E’ “TIME” DI BERGOGLIO IN COPERTINA - CELEBRATO COME L’OBAMA DEGLI INIZI, IL TEOLOGO NOVAK AVVISA: “LA SINISTRA NON PENSI DI APPROPRIARSI DI FRANCESCO”

1. "FRANCESCO, UNA STAR PER LA CHIESA"
Maurizio Molinari per ‘La Stampa'

«Time» magazine sceglie Papa Francesco come Persona dell'Anno 2013 riconoscendogli il merito di aver cambiato in tempo record la percezione globale della Chiesa. «Papa Francesco, il Papa del popolo » si intitola il ritratto del Pontefice, definito nella motivazione «una nuova voce della coscienza con il focus sulla compassione».Che ne fa «una star settantenne in procinto di trasformare un luogo dove i cambiamenti si misurano in secoli».

L'essere il primo non europeo a guidare la Chiesa cattolica in 1200 anni gli assegna un ruolo storico che, per «Time», «interpreta con modestia ed umiltà» attraverso gesti e scelte che «lo hanno messo al centro delle conversazioni del nostro tempo su ricchezza e povertà, giustizia, trasparenza, modernità, globalizzazione, ruolo delle donne, natura del matrimonio e tentazione del potere».

Il Papa che si pronuncia contro l'«idolatria del danaro e lo scandalo globale di un miliardo di affamati - scrive il direttore Nancy Gibbs - affascina le masse con un misto di semplicità e senso dell'humor» con il risultato di «aver cambiato la percezione di una delle più grandi istituzioni».

Sono argomenti che, nel pubblico americano, evocano quelli che hanno distinto le innovazioni portate dalla campagna elettorale di Barack Obama nel 2008 come anche dai contenuti del discorso del suo secondo giuramento, pronunciato nel gennaio scorso, accomunati dalla volontà di estendere il rispetto dei diritti a vantaggio delle fasce più deboli della società per cambiare il focus dell'agenda dell'America.

Non è un caso che proprio Obama ha citato Papa Francesco la scorsa settimana in un discorso di denuncia sulle diseguaglianze che minacciano l'«American Dream». L'interesse di Obama per il Pontefice argentino è confermato dalle insistenti indiscrezioni sulla possibilità di una visita a Roma, forse il prossimo giugno, per incontrarlo.

È la terza volta che «Time» sceglie un Papa come Persona dell'Anno, dopo Giovanni Paolo II nel 1994 e Giovanni XXIII nel 1962, e in questa occasione lo sconfitto è Edward Snowden, la gola profonda della National Security Agency che ha rivelato i segreti sull'intelligence elettronica che minaccia la privacy dei cittadini americani e non.

Assieme a Snowden, secondo classificato, gli altri finalisti erano l'attivista gay Edith Windsor, il presidente siriano Bashar Assad e il senatore stelle dei Tea Party Ted Cruz. Snowden per «Time» è il «Profeta Oscuro dell'età dell'informazione» il cui merito è aver firmato la più spettacolare rivelazione dell'anno ma nel profilo, firmato da Michael Scherer, emerge una fondamentale debolezza nel duello a distanza con Papa Francesco: ha scelto di operare nell'ombra.


2. NOVAK: MA LA SINISTRA NON PENSI DI APPROPRIARSI DI BERGOGLIO
Maurizio Molinari per ‘La Stampa'

È una scelta magnifica ma i liberal commettono un grave errore se ritengono che Papa Francesco gli appartiene». Parola di Michael Novak, il teologo cattolico conservatore dell' «American Enterprise Institute » e dell'«AveMariaUniversity » che dice di aver «pensato a Giovanni Paolo II quando ho saputo della scelta di Time».

Perché ha pensato a Wojtyla?
«Durante una cerimonia a San Pietro mi venne incontro e mi strinse la mano. In quel momento, d'istinto gli dissi, semplicemente, di continuare a fare ciò che stava facendo per la Chiesa. È lo stesso augurio che rivolgo adesso a Papa Francesco».

Eppure sono molti i commentatori liberal a ritenere che questo Pontefice si allontani dai valori tradizionali della Chiesa. «Time» nelle motivazioni ne evidenzia la sfida al capitalismo...
«La nostra fede non è di destra né di sinistra.Viene da un tempo quando la destra e la sinistra non c'erano e ci sarà ancora quando la destra e la sinistra saranno scomparse».

Come spiega che il presidente Barack Obama ha citato Papa Francesco sul tema della lotta alla diseguaglianza?
«Ha fatto una cosa giusta perché questo Papa dà la priorità all'attenzione per i più deboli, vulnerabili, discriminati. Ma questo non significa essere liberal. Significa avere la fede».

Non crede che le aperture del Pontefice sui gay siano una svolta?
«Il tentativo dei liberal di tirare per la giacca il Papa è un grave errore. Sui gay come sull'aborto Papa Francesco non si distanzia dalla dottrina. L'operazione che stanno tentando di fare i liberal è di recuperare sul fronte culturale le sconfitte che hanno subito sul terreno dell'economia.

I Paesi che volevano essere marxisti, dalla Russia all'India, hanno scelto l'economia di mercato. I liberal puntano sui valori, la cultura. Tentando di impossessarsi dei temi della nostra fede».

Cosa pensa della scelta compiuta da «Time»?
«Premia il fatto che questo Papa attira plausi e critiche, fa discutere, ha portato la Chiesa al centro di una conversazione globale. Anche grazie al fatto di essere un Papa del popolo, di saper entrare i sintonia, compiendo gesti semplici, con le persone comuni allontanandosi dalla gerarchia. Credo che Time lo abbia scelto perché non è un leader di tipo tradizionale.

 

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