giovanni tria cina

LA LUNGA MARCIA DI TRIA – “SULLA MANOVRA ABBIAMO GIÀ DECISO”. IL MINISTRO DELL'ECONOMIA DA PECHINO GELA DI MAIO SULLO SFORAMENTO DEL 3%: “L’OBIETTIVO È IL RISPETTO DEL RAPPORTO DEFICIT-PIL E IL CALO DEL DEBITO” – E SULLO SPREAD: “IL DEBITO È SOSTENIBILE”. INTANTO PER TENERE BUONO XI JINPING BANKITALIA SI COMRA 300 MILIONI DI TITOLI DI STATO CINESI (NON SI SA MAI…)

Alessandro Barbera per “la Stampa”

la bandiera italiana sventola in piazza tienanmen

 

«Fare il ministro per un accademico è un' esperienza interessante. Conto di esserci anche dopo la Finanziaria ». L' aria calda di Pechino mette Giovanni Tria di buon umore.

Il ministro del Tesoro frequenta la capitale cinese sin dagli anni Settanta, i tempi in cui simpatizzava per il grande timoniere Mao.

 

Il ritorno a Roma sarà l' inizio della sua lunga marcia. Entro settembre c' è da scrivere i numeri della nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. A ottobre sarà il momento della bozza di manovra per il 2019. Riuscirà Tria a stringere coi due azionisti di maggioranza l' accordo utile a rassicurare i mercati o dovrà scontrarsi con loro? E quali conseguenze potrebbero esserci sulla tenuta del governo e i rapporti con l' Europa?

GIOVANNI TRIA CON IL MINISTRO DELL'ECONOMIA CINESE LIU KUN

 

Luigi di Maio appare sempre più deciso: «Se per raggiungere gli obiettivi» servirà sfondare i limiti di Maastricht «accederemo agli investimenti in deficit». Ma che significa investimenti in deficit? Di Maio su questo è sufficientemente generico, così da lasciarsi le porte aperte a ogni richiesta.

 

A precisa domanda - pur senza fare nomi - il ministro del Tesoro lo stoppa: «Le linee generali del quadro programmatico sono state già decise in un vertice di governo ai primi di agosto. Ne facemmo anche un comunicato. L' obiettivo è il rispetto del rapporto deficit-Pil e il calo del debito».

 

Sembra di ascoltare i ministri di due governi diversi. Stato dell' arte o gioco delle parti?

di maio foto toscani

Si capirà presto. In alcuni casi dietro ai proclami del leader pentastellato ci sono ipotesi più che ragionevoli, come l' allargamento della platea del reddito di inclusione (lanciato dal governo Renzi) a tutte le famiglie in condizione di povertà.

 

Così come la Lega ha già fatto capire che la flat tax nel 2019 altro non sarà che l' allargamento del regime forfettario per alcune categorie di lavoratori autonomi. In ogni caso, trovare l' accordo non sarà semplice.

 

L' Europa è pronta a concedere flessibilità all' Italia purché non superi certi limiti: nei colloqui informali di questi giorni, l' asticella è fissata sotto al livello di deficit di quest' anno, più o meno all' 1,7 per cento. Basterà alla maggioranza?

 

giovanni tria con il ministro dell'economia cinese liu kun

Gli investitori e le agenzie di rating attendono i fatti con un certo nervosismo. Lo spread con i Bund è sempre più vicino a quota trecento punti, ed è superiore a quello pagato da Spagna e Portogallo.

 

Tria non si scompone: «Il debito italiano è totalmente sostenibile», anzi «si è stabilizzato ed è entrato in una fase di lieve riduzione». L' Italia ha dalla sua «vent' anni di surplus primario (il saldo fra entrate e spese al netto degli interessi sul debito, ndr.), la migliore performance europea».

DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO

 

A sentire l' altro azionista della maggioranza (Matteo Salvini) c' è poco da stare tranquilli: «Se qualcuno intendesse speculare sulla pelle degli italiani contiamo di avere un sostegno al di fuori dei confini europei». Può essere la Cina quell' interlocutore? La visita di Tria, gli incontri con il governatore della Banca centrale (azionista di Eni ed Enel) e gli investitori cinesi sembrano portare nella direzione indicata da Salvini.

 

Il ministro nega di essere qui per vendere o invitare a comprare titoli di debito italiano.

Intanto però a tenere buoni i rapporti con Pechino ci pensa la Banca d' Italia.

 

conte e tria

Roma punta sul renmimbi

Via Nazionale annuncia che a partire da settembre investirà trecento milioni di euro in titoli denominati in renminbi, «gran parte dei quali titoli di Stato», dice Fabio Panetta. «Si tratta di una scelta di diversificazione del portafoglio dell' istituzione e non riguarda l' operatività della Banca centrale europea».

la sede di pechino della banca popolare cinese

 

Non una cifra enorme: basti pensare che già oggi via Nazionale possiede indirettamente 184 milioni di euro denominati in renminbi, meno dell' un per cento di tutte le sue riserve valutarie. Si tratta comunque di un importante gesto di appeasement, come ricorda lo stesso Panetta: «Un riconoscimento per una valuta che è entrata nel paniere delle riserve internazionali e che sottolinea i buoni rapporti commerciali con l' Italia».

BANKITALIA 3

 

Così fan tutti in Europa: l' Eurotower ha investito in renminbi più di cinquecento milioni, stessa cosa hanno fatto le banche centrali di Francia, Austria, Portogallo e Lituania.

BANKITALIAluigi di maio 3

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