LA “SINISTRA” ROSSANA RUMMO TORNA DA PARIGI, E GALAN DEVE TROVARLE UN POSTO AL MIBAC - L’ICE CANCELLATO DA TREMONTI COSTA CARO A MASTROBUONO: ROMANI MANDA A CASA IL CAPO DI GABINETTO (IL MINISTRO DI “COLPO GROSSO” LOTTA CON FORMIGONI PER IL CONTROLLO DEL PDL NELLA RICCA BRIANZA) - L’“ANIMA” DEL DOTTOR SOTTILE…

Da "Italia Oggi"

1 - UNA ROSSA PER GALAN. POSTO DA DIRIGENTE PER ROSSANA RUMMO, VICINA A BERLINGUER...
A volte ritornano: l'antologia di racconti dell'orrore di Stephen King viene evocata, in questi giorni, nelle stanze del ministero per i Beni e le attività culturali. Sì, perché in via del Collegio Romano devono trovare un posto, non uno qualsiasi ma una direzione generale, a Rossana Rummo.

Napoletana, classe 1953, «era stata assunta come dirigente generale, senza concorso, durante il governo di Massimo D'Alema» (dal 1998 è direttore generale della pubblica amministrazione), dicono a denti stretti nel dicastero di Giancarlo Galan, e ora che torna in Italia dopo l'esperienza vissuta in Francia in qualità di direttore dell'Istituto italiano di cultura a Parigi ha diritto a una collocazione rispettosa della sua carriera.

Negli ultimi giorni si era fatta notare per la sua predilezione per il cinema impegnato: «Una ragazza che non ha potuto trovare l'invito per assistere al dialogo con Nanni Moretti è arrivata con una Sacher come biglietto», ha detto Rummo: già, perché nella capitale transalpina è andata in scena la serata della Cinémathèque per il regista più antiberlusconiano d'Europa, con Rummo onorata di presentare il film «Habemus Papam».

È stata definita nel tempo con diverse etichette, ma sempre collegate alla sinistra: prima l'hanno marchiata come berlingueriana (l'ex segretario del Partito comunista italiano, Enrico, non c'entra niente: si riferivano all'ex ministro Luigi), quindi melandriana, e pure veltroniana.

Prima ha diretto il dipartimento dello spettacolo, quindi direttore generale per il cinema (imperdibile l'intervista sul film «Ultimo tango a Parigi» e la storia della censura cinematografica in Italia), nel 2001 ha ricoperto la carica di commissario straordinario per la cultura del comune di Roma, poi presidente del Teatro Mercadante, Teatro Stabile di Napoli, dal dicembre 2003 al dicembre 2007 direttore generale dell'Azienda Speciale Palaexpo che gestisce le Scuderie del Quirinale, il Palazzo delle Esposizioni, la Casa del Cinema e la Casa del Jazz, membro della commissione nazionale dell'Unesco, e molto altro ancora.

Ora però toccherà a Galan dare un posto a Rummo: già si parla di una sedia pronta, quella della direzione generale per gli archivi del ministero per i Beni e le attività culturali, attualmente occupata da Luciano Scala. «Non ci azzecca niente», commentano nel dicastero a proposito di quella destinazione dirigenziale, ma una poltrona andrà comunque assegnata alla fan di Nanni Moretti. (Pierre de Nolac)

2 - L'ANIMA DI AMATO ...
Giuliano Amato superstar: ieri sera ha festeggiato a Roma, alla terrazza Caffarelli, il decennale del premio Anima, e oggi nella sala Igea dell'Istituto della Enciclopedia Italiana presenterà la grande mostra «La macchina dello stato», che verrà inaugurata giovedì negli spazi dell'Archivio centrale dello stato, all'Eur.

Se nell'esposizione protagoniste saranno le strutture organizzative statali tra il 1861 e il 1948, e il ruolo che hanno avuto nel disegnare contorni e contenuti della nazione unificata, ieri l'ex presidente del consiglio ha voluto lodare l'associazione non profit promossa da Unindustria che, con il premio Anima, ha come obbiettivo la valorizzazione del contributo apportato da personalità del mondo dell'arte e della cultura alla crescita della coscienza etica.(Donato de' Bardi)

3 - LA SCURE DI ROMANI AL MINISTERO. SALTA IL CAPO DI GABINETTO...
Non si respira un'aria rilassata, in questi giorni, nei corridoi del ministero dello sviluppo economico. Si racconta di alcune riunioni al vertice particolarmente tese. Al termine di una di queste il titolare del dicastero, Paolo Romani, ha preso una decisione piuttosto forte, che concretizzerà i suoi effetti nei prossimi giorni.

