enrico letta giuseppe conte sergio staino

“QUELLO CHE IL PD NON CAPISCE È CHE IL PROBLEMA NON È SALVINI, MA UNA PARTE DELLA MAGISTRATURA CHE SI CREDE ONNIPOTENTE” - SERGIO STAINO: “UN PARTITO CHE DOVREBBE ESSERE IL PRIMO DEI GARANTISTI SI È LASCIATO SEDURRE DAL POPULISMO GRILLINO” - “GRILLO È EGOCENTRICO, EGOISTA, INCOLTO, MA CONTE È UNA NULLITÀ TOTALE. IL PD DISSE ‘O LUI O MORTE’ SU SUGGERIMENTO DI UNO DEI MEMBRI PIÙ DELETERI, GOFFREDO BETTINI, SE SAPESSE COSA DICEVA DI LUI L'ULTIMO DEI GRANDI SOCIALISTI, EMANUELE MACALUSO...”

sergio staino

 

Paolo Bracalini per “Il Giornale”

 

Sergio Staino, storico vignettista e anima critica della sinistra con il suo personaggio-alter ego Bobo, l'ex comunista disilluso, ha fatto un post che lui per primo ha definito «sorprendente». Perché lì confessa di sottoscrivere «parola per parola» l'editoriale in cui Augusto Minzolini, direttore del Giornale, spiega perché vanno firmati i sei referendum sulla giustizia, e poi persino la posizione di Matteo Renzi sulla questione del ddl Zan che sta facendo implodere il Pd. A proposito del quale scrive, invece, «come sempre: niente di nuovo sul fronte occidentale».

 

 Il Partito democratico non firma i referendum per riformare la giustizia italiana, lei invece andrà a presenziare nei banchetti. Che dirà Bobo?

«Guardi ho fatto una vignetta su questo, Bobo dice «Salvini passa, la magistratura resta».

Enrico Letta

 

Che fa Staino, attacca i magistrati?

«Quello che il Pd non capisce è che il problema non è Salvini, ma una parte della magistratura che dal '92, grazie anche a noi, noi della sinistra intendo, si crede onnipotente e unica tenutaria del potere di vita e morte sulle persone.

 

La sinistra in Italia è sempre stata attenta a compiacere la magistratura, ma ci sono certi magistrati, gli amici di Travaglio per intenderci, che sono veramente fuori della grazia di Dio dal punto di vista della giustizia. Partono sempre dal presupposto che ognuno è colpevole fino a prova contraria».

 

Il giustizialismo è una piaga italiana?

ENRICO LETTA SEGRETARIO DEL PD BY STAINO

«Lo è, ma non è mica una scoperta che ho fatto ora, vent' anni fa feci una striscia per il Corriere della sera dove ironizzavo tristemente sulla frase pronunciata all'epoca da Piercamillo Davigo, quando disse che la magistratura era l'unico corpo sano dello Stato italiano. Io risposi che queste erano dichiarazioni da militari prima del golpe.

 

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE BY OSHO

Votai all'epoca per la separazione delle carriere tra pm e giudici, mi sono sempre battuto per questo. Io posso anche ammettere che un pm debba partire dalla idea che chiunque deve essere colpevole, ma il giudice no, deve partire dal principio opposto, che chiunque è innocente a meno che non si possa dimostrare il contrario. Sono due metodi e due mentalità diverse, non si può confonderle e non si può farle convivere negli stessi corridoi, dove si incontrano e mettono d'accordo sulle sentenze. È profondamente sbagliato».

STAINO RENZI

 

La magistratura ha condizionato la vita politica italiana?

«La condiziona ancora oggi. Io nel mio partito ho un signore che è Luca Lotti che trattava con i giudici le nomine della magistratura. E non è mai stato espulso, si è solo autosospeso in attesa di giudizio! Ma quale giudizio? Io non ne ho bisogno, quello che ha fatto è deontologicamente contrario alla mia idea di giustizia e anche di sinistra. Eppure mi sembra che ancora adesso in Toscana non si muova foglia che Lotti non voglia».

 

Troppa contiguità tra Pd e toghe.

GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE

«Ma certo, è stato un eccesso. Purtroppo un partito che dovrebbe essere il primo dei garantisti si è lasciato sedurre dal populismo grillino, ha seguito la pancia degli elettori invece di guidarli, come hanno fatto i nostri fondatori socialisti alla fine dell'800. La priorità in ogni paese per loro era costruire la scuola, non appoggiarsi alle forze momentaneamente favorevoli a noi, come è sembrata essere la magistratura. Non è quello che ci hanno insegnato i nostri padri socialisti. Come neppure mi interessa se Salvini è amico di Orbàn, io l'ho sempre attaccato Salvini ma stavolta non c'entra, si vota su delle idee e sullo stato della giustizia italiana».

VIGNETTA KRANCIC - ROBERTO FICO - ROCCO CASALINO - GIUSEPPE CONTE - BEPPE GRILLO

 

 Il Pd sta commettendo l'ennesimo errore politico?

«Come con le monetine a Craxi o la drammatica vicenda di Del Turco, che urlano vendetta, è il continuo adagiarsi sulla magistratura. Ci siamo accodati ai grillini».

 

Mi par di capire che non creda all'alleanza Pd-M5s.

«Mai dato credito, ho conosciuto personalmente Beppe Grillo dalla giovinezza, l'ho sempre molto criticato e ad un certo punto anche disprezzato. L'abbiamo pagata carissima, mi dispiace perché ci sono caduti persone inimmaginabili, da Dario Fo a Stefano Rodotà sono rimasti affascinati da questo maledetto Vaffa».

zingaretti letta

 

Allora meglio Conte a guidare i Cinque Stelle?

«Ancora meno, lui proprio non esiste. Grillo ha una sua personalità malefica, è un Masaniello teatrale, egocentrico, egoista, incolto, ma l'altro è una nullità totale».

 

 Era proprio il Pd a gridare «o Conte o morte», quando voleva a tutti i costi fare il terzo governo Conte.

«Sì, lo disse il Pd su suggerimento di uno dei membri più deleteri, Goffredo Bettini, se sapesse cosa diceva di lui l'ultimo dei grandi socialisti, Emanuele Macaluso...»

ENRICO LETTA MATTEO SALVINIgoffredo bettini guarda la diretta di giuseppe conteENRICO LETTAENRICO LETTA E MATTEO SALVINI STAINO

 

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?