berlusconi agnelli

IL TRADIMENTO DI BERLUSCONI - PERNA: ''COSA AVANZA DI COLUI CHE FU LEADER DEL CENTRODESTRA? CREDE CHE I SUOI ELETTORI NON SI SIANO ACCORTI DELLE PROMESSE MANCATE, I BUCHI NELL'ACQUA, LE CONTRADDIZIONI? MA OGGI QUELLO CHE PIÙ LE PREME È ESSERE AL CENTRO DELLA SCENA. PER FARLO, LE SERVE L'ACCORDO CON RENZI"

 

Giancarlo Perna per La Verità

 

berlusconi con dudu  berlusconi con dudu

«Bau bau». «Buono Dudù», dice Silvio Berlusconi, carezzando il barboncino. Ai piedi, sul prato di Arcore, ha due degli agnellini salvati a Pasqua. Accanto, c' è Michela Brambilla con un visone vivo al collo e un veltro tra le braccia. Gli sorride compiaciuta per l' influsso animalista che esercita su di lui. Fa corona un gruppo di eleganti signore che dice entusiasta: «Presidente, lei è meraviglioso».

 

Squilla il telefono. «Silvio», sospira dall' altro capo Francesca Pascale, «ricordati la somma in favore della nostra fondazione gay friendly, I colori della libertà». Entra un maggiordomo, si china all' orecchio del padrone di casa e sussurra: «C' è un' olgettina che vuole parlarle». Poi, gradualmente, le comparse scompaiono e Berlusconi resta solo. Con tutta la nebbia che lo avvolge, è difficilissimo afferrare il Cav e capire cosa avanzi di colui che fu il leader del centrodestra. Profitto del diradamento per esaminare lo stato dell' arte.

 

LA NUOVA CERCHIA

BERLUSCONI PASCALE CON GLI AGNELLINIBERLUSCONI PASCALE CON GLI AGNELLINI

Innanzitutto, egregio Cavaliere, mi sembra che la qualità della sua cerchia non sia quella di una volta. Negli anni d' oro, compì il miracolo di attirare una cospicua intellighenzia di cui il centrodestra era sprovvisto. I liberali, Martino e Urbani; gli ex marxisti, Colletta, Ferrara, Melograni, Pera. Diversi altri. Qualcuno è morto e va bene. Ma neanche i vivi le sono più accanto, salvo Martino che sta con sé stesso. So già che non gliene importa nulla, lo ha detto e ripetuto. Ma si accorge di quali siano ormai i suoi alfieri?

 

Antonio Martino Antonio Martino

Non faccio nomi perché lottano per la sopravvivenza e non amo infierire sui morituri. Vedendoli però in tv, fossi più giovane metterei mano alla pistola. Oggi, mi accontento di cercare altrove o accarezzare l' astensione. Lei farà di nuovo spallucce, convinto com' è di essere il solo che conti in campagna elettorale. Il mattatore vincente. Ed è un fatto che ha vinto tre volte (1994, 2000, 2008) e quasi vinto altre tre (1996, 2006, 2013).

 

Ma crede che i suoi elettori non si siano accorti delle promesse mancate, i buchi nell' acqua, le contraddizioni? Io, per dire, dopo quello che le ho viste sprecare dopo il 2008 la considero uno scialacquatore. E non sono il solo, se i suoi voti sono scesi dal 38 per cento di allora al 12 di oggi. E penserà mica di recuperare con ciò che ha detto in questi mesi e le enormi giravolte in corso?

 

PIERO MELOGRANI PIERO MELOGRANI

Vediamo di paragonare quello che lei fu con quello di oggi. Faccio la tara ovvia dell' età. A quasi 81 anni, lei li compie a fine settembre, e alcuni severi ricoveri, va da sé che la pianta sia più pencolante. Ma è lo spirito che è irriconoscibile, quello che fu il berlusconismo.

 

I TRE PROBLEMI ITALIANI

Non so chi le scriva i discorsi, sono anni però che non ne ascolto uno degno del nome. L' Italia ha tre problemi. La congiuntura economica. Il rapporto con l' Ue, sorda ai nostri interessi. Gli spropositati sbarchi dall' Africa. Lei, frastornandoci con gli agnellini, ha taciuto su tutti e tre.

 

Ha lasciato il monopolio dell' immigrazione a Matteo Salvini. Col rischio che la mancanza di finezza del leghista e l' assenza di proposte reali sviliscano un' emergenza procellosissima. Immagino lei glissi perché il problema è spinoso e il suo cuore tenero: ricordo le lacrime di vent' anni fa per i profughi albanesi. Ma temo pure che faccia il furbo. Volendo, un domani, tenersi le mani libere per un inciucio con Matteo Renzi (nazareni bis, ecc) una posizione netta sugli sbarchi le sarebbe d' impaccio.