Il ministro, in sostanza, ha deciso di «licenziare» il capo di gabinetto, Luigi Mastrobuono, e la sua vice, Rosanna Lanzara. A quanto filtra, dietro le intenzioni di Romani ci sarebbe la delicata partita che si sta giocando intorno all'ormai defunto Ice, ovvero l'Istituto per il commercio estero. Soppresso senza tanti complimenti dal ministero dell'economia, Giulio Tremonti, in uno degli ultimi decreti predisposti da via XX Settembre, l'istituto sembra aver suscitato una certa nostalgia nel ministro dello sviluppo economico, che proprio in questi momenti sta studiando il modo per rilanciarne le funzioni, verosimilmente affidandole a una struttura diversa.

E qui, secondo le ricostruzioni, entra in gioco Mastrobuono, che in un certo senso pagherebbe la sponda offerta a Tremonti nel momento della cancellazione dell'ente. Dallo Sviluppo Economico si limitano a confermare che Mostrobuono e la Lanzara nei prossimi giorni lasceranno il gabinetto. Aggiungono solo che si tratterebbe di una decisione consensuale di Romani e dei diretti interessati, fondamentalmente ispirata dalla necessità del ministro di completare una sua squadra all'interno del dicastero.Romani, infatti, si è «trovato» Mastrobuono, nel momento in cui si è seduto sulla poltrona più importante del dicastero di via Veneto. Un normale avvicendamento, dunque, slegato da partite interne di più ampia portata.

Le sensazioni che però filtrano dalle stanze del ministero restituiscono uno scenario più politico. Sull'Ice, infatti, gli strascichi non si sono affatto esauriti. Romani, sulla spinta di alcuni imprenditori, si è ormai convinto che l'abolizione dell'istituto sia stato un errore. Tutte le funzioni svolte per la promozione del commercio e della internazionalizzazione delle imprese nostrane all'estero, infatti, dovrebbe essere curata in futuro dal ministero dello sviluppo economico e da quello degli esteri. Al momento, però, è in atto una laboriosa fase di transizione che deve scontare lungaggini inevitabili, mentre nel mondo sono decine le aziende che aspettano di avere un interlocutore affidabile per tutti gli eventi che già sono stati programmati.

Insomma, le stesse imprese hanno fatto capire a Romani che non c'è tempo per aspettare una riorganizzazione condivisa dai due dicasteri interessati. E questo è il motivo per cui, usando una semplificazione, si potrebbe dire che si sta valutando una resurrezione dell'Ice. Cosa che, naturalmente, non potrà avvenire sic et simpliciter, ma magari affidandone le funzioni a una struttura già esistente (c'è chi parla di Invitalia), o a una di nuova costituzione che in buona parte replichi l'impalcatura dell'Ice. Mastrobuono, che negli ultimi mesi si era occupato della fase finale dell'Ice, agli occhi di Romani non è sembrato più essere l'uomo giusto a cui affidare il gabinetto.

Per questo, al di là delle spiegazioni ufficiali, la sua uscita dall'ufficio sembra essere tutt'altro che fluida. Di certo la vicenda è seguita con interesse anche dalla Confindustria di Emma Marcegaglia, da sempre favorevole alla soppressione dell'Ice. E questo per un semplice motivo: viale dell'Astronomia ha fondato una società, la Dolce Stil Novo, che sta lavorando per cercare di ereditare le attività dell'istituto. E fare affari con esse.(Stefano Sansonetti e Alessandra Ricciardi)

4 - IL DUELLO DI FORMIGONI CON ROMANI. PER IL CONTROLLO DEL PDL NELLA RICCA BRIANZA...
Sarà pure la prima provincia d'Italia a tagliare il traguardo dei congressi del Pdl, come era stato trionfalisticamente annunciato dai vertici di partito, un paio di settimane fa, ma ogni giorno che passa Monza e la Brianza sembrano piuttosto lontane dal quadretto concorde da recare in dono al neosegretario nazionale Angelino Alfano. Se alla fine d'agosto, le tre anime del partito, ex-azzurri, ex-aennini e formigoniani, parevano disposte a una gestione pressoché unitaria dei congressi, oggi il dualismo fra gli uomini del presidente regionale e i forzisti del '94, patrocinati dal ministro Paolo Romani, si è andato sempre di più marcando.

