assange putin trump

TRUMP ASPETTA CON ANSIA CHE SI REALIZZI LA PROMESSA DI ASSANGE: “CI SARANNO SCOOP, UNO A SETTIMANA, CON RIFERIMENTO ALLA CAMPAGNA ELETTORALE” - E TUTTI HANNO GIA’ CAPITO CHE STA PER RIVERSARSI UN ALTRO CICLONE SU HILLARY - MA PERCHE’ ASSANGE NON TIRA MAI FUORI DOCUMENTI SU RUSSIA E CINA?

Federico Rampini per “la Repubblica”

 

ASSANGE 3ASSANGE 3

Scoppia il caso dello spionaggio di Yahoo ai danni dei suoi utenti: centinaia di milioni di email scannerizzate e fornite alla National Security Agency o all' Fbi. Torna l' incubo del Grande Fratello digitale, la società della sorveglianza permanente. Anche se stavolta lo scoop viene da altre fonti, è un punto a favore della narrazione favorita di Julian Assange: l'America come pseudo-democrazia. Il caso-Yahoo sembra quasi un regalo per il decimo anniversario di WikiLeaks.

ASSANGE PUTIN TRUMPASSANGE PUTIN TRUMP

 

In un momento in cui l'ombra di WikiLeaks torna ad allungarsi sulla campagna elettorale Usa. Da giorni i social media della destra americana suonano il tam tam sulle «rivelazioni che distruggeranno Hillary Clinton». Il conto alla rovescia era iniziato in vista della «madre di tutte le sorprese, che metterà fine alla campagna presidenziale».

 

Tanto più attesa dai repubblicani, visto che Hillary sta rimontando nei sondaggi. Il deus ex machina doveva essere ancora una volta Assange, ormai considerato dai democratici come un alleato di Vladimir Putin e Donald Trump. La data era ieri, ma per una volta Wiki-Leaks ha deluso: Assange e i suoi colleghi si sono limitati a celebrare i dieci anni della loro organizzazione. L'assalto mortale a Hillary deve attendere. Forse ci sarà.

 

ASSANGE HILLARYASSANGE HILLARY

Parlando alla tv di riferimento della destra, Fox News, Assange ha ribadito che ci saranno scoop, al ritmo di uno a settimana, «con riferimento alla campagna elettorale, sotto angolature inattese e interessanti».

 

Inattese, salvo la quasi-certezza che attacheranno i democratici e aiuteranno Trump? Perché finora il ruolo di WikiLeaks nella campagna elettorale americana è stato a senso unico. Le rivelazioni, a volte attingendo a materiale rubato dagli hacker russi, hanno messo in imbarazzo Hillary, hanno seminato zizzania tra lei e Bernie Sanders, hanno provocato le dimissioni della capa del partito democratico Debbie Wassermann.

 

assange 2assange 2

Ripercorrendo la storia decennale di WikiLeaks, gli attacchi sono abbastanza unilaterali, salvo rare eccezioni è l' America il bersaglio principale. È quando se la prende con gli Stati Uniti che WikiLeaks fa notizia e la sua fama s'ingigantisce. L'elenco parte dal dicembre 2007, con la pubblicazione del manuale interno d'istruzioni ai militari di Guantanamo. Poi arriva un'incursione nel settembre 2008 nelle email di Sarah Palin, dove peraltro non emerge nulla di politicamente rilevante.

 

Un regalo alla destra americana è la divulgazione nel novembre 2009 degli scambi di email tra autorevoli scienziati ambientalisti, da cui risulterebbe un complotto contro i rari studiosi che negano il cambiamento climatico. Il 25 luglio 2010 Assange rende di dominio pubblico 75.000 rapporti segreti dei militari Usa sulla guerra in Afghanistan.

 

WikileaksWikileaks

Il 22 ottobre dello stesso anno è la volta di 400.000 documenti riservati sulla guerra in Iraq dai quali trapela fra l'altro un bilancio di centomila vittime irachene di cui il 60% sono civili. Il grande botto arriva poco dopo, 28 novembre 2010: è il cosiddetto "Cablegate", la rivelazione di 250.000 comunicazioni riservate tra il Dipartimento di Stato e le sue ambasciate nel mondo.

Wikileaks Il mondo antico e finito Wikileaks Il mondo antico e finito

 

I dialoghi interni alla diplomazia Usa diventano di dominio pubblico creando tensioni coi governi (alleati o meno), talvolta scatenando crisi politiche all'interno di paesi stranieri destabilizzati dai giudizi confidenziali degli americani o dalle notizie che Washington e gli ambasciatori si scambiano sulla corruzione di questo o quel regime.

 

Wikileaks Wikileaks

Compreso il versante italiano, che coinvolge Silvio Berlusconi, Eni, Putin. In alcuni casi come la Tunisia è stato osservato che le "primavere arabe" hanno avuto una scintilla iniziale anche da quelle rivelazioni. Da ultimo Assange si è concentrato sulla campagna presidenziale Usa. Rivelazioni su Russia o Cina? Zero. Al New York Times che gliene chiedeva conto, in un' intervista lui stesso rispose: «Tutti criticano la Russia, che noia».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO