA LEGA? – COME SONO RIUSCITI A DISINNESCARE LE AMBIZIONI DEL CEO DI MPS, LUIGINO LOVAGLIO…