 

berlusconi e il rais muammar gheddafiberlusconi e il rais muammar gheddafi

Il Pd è infatti pro, in obbedienza all' Ue e alla Santa Sede. Lei, guardando al suo elettorato, dovrebbe essere contro. Ma oggi, forse, quello che più le preme è essere al centro della scena. Per farlo, le serve l' accordo con Renzi e tace sui migranti per non urtarsi. So che, anche qui, ha pronta una replica: l' esodo è frutto della dissennata cacciata di Gheddafi, ma essendomi battuto per evitarla, io non ho colpe. Considero tali autoassoluzioni, Cavaliere, un suo difetto caratteriale. Non sintonizzandosi mai con la sua coscienza, si illude di avere sempre ragione e gli altri torto.

 

RESPONSABILITÀ PER GLI SBARCHI

Al tempo della guerra libica - tra febbraio e ottobre 2011 - lei era il premier e Franco Frattini il suo ministro degli Esteri. L' Ue lasciò libertà di scelta, tanto che la Germania restò neutrale. Nessuno, se non la sua timidezza politica, l' ha costretta a seguire i tre stolti, Cameron, Sarkozy e Obama. È vero che il presidente Napolitano, passato al servizio dell' Ovest dopo esserlo stato dell' Est, era per la guerra. Ma lei poteva tranquillamente impiparsene: l' intervento era competenza esclusiva del governo che lei guidava.

 

SILVIO BERLUSCONI FRANCO FRATTINI SILVIO BERLUSCONI FRANCO FRATTINI

E ha bombardato. Non può tirarsene fuori, come invece fa, per l' imbarazzo di avere accolto Gheddafi a Roma con le trombe, sei mesi prima del voltafaccia. Alla morte del raìs, Frattini esclamò trionfante: «È la vittoria del popolo libico». Lei disse: «Sic transit gloria mundi», come un Ponzio Pilato. Insomma, con gli sbarchi incontrollati c' è dentro fino al collo.

 

Dunque, cosa propone per le imminenti elezioni? Lei ha introdotto il sistema elettorale maggioritario. Il suo nocciolo è: si sa da prima cosa farà chi vince. È lo strumento di chi vuole dare un seguito alle promesse, per cambiare. Il gonfalone della seconda repubblica, quella che lei più di chiunque ha incarnato. Vero che siamo riusciti ad annacquare pure questo modello che tra gli anglosassoni funziona da secoli. Ma trasformarsi, come ora lei fa, in portabandiera del proporzionale, è inaudito. Un ritorno alla Dc e al trasformismo. Per intenderci, votavamo i democristiani per tenere lontani i comunisti (e viceversa). Poi, in corso di legislatura, i due facevano il compromesso storico, buggerando gli elettori di entrambi i campi. In passato, inorridiva per la politica politicante. Ora se ne fa il campione.

 

LA RIVOLUZIONE DIMENTICATA

Berlusconi con una delle prime immagini con dietro il simbolo di Forza ItaliaBerlusconi con una delle prime immagini con dietro il simbolo di Forza Italia

Prendo atto che non c' è più una rivoluzione liberale che lei voglia guidare. Forse è un bene. In questi 20 anni, liberismo (derivati bancari) e società aperta (sbarchi continui) hanno mostrato difetti profondi. Una revisione è necessaria. Avrei però preferito che fosse uno come lei, liberale della prima ora, a guidare gli aggiustamenti. Ma mi pare che abbia scelto le battaglie gentili dell' onorevole Brambilla e della sua ex fidanzata, signorina Pascale. Vorrà dire che lasceremo il liberalismo alla sinistra che, quando finalmente afferra un' idea, la porta alle estreme conseguenze. Un po' come i tedeschi. Dio ce la mandi buona.

 

Famiglia Berlusconi - Spartizione dell'eredità ai figli - vignetta Benny da LiberoFamiglia Berlusconi - Spartizione dell'eredità ai figli - vignetta Benny da Libero

Però, Cavaliere, lei che ruolo vuole ritagliarsi? Se adesso ribalta il suo passato nelle istituzioni, finirà per sbiadire anche il suo nome nell' albo d' oro. Ne è una conferma anche il suo no alle semplificazioni costituzionali nel referendum dello scorso dicembre. Erano identiche o simili - se non è zuppa è panbagnato - a quelle di Fi nel 2006. Aveva a portata di mano un risultato a lungo perseguito e che fa? Lo getta via. Ma questo è disamore esistenziale!

 

I FIGLI GELOSI

Mi dicono non ci sia più posto per lei nelle magnifiche aziende che ha creato. I figli gelosi si sono chiusi a riccio. È amaro e molto umano. Chi di noi saprebbe risistemare una persona risuscitata, anche la più cara, se si presentasse dopo 20 anni alla nostra porta? Le do una traccia. Winston Churchill, alla sua età, si ritirò da tutto, scrisse le sue memorie ed ebbe il Nobel. Questo le manca e io ce la vedo.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?