SUDAMERICANI E TRASPARENTI: CON VÉRGEZ E PAROLIN IL PAPA TRASFORMA IL VOLTO DEL VATICANO

1 - RIVOLUZIONE DI BERGOGLIO LA CURIA DEL DOPO VATILEAKS
M.Antonietta Calabrò per "Corriere della Sera"

Bergoglio costruisce il governo della Chiesa del dopo Vatileaks. Deciso il nuovo segretario del Governatorato (carica che fu di Carlo Maria Viganò le cui lettere diedero il via alla stagione della diffusione dei documenti del Corvo), in arrivo il nuovo segretario di Stato, in sostituzione del cardinale Tarcisio Bertone (oggetto delle critiche durissime di Viganò).

Due scelte di stretta fiducia del Pontefice. La prima è già stata ufficializzata ieri: padre Fernando Vérgez Alzaga è nuovo segretario generale del governatorato. Vérgez, spagnolo, sacerdote dei Legionari di Cristo, è stato per molti anni segretario del cardinale argentino Edoardo Francisco Pironio, ed è stato capo del servizio Internet del Vaticano e direttore delle Telecomunicazioni.

Come segretario di Stato, il cinquantottenne Pietro Parolin, che aveva lasciato Roma quattro anni fa, ordinato arcivescovo da papa Benedetto XVI e inviato come nunzio in Venezuela, dopo essere stato per sette anni «viceministro» degli esteri vaticano. Tornerà come primo collaboratore di papa Francesco che lo richiama Oltretevere.

L'annuncio ufficiale è atteso oggi, dopo che della nomina sono stati informati dal Pontefice i diretti interessati e il decano del Collegio cardinalizio, Angelo Sodano. Parolin (il cui motto episcopale è la domanda retorica di San Paolo nella Lettera ai Romani: «Chi ci separerà dall'amore di Cristo?») diventerebbe così il più giovane nella carica, dai tempi di Eugenio Pacelli.

Secondo alcuni, il Papa avrebbe pensato anche alla nomina del cardinale Oscar Luigi Maradiaga, attuale arcivescovo in Honduras. Il salesiano, amico di vecchia data di Francesco, avrebbe preferito mantenere il suo ruolo di fidato consulente del Pontefice.

Maradiaga è infatti il coordinatore del gruppo di otto cardinali, impegnato nel progetto di riforma della costituzione Pastor Bonus, la Costituzione apostolica che regola l'organizzazione della Curia romana. Ma è stato il Papa stesso a smentire questa ipotesi nella conferenza stampa sul volo di ritorno da Rio de Janeiro a Roma. In quell'occasione Francesco ha definito «outsider» gli otto cardinali membri del suo speciale e inedito «consiglio della corona». In quel gruppo, quindi, non ci poteva essere il «premier» di Bergoglio.

L'avvicendamento di Bertone diventerà operativo dopo quarantacinque giorni dall'annuncio, cioè a metà ottobre. Una prassi che viene seguita quando il successore non è presente in Vaticano e deve lasciare la sua sede ed essere avvicendato. Il cardinale Bertone rimarrà presidente della Commissione cardinalizia sullo Ior (incarico in cui era stato prorogato da Benedetto XVI dopo le sue dimissioni) ma probabilmente solo fino al completamento, il prossimo dicembre, del secondo rapporto del Comitato Moneyval del Consiglio d'Europa sulle procedure antiriciclaggio del Vaticano e della Santa Sede.

Francesco ha anche nominato Paolo Ceruzzi consultore della Prefettura degli affari economici della Santa Sede. Una promozione per Ceruzzi, dal gennaio 2012 «esperto» del dicastero presieduto dal bertoniano cardinale Giuseppe Versaldi, a cui è legato. Ceruzzi è considerato uno dei massimi esperti italiani nel campo della pianificazione strategica economico-finanziaria.


2 - IL SEGRETARIO DI STATO NON SARÀ PIÙ UN CONTROPOTERE
Gian Guido Vecchi per "Corriere della Sera"

Nulla sarà più come prima. Con il cardinale Tarcisio Bertone va in pensione la figura del Segretario di Stato vaticano come la si è conosciuta nell'ultimo mezzo secolo. Resterà un ruolo altrettanto delicato ma meno egemone in una Curia destinata a cambiare struttura. «Ci sono cose che servivano nel secolo scorso, che servivano per altre epoche, per altri punti di vista, che ora non servono più e che bisogna riadattare», diceva Francesco alla tv Rede Globo durante la Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro.

L'essenziale era stato stabilito nel 1967, con la grande riforma curiale di Paolo VI nella Costituzione Regimini Ecclesiae Universae. Monsignor Marcello Semeraro, segretario del gruppo cardinalizio incaricato dal Papa di «consigliarlo» nel governo della Chiesa e lavorare alla riforma della «governance» vaticana, spiegava che l'esperienza di Montini come Sostituto nella Terza loggia lo aveva convinto a «porre la Segreteria di Stato sopra tutto e farne il trait-d'union tra il Papa e i dicasteri».

È il modello che ha finito per mostrare la corda. Già nelle riunioni pre conclave i cardinali chiedevano si tornasse a un rapporto più diretto fra capi dicastero e Papa, lamentando fossero saltate anche le «udienze di tabella». Una Curia più collegiale, maggiore autonomia dei porporati che guidano i «ministeri» vaticani, accesso al Pontefice. Del resto, anche fuori della Curia il problema era analogo.

Il cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga, presidente del «gruppo», ha spiegato al Corriere che a Roma «c'era come un imbuto» e che il consiglio degli otto cardinali è nato anche per fornire al Papa «un'informazione diversa rispetto a quella che arriva attraverso la segreteria di Stato». I cardinali stanno raccogliendo proposte dei cinque continenti.

Sul tavolo c'è anche la bozza di riforma del cardinale giurista Francesco Coccopalmerio, che prevede la nascita di un «Moderator Curiae Romanae», sorta di direttore generale che si occuperebbe del funzionamento della Curia con il Segretario di Stato più rivolto all'esterno, «si occupa dei problemi della Chiesa universale a fianco del Pontefice». Il gruppo discuterà i progetti con Francesco l'1, 2 e 3 ottobre. «Nelle riunioni dei cardinali prima del conclave se ne è parlato molto chiaramente, sono state fatte proposte molto chiare e concrete. Seguiremo questa linea».

Anche se il Papa avvertiva: «Non credo che ne uscirà qualcosa di definitivo, perché la riforma della Curia è molto seria. Vedo le proposte: se sono proposte molto serie, vanno maturate. Calcolo che dovremo fare altre due o tre riunioni prima che ci sia qualche riforma. Del resto Ecclesia semper reformanda, "La Chiesa sempre si deve riformare". Altrimenti resta indietro».

 

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