donald trump vladimir putin ghiaccio

CON TRUMP E PUTIN SI TORNA ALLA CARA, VECCHIA SPARTIZIONE TRA POTENZE – IL PARLAMENTARE RUSSO ANDREY GURULEV LANCIA LA PROPOSTA: “ABBIAMO BISOGNO ANCHE NOI DELLA GROENLANDIA, POTREMMO FARE UN ACCORDO CON GLI USA E DIVIDERLA IN DUE…” – QUANDO IL TYCOON PARLA DI ANNESSIONE, SA BENISSIMO CHE È IMPOSSIBILE: IL SUO OBIETTIVO È TRATTARE ACCORDI DI ESTRAZIONE E DI “ESCLUSIVA” CON L’ISOLA DI GHIACCIO. E INFATTI IL PRIMO MINISTRO GROENLANDESE, MUTE EGEDE, PUR SPECIFICANDO “NON VOGLIAMO ESSERE AMERICANI”, APRE A NUOVI ACCORDI CON GLI USA…

 

 

DONALD TRUMP RE DELLA GROENLANDIA - MEME REALIZZATO CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK

“LA DISPONIBILITÀ STESSA DI TRUMP DI INCONTRARE PUTIN È UN PASSO VERSO LA CONDIVISIONE DELL'IDEA PUTINIANA, CHE IL MONDO È DOMINATO DA GRANDI POTENZE CHE SI SPARTISCONO IL CONTROLLO SULLE LORO COLONIE, DI NOME O DI FATTO” - L’ANALISI DELLA “STAMPA”: “LE PRETESE DI TRUMP SU GROENLANDIA E CANADA, VISTE DA MOSCA, TRASFORMANO ALL'IMPROVVISO PUTIN DA UN RICERCATO INTERNAZIONALE CHE HA VIOLATO IL DIRITTO INTERNAZIONALE, IN UN IMPRENDITORE DELLA GEOPOLITICA SIMMETRICO AL SUO COLLEGA AMERICANO NELL'ASSENZA DI REMORE RISPETTO ALL'USO DELLA FORZA. CHE È ESATTAMENTE QUELLO CHE IL DITTATORE RUSSO PER ANNI HA CERCATO DI DIMOSTRARE”

https://www.dagospia.com/politica/zafesova-disponibilita-trump-incontrare-putin-e-passo-verso-condivisione-420972

 

LA GROENLANDIA A TRUMP: “NON VOGLIAMO ESSERE AMERICANI”.

Traduzione dell’articolo di Max Colchester per il “Wall Street Journal”

 

donald trump

Il primo ministro della Groenlandia ha ribadito lunedì che il suo Paese non ha alcun interesse a diventare parte degli Stati Uniti, ma si è detto aperto a costruire legami più stretti con Washington in materia di sicurezza e sfruttamento delle risorse naturali.

 

Il primo ministro, Múte Egede, ha cercato di calmare la tempesta diplomatica scatenata dalla dichiarazione del presidente eletto Donald Trump, la scorsa settimana, secondo cui è  “assolutamente necessario” che gli Stati Uniti prendano possesso della Groenlandia. Trump ha poi rifiutato di escludere l'uso della forza per impadronirsi dell'isola.

 

Trump e Putin

Parlando in una conferenza stampa nella capitale del Paese, Egede si è detto “scioccato” dalle dichiarazioni di Trump, aggiungendo: “Non vogliamo essere americani”. Ma Egede ha anche detto di voler perseguire una più profonda collaborazione con gli Stati Uniti in materia di difesa e ha accolto con favore gli investimenti statunitensi nell'industria mineraria della Groenlandia.

 

Egede ha detto di essere confortato dal fatto che il vicepresidente eletto di Trump, JD Vance, abbia minimizzato la probabilità di un'invasione. Anche altri politici statunitensi di alto livello lo hanno fatto.

 

LA GROENLANDIA AL CENTRO DELLA ROTTA ARTICA

La Groenlandia, parte autogestita del Regno di Danimarca, è da anni sulla lista dei desideri di Trump per la sua posizione strategica nell'Artico, per le grandi riserve minerarie e per le sue dimensioni. Egede e molti groenlandesi, invece, dicono di volere l'indipendenza dalla Danimarca.

 

 La scorsa settimana Trump ha dichiarato di voler acquistare la più grande isola non continentale del mondo, aggiungendo che “il popolo della Groenlandia vorrebbe diventare uno Stato degli Stati Uniti d'America”. Il presidente eletto ha minacciato la Danimarca di imporre tariffe doganali e persino di intervenire militarmente se non fosse stato possibile raggiungere un accordo. 