Innanzittutto è stato subito chiaro che, unitari o meno che saranno i congressi, Roberto Formigoni vuole per i suoi la guida del coordinamento provinciale. Convincimento che ha un fondamento di tipo aritmetico: all'ultima elezione in cui si sia votato su tutto il territorio, vale a dire proprio alle regionali, la corrente presidenziale aveva messo insieme molti voti di preferenza, riuscendo a mandare in consiglio regionale ben due rappresentanti, il desiano Massimo Ponzoni, già assessore all'Ambiente uscente, e il monzese Stefano Carugo, in giunta proprio nella città della Corona ferrea. E proprio quest'ultimo sarebbe l'uomo designato dal governatore.

Sull'altro fronte, i post-azzurri, non paiono sentirci per niente da questo orecchio. Sebbene in Forza Italia, per anni, abbia dominato la retorica sul partito degli eletti, puro, libero da inciuci correntizi, effettivamente rappresentativo del popolo di Silvio Berlusconi, stavolta l'argomento-voti non pare accettabile. Anzi, qualcuno ricorda che proprio la posizione di coordinatore provinciale, prima che fosse ereditata dal deputato Elena Centemero, era stata a lungo e saldamente nelle mani di un uomo del presidente della Regione Lombardia, quel Ponzoni che poi, finito invischiato nell'inchiesta Infinito, mix di corruzione politica e contiguità mafiose per cui è ancora sotto indagine, aveva passato la mano. Dunque, in nome della discontinuità, basta con i formigoniani alla testa del Pdl brianzolo.

E, con il beneplacito del ministro Romani, che conosce bene questo territorio per essere stato anche assessore all'Urbanistica a Monza, la corrente fa quadrato intorno all'assessore provinciale Fabrizio Sala, vicesindaco di Misinto. Un nome che si è cercato di imporre fin dal luglio scorso, cavalcando lo scontento per la gestione delle elezioni comunali da parte della Centemero.

Decisiva, a questo punto, sarà la scelta degli ex-An, che già esprimono il presidente di Provincia, Dario Allevi. La componente ha mostrato i muscoli nello scorso fine settimana, organizzando a Monza, la Festa identitaria, raduno dai toni vagamente lewisiani, il cui simbolo era il leone di Cronache di Narnia. Nello sfolgorio dei labari lombardi, dai lariani di «Futuro» a «Lodi protagonista», con una spruzzatina antiberlusconiana assicurata dal deputato Viviana Beccalossi, scandalizzata ex-post per la candidatura di Nicole Minetti, nei corridoi del Teatro binario 7 s'è parlato anche di congresso ma senza arrivare a nulla. La linea arriverà, prossimamente, da Ignazio La Russa.

Intanto, i maggiorenti brianzoli si allocano e si suppone che le iscrizioni al partito, sulla base delle quali si voterà, arriveranno di conseguenza. L'Esagono, settimanale monzese esperto di cose pidielline, dà per scontato che Ponzoni riverserà il suo seguito su Carugo o sull'uomo eventuale di Formigoni (in pole anche l'attuale vicecoordinatore Samuele Sanvito).

Ma il tesseramento, che ritorna in terra di Brianza, dopo quasi 20 anni, quando la Dc si divideva fra gli andreottiani di Luigi Baruffi e la base di Vittorino Colombo, rinfocola la antiche passioni scudocrociate: secondo il medesimo giornale, Mimmo Pisani, noto imprenditore, forzista della prima ora poi uscito lato Udc per dissidi interni e attualmente consigliere provinciale del partito di Casini, starebbe riportando a casa molti militanti pidiellini in fuga dallo scontro Romani-Formigoni. (Goffredo Pistelli)

 

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