LA SPAGNA TOCCA IL FONDO (SALVA STATI) E I TEDESCHI SI PREPARANO ALLA STANGATA - IL SIMPATICO PRESIDENTE DELL’EUROGRUPPO JEAN-CLAUDE JUNCKER ANNUNCIA “CONDIZIONI MOLTO DURE” - GLI SPAGNOLI CERCANO DI ANTICIPARE LE MOSSE DELL’ESM E DELLA BCE PER EVITARE IL DIKTAT CHE PERÒ QUASI SICURAMENTE ARRIVERÀ E PER RAJOY LO ASPETTA UNA PIAZZA DURISSIMA...

Andrea Bonanni per "la Repubblica"

Se e quando Madrid chiederà l'aiuto del nuovo fondo salva stati e della Bce, «ci confronteremo con la Spagna su condizioni molto dure», annuncia il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker in una intervista alla televisione bavarese Bayrischer Rundfunk. Una dichiarazione che si inserisce nel lungo tira e molla che ormai da settimane contrappone il governo di Mariano Rajoy ai suoi interlocutori europei sulle condizioni cui il Paese dovrà sottoporsi per ottenere l'aiuto di Bruxelles e Francoforte.

Sicuramente la durezza dell'intervento di Juncker si spiega anche con il pubblico a cui era diretto: la Baviera, e il partito democristiano bavarese, alleato della Merkel, sono oggi due baluardi della linea di rigore sostenuta dei «falchi» tedeschi, contrari ad ogni intervento della Bce sul mercato secondario dei titoli di stato.

L'insistenza sul fatto che le condizioni imposte alla Spagna saranno «molto dure» potrebbe dunque essere dettata dal desiderio di smentire l'idea che l'intervento europeo sia una forma di «finanziamento facile dei debiti pubblici», come sostengono i critici tedeschi della linea adottata da Draghi e dalla Bce, e sostenuta dai ministri finanziari della zona euro.

Un ricorso di Madrid al nuovo fondo salva-Stati e alla Banca centrale europea difficilmente arriverà prima dell'8 ottobre, data in cui si riuniranno i ministri finanziari dell'Eurogruppo a Lussemburgo e in cui daranno formalmente il via all'Esm, il fondo permanente dotato di una capacità di intervento di quasi settecento miliardi.

Ma la pressione dei mercati perché la Spagna chieda aiuto si fa sempre più forte, e anche ieri lo spread sui titoli spagnoli è salito fino a superare i 600 punti base, mentre un'asta di bond a breve e media scadenza ha fatto registrare tassi solo leggermente inferiori a quelli dei mesi scorsi. Una nuova emissione di titoli a dieci anni è prevista per domani, e potrà dare un'idea più precisa se la Spagna sarà in grado di continuare a finanziarsi sui mercati.

Ma il governo di Mariano Rayon ancora non si decide al grande passo. «Prenderemo la decisione migliore per la Spagna e vogliamo capire esattamente ogni aspetto del problema», ha detto ieri la vicepremier, Soraga Senza de Santarellina. La speranza di Madrid è che l'Europa si accontenti delle misure che il governo ha già adottato, e di quelle che si prepara a varare.

Alla riunione dei ministri nel fine settimana scorso a Cipro, lo spagnolo De Guindos ha annunciato che entro la fine del mese sarà presentato un programma dettagliato delle riforme strutturali che ancora restano da compiere secondo Bruxelles, con precise date di attuazione. L'idea è quella di anticipare le condizioni che l'Esm e la Bce potrebbero domandare, in modo da evitare un diktat che risulterebbe umiliante. Ma basteranno questi passi per scongiurare nuove imposizioni da Bruxelles? A sentire le dichiarazioni di Juncker, si potrebbe dubitarne.

 

JEAN CLAUDE JUNCKER CON ANGELA MERKELVERTICE MONTI MERKEL RAJOY HOLLANDEMariano RajoyMARIO DRAGHIMARIO DRAGHI

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