malagò letta giorgetti

SI SCRIVE MALAGO’, SI LEGGE GIANNI LETTA - IL GOVERNO ATTACCA IL NUMERO 1 DEL CONI ANCHE PER ARCHIVIARE IL POTERE ROMANO DI LETTA, SUO MENTORE - GIORGETTI DURO: “MALAGO’ STA ESAGERANDO. MI HA DATO DEL FASCISTA: VUOLE DISCUTERE DELLA RIFORMA O VUOLE CHE LA FACCIAMO QUANDO AVRÀ ESAURITO IL SUO MANDATO?” - E PENSARE CHE LA PRESIDENZA AL CONI 'MEGALO' LA STRAPPO' ANCHE COL SOSTEGNO DEL LEGHISTA MARONI...

Valerio Piccioni per la Gazzetta dello Sport

malagò giorgetti

«Incontrarsi? Ma non vuole ragionare, sta esagerando, spero ritrovi un po' di buon senso, sa bene su cosa si potrebbe trattare, ma ormai ne ha fatto una questione personale». In attesa che cominci la premiazione del 36° Sport Movies & Tv Festival, nell' auditorium di Palazzo Lombardia, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti torna sulla querelle con Giovanni Malagò a cinque giorni dal Consiglio nazionale in cui il presidente del Coni ha rotto gli argini con l' accusa al governo di voler «occupare» il Coni.

 

«Mi ha dato del fascista, ci ha accusato di ledere l' autonomia dello sport. Ma la norma l' ha letta - si chiede Giorgetti -? Lo ha capito che in realtà con questa riforma le federazioni finalmente avranno l' autonomia che meritano?

Perché nessuno sottolinea la detassazione e gli sgravi fiscali che prevediamo per le federazioni e le società dilettantistiche?».

 

malagò gianni letta

NESSUN RINVIO Ora Malagò auspica un nuovo incontro, Giorgetti non gli ha ancora dato una risposta, potrebbero vedersi giovedì. Ma con quali esiti? Solo cinque giorni fa, la trattativa era ancora in piedi, il governo era disposto a trattare su alcune modifiche in direzione del Coni: nomine più collegiali nel cda di Sport e benessere, un potere di indirizzo dei criteri di distribuzione dei contributi federali riservato al Comitato olimpico, un' introduzione graduale della riforma. Aperture che ora sono sparite dal tavolo, almeno questo fa intendere Giorgetti.

 

malagò giorgetti

«La riforma va attuata il prima possibile», dice a chiare lettere. «Il 2021? Non ha alcun senso, se la riforma non è buona oggi, perché dovrebbe esserlo tra due anni? Malagò vuole discutere della riforma o vuole semplicemente che la facciamo quando avrà esaurito il suo mandato?». Non risparmia frecciate, il sottosegretario. «Mettersi a chiamare gli atleti per farli intervenire, ma sono tutti atleti dell' Aniene».

 

SFIDA Il fatto, però, è che ci sono diverse correnti di pensiero giuridiche che hanno molti dubbi sulla presunta illegittimità di una norma ordinamentale inserita nella legge di Bilancio. Le poche righe del provvedimento impongono di toccare altre leggi, prima fra tutte quella che regolamenta gli organi di governo del Coni, ritoccata dalle riforme Melandri (1999) e Pescante (2004). «Vogliono spiegare a me che ho lavorato a ventidue finanziarie cosa ci va messo e cosa no. Vedremo dopo i passaggi in Parlamento chi ha ragione». Porta chiusa anche di fronte alla richiesta espressa Franco Carraro di cambiare lo «strumento» della riforma.

carraro malago petrucci cucci pescante zazzaroni

 

«Un decreto legge? Proprio perché la Coni servizi fu istituita con un decreto legge non lo abbiamo fatto. Ricordo che è partecipata al 100% dal Mef, potremmo cancellarla senza dover rendere conto a nessuno». E invece, «siccome a noi interessa lo sport di base e non quello di palazzo, e siccome la riforma va proprio nella direzione delle decine di migliaia di volontari che portano avanti le associazioni sportive - conclude -, se è buona deve essere attuata subito e noi pensiamo che sia molto buona». Nei prossimi giorni, però, inevitabilmente la norma dovrà essere irrobustita: non solo modificare, ma anche aggiungere.

giovanni malagò foto mezzelani gmt008

 

ALEX Infine la riforma è criticata in un tweet anche da Alex Zanardi: «Malagò e Pancalli hanno costruito tanti successi dello sport perché conoscono l' odore dello spogliatoio. La Politica è altro, Ministro ci pensi».