 

Le dichiarazioni hanno gettato il Paese di 57.000 abitanti in pasto ai giornali e hanno scatenato una frenesia diplomatica per il suo leader 37enne. Egede si è recato a Copenaghen la scorsa settimana per incontrare il primo ministro danese e lunedì è tornato per esortare il suo Paese a rimanere unito.

 

Trump e Putin

“I Paesi potenti stanno diventando sempre più potenti”, ha detto il leader groenlandese rivolgendosi ai giornalisti riuniti in jeans e scarpe da corsa. “Stanno bussando alla porta dell'Artico”.

 

Egede ha affermato che la sua nazione deve essere “intelligente” nel gestire i propri affari diplomatici, perseguendo al contempo il proprio obiettivo a lungo termine di diventare completamente indipendente dalla Danimarca. “Le cose che sono state dette, anche se sono scioccanti, sono qualcosa con cui dobbiamo lavorare”, ha detto. 

 

groenlandia

Erik Jensen, vice di Egede, ha dichiarato a margine della conferenza stampa che la Groenlandia sta cercando di invitare Trump a visitare il Paese. A Nuuk, una capitale compatta fatta di edifici dai colori vivaci spolverati di neve, si sono già diffuse le voci secondo cui il prossimo presidente degli Stati Uniti si recherebbe in visita a maggio, quando il clima invernale sarà più rigido.

 

L'America esercita già un'influenza significativa sulla Groenlandia. Un trattato del 1951 conferisce agli Stati Uniti una notevole responsabilità per la difesa della Groenlandia, compresa la giurisdizione sulle aree delle basi americane. Gli Stati Uniti gestiscono la base spaziale di Pituffik nel nord-ovest della Groenlandia.

 

MEME SU DONALD TRUMP E LA GROENLANDIA PUBBLICATO DA ELON MUSK

In passato gli Stati Uniti sono riusciti a bloccare gli investimenti cinesi in Groenlandia, compresa una proposta di costruzione di piste di atterraggio.

 

Egede ha dichiarato lunedì che il suo Paese non desidera fare affari con la Russia. Ha anche detto che il Paese deve essere “più preparato” a gestire la sicurezza nell'Artico, ma non ha fornito dettagli su come. Il mese scorso, prima dei commenti di Trump, la Danimarca aveva dichiarato che avrebbe aumentato le spese militari per rafforzare la sua presenza in Groenlandia.

 

Per anni si è parlato con entusiasmo delle risorse della Groenlandia, ma le opportunità dell'industria mineraria non si sono concretizzate perché è stato difficile convincere gli investitori a rischiare il capitale necessario per far decollare i progetti. Inoltre, la Groenlandia non dispone di un gran numero di persone in grado di lavorare nell'industria mineraria, il che significa che il Paese dovrebbe fare affidamento su un'immigrazione su larga scala per assumere personale.

 

DONALD TRUMP JR IN GROENLANDIA

L'improvvisa attenzione non è del tutto negativa per i leader politici della Groenlandia. Egede sta sfruttando l'intervento di Trump per fare pressione sulla Danimarca affinché conceda alla Groenlandia maggiore autonomia. La Danimarca sovvenziona la Groenlandia con 600 milioni di dollari all'anno, in parte come riconoscimento del fatto che la posizione strategica della terraferma garantisce alla piccola nazione nordica una grande influenza globale. 

 

La Danimarca controlla ancora gli affari esteri e la politica militare e monetaria, ma ha ceduto il controllo di altre questioni interne al parlamento della Groenlandia.

 

Secondo gli analisti, le richieste di Trump stanno costringendo Copenaghen a dare maggior valore all'ex colonia danese e ad ascoltare i suoi desideri. “È indiscutibile che la posizione della Groenlandia sia molto diversa da quella in cui si trovava la settimana scorsa”, ha dichiarato Egede.

trump force one in groenlandiagroenlandia groenlandiagroenlandiail trump force one atterra a nuuk in groenlandiadonald trump jr in groenlandia donald trump jr in groenlandiaDONALD TRUMP JR IN GROENLANDIA il trump force one atterra a nuuk in groenlandia 1 lo stemma del re danese con la groenlandia il post di trump su truth sulla visita del figlio in groenlandia. donald trump jr in groenlandia la posizione strategica della groenlandia

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?