luigi di maio giulio andreotti

E SE ALLA FINE IL PREMIER FOSSE DI MAIO? - IN CAMBIO DEL MINISTERO DELL’INTERNO, SALVINI AVREBBE DETTO OK A LUIGINO A PALAZZO CHIGI. D’ALTRONDE GLI ALTRI DEL M5S SONO TALMENTE IMPREPARATI CHE NESSUN NOME AVREBBE SUPERATO IL VAGLIO DEL QUIRINALE. CHE HA CHIESTO DI AVERE VOCE IN CAPITOLO SU ECONOMIA, DIFESA ED ESTERI, I DICASTERI PER CUI SARÀ ‘GARANTE’ COI PARTNER INTERNAZIONALI - GIORGETTI AI SERVIZI, MASSOLO VERSO LA FARNESINA?

 

Amedeo La Mattina e Ilario Lombardo per “la Stampa

 

Una cosa sembra ormai certa: il premier andrà al M5S. È il compromesso ottenuto dopo venti giorni di trattative tra 5 Stelle e Lega: in cambio il Carroccio strappa il ministero dell' Interno e con molta probabilità il sottosegretariato a Palazzo Chigi con delega ai servizi. Di fatto, il cuore della sicurezza dell' intero Paese.

SALVINI DI MAIO

 

Tutti gli indizi lasciano pensare che, per esclusione, alla fine, il nome di chi guiderà il governo giallo-verde sia quello di partenza: Luigi Di Maio. Dai vertici del M5S tengono le bocche cucite per la paura di anticipare troppo l' ufficialità e di bruciarlo. Ma qualcuno si lascia sfuggire che quanto sta accadendo ripropone quello che era successo con la candidatura di Roberto Fico a Montecitorio. Dopo la fuga di notizie che sarebbe stato il deputato napoletano a vincere la presidenza della Camera, i 5 Stelle si operarono per depistare la stampa, facendo filtrare le ipotesi alternative di Emilio Carelli e Riccardo Fraccaro. Alla fine la spuntò comunque Fico.

 

Ecco cosa sta avvenendo ora per la premiership: il M5S ha fatto circolare una rosa di quattro nomi proposti ai leghisti: i deputati Alfonso Bonafede, Fraccaro (già eletto questore alla Camera) e i senatori Vito Crimi e Danilo Toninelli (capogruppo). Sono tutti parlamentari di provata fedeltà a Di Maio ma figure troppo deboli per Salvini. La Lega ha controproposto, come alternativa ma sempre grillina, Emilio Carelli, ex direttore di Sky Tg24 e responsabile delle relazioni istituzionali del ramo italiano del network di Rupert Murdoch.

SALVINI DI MAIO

 

Acquisto recente della famiglia grillina, Carelli che si è formato a Mediaset e ha ottimi rapporti con Gianni Letta, sarebbe l' opzione meno sgradita a Silvio Berlusconi.

In realtà, a sentire i vertici del M5S è quasi impossibile vedere Carelli a Palazzo Chigi.

Per lo stesso motivo per il quale sarebbe improbabile che la scelta ricadesse su Vincenzo Spadafora: il gruppo storico del Movimento si spaccherebbe. Lo dimostra l' agitazione che si percepiva ieri e quello che sussurrano diversi deputati: «Sono entrati nel M5S l' altro ieri, dai...».

 

Tra i grillini si punta segretamente su Di Maio, con la speranza che alla fine la Lega ceda davvero, anche se qualche resistenza c' è ancora. Ieri l' ultimo summit segreto tra i due leader è durato oltre tre ore. Hanno parlato di premier e di ministri.

 

centinaio salvini giorgetti

Matteo Salvini esulta perché sente che il suo nome non è più un problema per il ministero dell' Interno. Conferma che «un leghista al Viminale sarebbe una garanzia per rimpatri ed espulsioni». Sta attento, però, a non esporre se stesso, prudente fino all' ultimo. Anche perché in gioco ci sono altre poltrone importanti per la Lega: Agricoltura, Trasporti e Sviluppo economico. Vorrebbero anche l' Economia, ma il Quirinale ha chiesto di condividere la scelta del Tesoro, della Difesa e degli Esteri.

emilio carelli silvio berlusconi

 

Sembra perciò in bilico la candidatura naturale del leghista Giancarlo Giorgetti al ministero di Via XX Settembre. Potrà comunque consolarsi con la carica di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi, una posizione di primissimo piano. Per l' Economia, il Colle vorrebbe un nome esterno ai due partiti, una figura tecnica e competente, come da tradizione negli ultimi anni, anche per rassicurare i partner europei e i mercati.

IL BACIO TRA LUIGI DI MAIO E EMILIO CARELLI

 

Stesso discorso per la Farnesina, dove torna in pista Giampiero Massolo, l' ex ambasciatore sondato nei giorni scorsi anche per Palazzo Chigi.

La scelta dei ministri sarà condizionata da alcuni vincoli fissati nero su bianco sul contratto: non potrà esserlo chi ha rapporti con la massoneria, chi è stato condannato o indagato per reati gravi. Oggi Salvini e Di Maio metteranno la loro firma sulla versione finale del programma.

 

giampiero massolo

Nel fine settimane verrà sottoposto al giudizio dei gazebo di M5S e Lega. I grillini, infine, daranno l' ultima parola agli iscritti della piattaforma Rousseau.

L' impressione che si respirava ieri a Montecitorio era di avercela quasi fatta. Bastava osservare la faccia distesa di Di Maio. Anche se i protagonisti di questa storia si compattano in un' ossessiva sensazione di assedio.

 

Il crollo della Borsa, i moniti dell' Ue, lo spread che schizza scatenano Salvini e il redivivo Alessandro Di Battista, che ancora non ha preso il volo per San Francisco: «A quanto pare i fantomatici mercati sono tornati a farsi sentire.

Mi rivolgo ai parlamentari del M5S e della Lega. Siate patrioti! Non emissari del capitalismo finanziario».

ALESSANDRO DI BATTISTA - LUIGI DI MAIO - ROBERTO FICO

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…