
NEMMENO LA FANTASIA DI WAL DISNEY POTEVA IMMAGINARE UN PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI CHE, COME UN BAMBINO TESTONE, SE NE ESCA BALBETTANDO: “SUI DAZI ABBIAMO SBAGLIATO UN POCHINO” – DI FRONTE AL TRACOLLO DELL’ECONOMIA USA (IL PIL È SCESO DELLO 0,3% A FRONTE DI UN +2,4% DEGLI ULTIMI 3 MESI DEL 2024 E IL DEFICIT COMMERCIALE È ESPLOSO A 140 MILIARDI A MARZO), IL MENTECATTO COL CIUFFO È STATO RIMESSO IN RIGA DAI BOSS DELLA FINANZA, TERRORIZZATI DAGLI EFFETTI DEL “DAZISMO”, E SOPRATTUTTO DALLA REAZIONE FERMA DELLA CINA: TRUMP PENSAVA CHE PECHINO VOLESSE NEGOZIARE, MA XI JINPING NON È CADUTO NEL TRAPPOLONE E HA RISPOSTO COLPO SU COLPO...
Estratto dell’articolo di Giuliana Ferraino per www.corriere.it
TELECINESI - MEME BY EMILIANO CARLI
«Forse sui dazi abbiamo sbagliato un pochino». Con questa frase martedì 6 maggio il presidente Donald Trump ha ammesso per la prima volta che la sua strategia commerciale potrebbe aver avuto conseguenze dannose per l’economia statunitense.
Promette «flessibilità», sapendo bene che questo approccio significherà caos, come è stato in queste ultime 5 settimane, dal cosiddetto Liberation Day, che il 2 aprile ha dato ufficialmente avvio alla guerra commerciale degli Stati Uniti contro il pianeta.
Due numeri chiave hanno probabilmente innescato questa parziale marcia indietro: la contrazione dello 0,3% del Pil nel primo trimestre, rispetto al +2,4% segnato negli ultimi 3 mesi del 2024, e un deficit commerciale esploso a 140,5 miliardi di dollari a marzo, nuovo record storico.
METTI IL DAZIO TOGLI IL DAZIO - MEME SU TRUMP
Secondo i dati diffusi dal Bureau of Economic Analysis, il deficit di beni ha raggiunto i 163,5 miliardi (16,5 miliardi in più di febbraio), mentre il surplus nei servizi è sceso di 800 milioni a 23 miliardi. Il commercio con la Cina è crollato ai minimi da cinque anni, ma quello con gran parte dei partner (dal Messico all’India) è salito ai massimi. Una corsa all’importazione per anticipare i dazi, che ha aggravato lo squilibrio commerciale.
Tanto rumore per nulla? Si vedrà. Finora la politica commerciale dell’amministrazione Trump ha generato significative turbolenze economiche e diplomatiche. Il calcio di avvio della nuova ondata di protezionismo risale a febbraio con dazi del 25% sulle importazioni da Canada e Messico, sospesi e poi reintrodotti a marzo, quando dazi del 25% sono stati estesi a tutti i Paesi su acciaio, alluminio e automobili.
Il 2 aprile, con un vero e proprio show, armato di lavagna, Trump ha annunciato dazi «reciproci» tra il 10% e il 50% su 180 Paesi. In sostanza ha voluto punire i Paesi con i quali gli Usa hanno i disavanzi commerciali più alti.
All’Unione europea toccano tariffe del 20%, perché l’Ue è accusata di imporre a sua volta tariffe del 39%. Ma si tratta di calcoli a dir poco discutibili. Al Vietnam, ad esempio, del 46%. La Cina viene colpita da tariffe aggiuntive del 34%. Per i mercati globali è uno sconquasso, Wall Street inclusa.
Tanto che scendono in campo i grandi boss delle maggiori aziende americane, da Jamie Dimon, ceo di Jp Morgan, la prima banca Usa, a Larry Fink, numero uno di BlackRock, la maggiore società di gestione del risparmio. Chiedono al presidente di fare marcia indietro, salvo guadagnare un sacco di soldi dal trading, come emergerà dai conti trimestrali dei maggior istituti finanziari.
SCOTT BESSENT - DONALD TRUMP - HOWARD LUTNICK
Il ministro del Tesoro Scott Bessent, ex gestore di hedge fund e socio di George Soros, vola a Mar-a-lago in Florida, nel weekend per convincere il presidente a fare un passo indietro. Che arriva il 9 aprile, a una settimana di distanza esatta dal Liberation Day. In mattinata, con i mercati di nuovo in caduta libera, il presidente con un post sul suo social Truth invita «a comprare azioni». Poi tre ore dopo, sospende tutti i dazi reciproci per 90 giorni, abbassandoli al 10%, tranne che per la Cina, contro la quale le tasse doganali salgono al 125%.
I mercati festeggiano: a Wall Street il Dow Jones sale del 7,9%, l’indice Nasdaq guadagna il 12,2%. Un gruppo di parlamentari democratici accusa Trump di manipolazione del mercato e insider trading. In un video rubato nello Studio Ovale della Casa Bianca e pubblicato su X si vede lo stesso Trump sostenere che Charles Schwab, alla guida di una delle più note società di brokeraggio, ha guadagnato 2,5 miliardi quel giorno. +
Alla guerra commerciale Usa, l’Europa alterna la diplomazia alle minacce: sperando in un accordo amichevole, prende tempo, ma dopo i dazi reciproci annuncia ritorsioni su beni importati dagli Usa per 26 miliardi, che ieri ha aumentato fino a 100 miliardi, dopo che il commissario Ue al Commercio, Maroš Šefcovic, ha compiuto diverse missioni a Washington senza risultati.
URSULA VON DER LEYEN E XI JINPING
Da notare che la chiusura a Ovest apre nuove strade a Est: l’Ue riapre i canali con India, Indonesia e Corea del Sud per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen, accompagnata dal presidente del Consiglio Ue Antonio Costa, vola a Samarcanda per esplorare nuovi mercati nel centro dell’Asia.
E ieri Regno Unito e India hanno firmato un accordo commerciale definito storico. Sul fronte cinese, invece, la guerra commerciale resta ai massimi livelli: a tariffe americane salite fino al 145% (con esenzioni temporanee su smartphone e alcuni prodotti di elettronica dopo le proteste del ceo di Apple Tim Cook), Pechino ha reagito con dazi del 125% e ha limitato l’export di terre rare verso gli Usa […]
L INSTABILITA ECONOMICA BY TRUMP - ILLUSTRAZIONE DEL FINANCIAL TIMES
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I DAZI DI TRUMP - ILLUSTRAZIONE
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DONALD TRUMP E I WALL STREET - VIGNETTA BY ALTAN
fabio dazio - meme by emiliano carli