
IL TRIBUNALE DEL RIESAME HA REVOCATO GLI ARRESTI DOMICILIARI PER IL RE DEL MATTONE MANFREDI CATELLA (AL QUALE NON È STATA APPLICATA NESSUNA INTERDIZIONE ALLA PROFESSIONE) - IL PATRON DI COIMA ERA AI DOMICILIARI CON L’ACCUSA DI CORRUZIONE. SOLO TRA 45 GIORNI SI SAPRÀ SE PER IL TRIBUNALE MANCAVANO I GRAVI INDIZI O LE ESIGENZE CAUTELARI. UN ALTRO DURO COLPO PER I TEOREMI ACCUSATORI DEI PM (SECONDO CUI CATELLA "HA LESO L'INTERA COMUNITA'") - LA SCORSA SETTIMANA ERANO STATI LIBERATI L'EX ASSESSORE GIANCARLO TANCREDI, L'EX COMPONENTE DELLA COMMISSIONE PAESAGGIO GIUSEPPE MARINONI ANCHE LORO COINVOLTI NELL’INCHIESTA URBANISTICA CHE HA TERREMOTATO MILANO E LA GIUNTA SALA…
INCHIESTA URBANISTICA, REVOCATO ARRESTO MANFREDI CATELLA
(ANSA) - Il Tribunale del Riesame di Milano ha revocato gli arresti domiciliari per il fondatore e ceo di Coima Manfredi Catella. Il manager era l'ultimo tra gli arrestati su cui il Riesame doveva esprimersi.
La scorsa settimana erano stati liberati l'ex assessore comunale all'urbanistica Giancarlo Tancredi, l'ex componente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e il manager Federico Pella: per tutti e tre i giudici hanno disposto una misura interdittiva di un anno. Arresti annullati, invece, per il patron di Bluestone Andrea Bezziccheri - l'unico che era finito in carcere - e Alessandro Scandurra.
Le motivazioni per le quali i giudici del Riesame hanno annullato la misura degli arresti domiciliari per Manfredi Catella saranno note tra 45 giorni. A Catella non è stata applicata nessuna interdizione alla professione, come invece accaduto per gli altri indagati, probabilmente (non è scritto nello stringato provvedimento) perché ha rinunciato alle cariche societarie connesse alla Pubblica amministrazione.
I PROGETTI DI CATELLA I PM: «COSÌ HA LESO L’INTERA COMUNITÀ»
Enrica Riera per “Domani” - Estratti
«Sacrificare i beni comuni» in nome del «business», fare «cattivo uso delle misure agevolative pubbliche», agire «in contrasto» con le leggi e «le normative europee». Per i pm di Milano che lavorano alla maxi inchiesta sulla gestione dell’urbanistica ci sarebbe tutto questo dietro ai grattacieli e alle torri costruite da Manfredi Catella, sul cui arresto è attesa a ore la decisione del tribunale del Riesame. Attività, quelle del “re del mattone” e di Coima, che avrebbero «leso il territorio e la comunità milanese».
Di questo «procedere fuori da ogni previsione di legge» da parte dell’immobiliarista, legato al sindaco Beppe Sala da rapporti d’amicizia, i magistrati sono convinti. Tanto da allegare alla loro nuova memoria, l’elenco dei progetti della Sgr. Progetti che rappresenterebbero «una espropriazione della funzione pianificatoria pubblica attribuita inderogabilmente al Consiglio comunale».
I PROTAGONISTI DELL INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO SULL URBANISTICA
Qualche esempio? L’area Porta Nuova Gioia.
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Nessun rispetto, rilevano ancora i pm che accusano Catella di falso e corruzione, neanche del «vincolo di inedificabilità» nelle zone cimiteriali. È il caso dell’area di Cenisio 2, come già raccontato da Domani.
«L’imprenditore cercherà di imporre a Tancredi (l’ex assessore comunale, ndr) e a Marinoni (l’ex presidente della Commissione paesaggio, ndr) una previsione di deroga all’inedificabilità».
Costruire ovunque sembrerebbe, quindi, l’imperativo categorico. Sullo sfondo una Milano asfissiata dal cemento, dove i privati sarebbero soliti a «esercitare proficue pressioni e condizionamenti illeciti su dirigenti e funzionari».
GIANCARLO TANCREDI E BEPPE SALA
Perché Catella non dovrebbe, sempre secondo i pm, tornare in libertà? Semplice. Il “re” della città che conta potrebbe più semplicemente «far sparire le prove» o «contattare» tutti coloro che «nei lunghi anni della sua azione» gli hanno mostrato assoluta fedeltà.
MANFREDI CATELLA
MANFREDI CATELLA
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MANFREDI CATELLA beppe sala
Giuseppe Marinoni
GIANCARLO TANCREDI
GIUSEPPE SALA E MANFREDI CATELLA
MANFREDI CATELLA