renzi tispras

MATTEO, NON STARE SERENO - TRAVAGLIO: “SARÀ VERO, COME SCRIVE IL 'FINANCIAL TIMES', CHE “IL VENTO CHE SPINGEVA RENZI SI È GIÀ FIACCATO”? A LEGGERE I SONDAGGI, A GIUDICARE DAI CONTINUI ERRORI DA PUGILE SUONATO CHE COMMETTE, SI DIREBBE DI SÌ" - ''LA MOSSA CHE HA IN MENTE? ANDARE AL VOTO NELLA PRIMAVERA 2016”

Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano”

marco travagliomarco travaglio

 

Sarà vero, come scrive il Financial Times, che “il vento che spingeva Renzi si è già fiaccato”? A leggere i sondaggi, si direbbe di sì. E anche a giudicare dai continui errori da pugile suonato che commette il premier da quando ha perso le prime elezioni della sua vita: le amministrative.

 

La sua sintonia e sincronia con gli umori popolari sembrano evaporate nel giro di due mesi: mentre suonano nuove campane a morto sull’occupazione e l’annunciata ripresa (85 mila posti di lavoro persi durante il suo governo), lui si occupa di occupare la Rai; mentre persino Mattarella annusa l’aria e ripete che la priorità assoluta è la lotta alla corruzione e all’evasione, lui imbarca dieci impresentabili al seguito del plurimputato Verdini e si prodiga per salvare dall’arresto uno come Azzollini; e mentre l’Italia viene continuamente richiamata dalla Corte di Strasburgo e dalla Consulta ai suoi doveri di legiferare in materie sensibili che la vedono ultima ritardataria in Europa, lui cerca voti per una riforma del Senato che interessa solo a lui per cancellare le elezioni dei senatori e farli nominare dalle sputtanatissime Regioni.

renzi conferenza ambasciatorirenzi conferenza ambasciatori

 

Ma ci sono altre questioni più sostanziali che mettono a repentaglio il suo governo, sempre più precario come un trapezista senza rete: tutti ne osservano le evoluzioni aeree e si domandano se e quanto manca allo schianto. Che però, per fortuna (dei trapezisti e di Renzi) non sempre si verifica.

 

La squadra. L’allora amico Diego Della Valle, due anni fa, gli aveva suggerito di non avere fretta di conquistare Palazzo Chigi e di usare il plebiscito delle primarie che l’aveva issato alla guida del Pd per costruirsi un team di collaboratori validi e competenti, ma anche per girare l’Europa, accreditarsi, studiare, imparare il mestiere di premier e prepararsi per le prossime elezioni. Così Renzi avrebbe potuto presentarsi con la sua squadra e il suo programma agli elettori e, se questi – com’era prevedibile – l’avessero premiato, sarebbe salito a Palazzo Chigi con una maggioranza omogenea e compatta.

renzi festa unita biliardinorenzi festa unita biliardino

 

Renzi invece scelse di bruciare le tappe senza passare dalle urne, portando al governo un’Armata Brancaleone di bassissimo profilo. E in Parlamento si ritrovò tre Pd: qualche decina di veri fedelissimi; altrettanti nemici giurati; e una pletora di voltagabbana bersaniani convertiti al renzismo per puro opportunismo, dunque pronti a tradirlo al primo inciampo. I quali per giunta, essendo stati eletti in base a un programma opposto al suo, se gli votano contro non possono essere accusati di tradimento.

 

Perché a tradire il mandato è proprio Renzi con le sue politiche berlusconiane su lavoro, giustizia, scuola, Costituzione, sanità e così via.

renzi festa unita 3renzi festa unita 3

 

L’Europa. Giunto al governo come un parvenu spuntato dal nulla, Renzi ha sprecato il semestre europeo in chiacchiere inconcludenti, restando a livello internazionale quello che era all’inizio: un peso piuma, un pelo superfluo delle cancellerie comunitarie. Il suo vacuo agitarsi fra la contestazione degli euroburocrati, le polemiche inconcludenti con i partner sull’immigrazione, l’oscillare frenetico tra i bacetti alla Merkel e gli ammiccamenti a Tsipras, fra i give me five a Obama e le genuflessioni a Putin, fra la tentazione di sforare il parametro del 3% e la guardia montatagli da un’occhiuta sentinella del rigore come Padoan (messo lì da Napolitano e chi per lui) hanno vieppiù peggiorato le cose, replicando – con qualche volgarità in meno – le pantomime del Cavaliere oltre la cinta daziaria.

renzi con il giubbotto antiproiettili in kenyarenzi con il giubbotto antiproiettili in kenya

  

L’economia. Puntare tutto sugli 80 euro (11 miliardi all’anno buttati dalla finestra per una mancia a pioggia che non sposta i consumi di un decimale) e sull’effetto drogante del Jobs Act (incentivi alle imprese per assumere a tempo indeterminato, ma con la libertà di licenziamento che trasforma i contratti stabili in precari) si è rivelato un tragico errore di agenda: le poche risorse disponibili potevano essere impiegate in politiche più forti sullo Stato sociale, tipo quel reddito minimoo di cittadinanza che esiste in tutta Europa fuorché – guarda caso – in Italia e in Grecia; e da una primo taglio fiscale alle piccole e medie imprese. Ora la coperta è corta, anzi è strappata e ogni annuncio sul fisco suscita l’ilarità generale perché lo sanno tutti che è già un miracolo se le tasse non saliranno ancora.

RENZI NETANYAHURENZI NETANYAHU

 

Le prospettive. Renzi sa bene che il tempo gioca a suo sfavore: più passano i mesi, più le enormi illusioni che aveva creato con le sue mirabolanti promesse diverranno disillusioni e gonfieranno il bottino di chi è da sempre fuori dai giochi (i 5Stelle e la nuova sinistra in erba di Landini e quella al Plasmon di Civati) o di chi riesce e far credere di esserlo (Salvini).

RENZI PANCETTARENZI PANCETTA

 

Di qui l’urgenza di andare alle urne prima che il capitale di consensi, che alle Europee del 2014 toccò il record del 40.8% e ora veleggia poco sopra il 30.La mossa che ha in mente il premier è anticipare il voto alla primavera 2016 in un grande Election Day che gli consenta di caricare di significati nazionali le elezioni anticipate a Roma e in Sicilia che lui considera inevitabili con buona pace di Marino e Crocetta ma che, isolate da quelle generali, sarebbero una festa per i 5Stelle.

 

renzi porta a porta bruno vesparenzi porta a porta bruno vespa

Una mossa da equilibrista senza rete, che ricorda il celebre autogol di Chirac: questi nel 1997 sciolse le Camere per rafforzare i gollisti e schiacciare i socialisti, che invece lo mandarono a casa. E non aveva neppure architettato l’Italicum: la legge elettorale che Renzi pensa di aver disegnato su misura per se stesso e invece potrebbe favorire al ballottaggio il M5S o l’eventuale destra unita. Cose che capitano ai leader furbi che si credono intelligenti.

tsipras renzi merkeltsipras renzi merkel

 

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…