 

 

 

IL TERRORE DI MALAGÒ: IL POTERE CHE TRAMONTA CON UNA PAGINA

Carlo Tecce per il Fatto Quotidiano

 

malago'

Una pagina, che ingiuria. Anzi, che miseria. Il governo archivia l' epopea di Giovanni Malagò al Coni con una pagina nella legge di Bilancio, un testo nel più volgare burocratese, così inelegante e sprezzante che i garbati tesserati del circolo canottieri Aniene inorridiscono, saldata l' iscrizione da trentamila euro e la quota fin troppo piccina - al massimo cinquemila - per una stagione di salutare attività ginnica e sociale.

 

luca di montezemolo giovanni malago

E giammai arresi, i garbati tesserati, supplicano il presidente, il bello e bravo presidente, di resistere, di combattere, di salvare l' onore di tiro al volo, caccia al frullo, lancio del rulletto, corsa campestre, boccette, capoeira, trottola, carambola - cioè di circa quattrocento discipline sportive distribuite in decine di federazioni - e soprattutto di proteggere la cassa di 410 milioni di euro all' anno di finanziamento che quel barbaro leghista del sottosegretario Giancarlo Giorgetti - fautore del "popolo contro élite" - ha intenzione di scippare al Coni e assegnare nientemeno che al governo. Fascista, anche se Malagò non ha definito fascista il governo, ma ha rammentato che neppure il fascismo, regime e non governo, era talmente sfacciato col Coni imperlato di una tradizione lunga un secolo, più di un secolo. E l' autonomia sportiva, al tempo d' oggi, dove finisce?

MALAGO' SALA MARONI

 

Malagò ha chiamato Gianni Letta, gli amici renziani, gli amici di centro, di destra e di sinistra. Ha rovistato tra la Lega che fu del Nord e vuole entrare a Roma - e all' Aniene, inteso il circolo, dovrà citofonare - e tra i Cinque Stelle. Ha schierato la nuotatrice Federica Pellegrini. Ce l' ha una campionessa pluridecorata, Giorgetti? Ha scomodato Daniele Lupo, medaglia d' argento, impegnato a discettare di riforme e di orgoglio sportivo. E poi quel gesto di scarsa considerazione, una pagina buttata lì. Una pagina per Malagò: è una frase priva di senso e di senso del pudore, una becera provocazione. Va spiegato a Giorgetti che in una pagina Malagò non riesce a fornire neanche le generalità. (...) A Silvio Berlusconi, un piazzista di professione, ha rifilato una cinquantina di Mini.

 

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Pure Malagò ha un' età indefinita e una pletora di donne, mogli, amanti, fidanzate, confidenti: Polissena di Bagno e Lucrezia Lante della Rovere, Valeria Marini e Claudia Gerini, Monica Bellucci e Carla Bruni, Anna Falchi e Flavia Vento. Una pagina, che follia. Come fai in una pagina a descrivere le peripezie universitarie di Malagò.

 

(...) Il secondo mandato al Coni l' ha conquistato in trionfo, il primo l' ha strappato - era il 2013 - punto su punto con il sostegno dei leghisti, all' epoca di Bobo Maroni: "Ti cambio il rapporto della Lega con lo sport, io ho cinque milioni di iscritti, io valgo il cinque per cento del Prodotto interno lordo", illustrava al telefono - con modestia - a Isabella Votino, allora portavoce di Maroni. Malagò è la metropolitana veloce che non esiste e unisce Roma, che va a braccetto con Walter Veltroni e Gianni Alemanno, che piace a Matteo Renzi e Gianni Letta, che gestisce i fallimentari Mondiali di nuoto di Roma 09 e neppure la pochette si macchia.(...9

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