parlamento europeo ursula von der leyen commissione unione europea giorgia meloni antonio tajani olaf scholz emmanuel macron donald tusk

LO STATUS QUO SE LA COMANDA A BRUXELLES: SOCIALISTI, POPOLARI E LIBERALI HANNO TROVATO L’ACCORDO PER LE POLTRONE DI VERTICE DELL’UE. VON DER LEYEN SARÀ CANDIDATA AL BIS ALLA COMMISSIONE, IL SOCIALISTA PORTOGHESE ANTONIO COSTA AL CONSIGLIO EUROPEO (DOVE IL PPE RINUNCIA ALLA STAFFETTA TRA DUE ANNI E MEZZO) E LA LIBERALE KAJA KALLAS A QUELLA DI ALTO RAPPRESENTANTE.  – URSULA STA NEGOZIANDO DIRETTAMENTE CON MELONI: OGGI CI SARÀ UN COLLOQUIO DEL PARTITO POPOLARE EUROPEO CON LA DUCETTA -  I VELENI TRA PPE E S&D: “CHI CI DICE CHE TUTTI SARANNO LEALI? MANCA LA FIDUCIA”

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

FONTI, PRONTO L'ACCORDO AL VERTICE UE SUI TOP JOBS

(ANSA) - Il "pacchetto" von der Leyen alla Commissione, Costa al Consiglio europeo e Kallas come Alto rappresentante, "è stabile" e "non ci sono altri nomi" in vista dell'accordo atteso al prossimo vertice Ue di giovedì e venerdì. Lo sottolineano varie fonti diplomatiche a margine del Consiglio Affari Generali in corso in Lussemburgo

 

MEDIA, 'VON DER LEYEN NEGOZIERÀ DIRETTAMENTE CON MELONI' 

(ANSA) - Ursula von der Leyen negozierà direttamente con Giorgia Meloni per la futura maggioranza Ue, non in quanto leader dei Conservatori Ue ma in qualità di premier italiana, per decidere quale sarà il portafoglio riservato all'Italia nella prossima Commissione europea. E' quanto rendono noto diversi media internazionali dopo l'accordo emerso sui top jobs Ue tra Popolari, Socialisti e Liberali. Secondo quanto appreso dalla Faz, nel pomeriggio i negoziatori del Ppe dovrebbero avere un colloquio con la Meloni per informarla.

 

FONTI, 'PPE RINUNCIA A STAFFETTA AL CONSIGLIO EUROPEO'
(ANSA)
- L'accordo di principio raggiunto tra Popolari, Socialisti e Liberali per i nuovi vertici Ue prevede che il portoghese Antonio Costa sia nominato alla guida del Consiglio europeo per un periodo iniziale di due anni e mezzo - come previsto dai trattati - e spetterà poi ai leader, come prassi, decidere in un secondo momento se prorogare la sua presidenza per i restanti due anni e mezzo di mandato. E' quanto si apprende da fonti diplomatiche. L'intesa si allontana così dalla richiesta avanzata nei giorni scorsi dal Ppe di una staffetta automatica al vertice del Consiglio dopo i primi 2 anni e mezzo.

 

EMMANUEL MACRON - DONALD TUSK - OLAF SCHOLZ

TUTTI CONTRO TUTTI RISCHIO STALLO SULLE NOMINE ULTIMO SCONTRO PPE-PSE "TRA NOI MANCA FIDUCIA"

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

«Chi ci dice che in Parlamento tutti saranno leali? Chi ci assicura stavolta che Ursula von der Leyen sarà eletta? Chi ci garantisce che i socialisti non avranno defezioni?». Un esponente del Ppe che segue da vicino il negoziato in corso per le nomine europee descrive così la situazione in vista del Consiglio europeo di giovedì prossimo. In un quadro di potenziale collasso del sistema politico europeo, nessuno si fida. Perchè la confusione riguarda tutti.

 

manfred. weber 2

Anche la destra sovranista che appariva in avanzata e che ora si ritrova a fare i conti con le dissidenze interne esplosive. Ma è soprattutto il tradizionale dialogo tra socialisti e popolari a presentare delle incrinature. «Per la prima volta nella nostra storia - racconta ancora - non c'è fiducia reciproca. E nella sfiducia tutti giocano una partita diversa, anche con ambizioni personali».

 

Sul tavolo, allora, c'è una variabile essenziale […]. Giovedì e venerdì prossimo il Consiglio europeo dovrà eleggere il suo nuovo presidente e designare la presidenza della Commissione. Ma mentre la prima carica ha bisogno solo della maggioranza dei governi (il 55% degli aventi diritto che rappresentano almeno il 65 per centro della popolazione europea), la seconda deve essere confermata a scrutinio segreto dal Parlamento europeo.

 

antonio costa

I "negoziatori" del Ppe allora hanno iniziato a dire ai socialisti: se noi rispettiamo l'accordo in Consiglio e voi non controllate i vostri nell'Eurocamera, poi ci ritroviamo Antonio Costa presidente del consiglio europeo ma non Von der Leyen alla guida dell'esecutivo Ue. Per questo adesso insistono sull'idea di affidare al candidato socialista, l'ex premier portoghese, solo la prima metà del mandato. E poi confermare la seconda solo se il patto su Ursula tiene a Strasburgo.Una linea che il Pse al momento non accetta.

 

Per due motivi. Il primo: se la premessa è che non si mettono in discussione i nomi che presentiamo, allora voi non potete porre veti su Costa come noi non li mettiamo sulla vostra "Spitzenkandidatin". E come è sempre stato la presidenza del consiglio europeo ha una durata quinquennale. Il secondo: chi ci garantisce che i franchi tiratori contro Von der Leyen non siano invece i vostri?

 

EMMANUEL MACRON - OLAF SCHOLZ - DONALD TUSK

I nodi dunque si stringono intorno a questi interrogativi che si basano su un contesto irregolare rispetto al passato. Anche nel Ppe, infatti, si stanno intersecando tattiche diverse e individuali. La linea Weber (presidente del partito)-Tajani (vicepresidente) spinge verso un dialogo con la destra di Ecr, quindi con Giorgia Meloni. Il principale "negoziatore" popolare, il primo ministro polacco Tusk, vuole conservare il rapporto con i socialisti sapendo che qualsiasi sbandata a destra costringerebbe gli oltre 130 europarlamentari S&D a votare contro von der Leyen.

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

 

Anzi, il sospetto è che nel partito più importante del Ppe, la Cdu tedesca, sia in corso un lotta per far saltare proprio il bis di Ursula. E che il vicepresidente del consiglio italiano faccia nello stesso tempo di tutto per tenere aperta una porta alla sua premier. E magari mettere successivamente sul tavolo le sue "personali" carte.

 

Non solo. L'ulteriore elemento di instabilità si trova proprio a destra. L'eventuale sponda di Ecr comincia a essere più problematica. Nell'arcipelago sovranista sta succedendo di tutto. Sembra una polveriera pronta a esplodere. Basti pensare che persino il forte partito polacco Pis (20 eletti) sta valutando di lasciare il gruppo Ecr. […]

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…