trump merkel

TRUMP NON LASCIA, RADDOPPIA: ''DOVETE INVESTIRE IL 4% DEL PIL NELLA DIFESA''. E COLPISCE LA MERKEL SULLA SUA MACROSCOPICA IPOCRISIA: ''LA GERMANIA CHE NOI DOBBIAMO DIFENDERE DALLA RUSSIA CON SANZIONI E MILITARI, È LA STESSA CHE MANDA MILIARDI A MOSCA PER COMPRARE IL SUO GAS? CHE HA UN EX CANCELLIERE (SCHROEDER) A CAPO DEL GASDOTTO NORD STREAM 2? A CHE SERVE LA NATO SE INVECE DI DIFENDERCI DA QUESTO PAESE CI FACCIAMO AFFARI?''. COLPITA E AFFONDATA…

 

Paolo Mastrolilli per la Stampa

 

merkel trump tsipras al summit nato

Il presidente Trump si è abbattuto sul vertice Nato con l' ormai abituale forza perturbatrice. Prima ha attaccato la Germania, accusandola di essere «prigioniera» della Russia per gli accordi sulle forniture di gas, e poi ha rilanciato la sfida sui finanziamenti, chiedendo agli alleati di raddoppiare i contributi investendo il 4% del prodotto interno lordo nella difesa. Però ha firmato il comunicato conclusivo della giornata, evitando almeno per ora di ripetere lo strappo provocato al G7 in Canada.

 

Il capo della Casa Bianca ha lanciato la sua accusa subito, durante la colazione di lavoro con il segretario generale della Nato Stoltenberg, con cui ha aperto il vertice dell' Alleanza in programma ieri e oggi a Bruxelles. Trump ha ripetuto le critiche agli alleati che non investono il 2% del Pil nella difesa, come si erano impegnati a fare nel summit del 2014 in Galles: «Così gli Stati Uniti pagano per tutti e questo non è giusto». Poi però ha preso di mira Berlino e la cancelliera Merkel, non solo perché non paga abbastanza, ma per i rapporti di Berlino con Mosca.

emmanuel macron donald trump

 

«Noi dobbiamo difendere la Germania dalla Russia, mentre la Germania manda miliardi alla Russia per comprare il suo gas». Quindi ha criticato il gasdotto Nord Stream 2, che dovrebbe collegare direttamente il territorio tedesco alle forniture controllate dal Cremlino, aggirando i Paesi baltici. «Un ex cancelliere - ha detto - guida questo progetto», riferendosi all' ex leader della Spd Schroeder. Perciò a suo giudizio Berlino è ostaggio di Mosca, ma nello stesso tempo è sospettosa del bilaterale che lui avrà con Putin il 16 luglio a Helsinki.

 

donald trump theresa may

Stoltenberg, sorpreso dall' attacco alla Germania, ha cercato di rimediare sottolineando l' unità della Nato, ma Trump lo ha interrotto così: «A cosa serve, se facciamo affari con il Paese da cui dovremmo difenderci?». La sua logica reggerebbe, se non fosse che l' Urss forniva gas all' Europa anche durante la Guerra Fredda. Ma gli obiettivi del presidente sembrano principalmente due: limitare la dipendenza del continente dall' energia di Mosca, rimpiazzandola con quella venduta da Washington.

 

La questione è tornata durante il bilaterale con Merkel, che si è difesa dall' accusa di essere troppo vicina alla Russia ricordando la sua provenienza dall' ex Germania Est.

Trump dopo l' incontro ha usato un tono più conciliante, elogiando Berlino e dicendo che i colloqui sono stati positivi, dalle questioni militari a quelle commerciali. Poco dopo ha visto il presidente francese Macron, che a chi gli chiedeva se condivideva le critiche del capo della Casa Bianca alla Germania ha risposto in maniera secca: «No».

donald trump nato

 

La preoccupazione degli alleati resta che Trump farà troppe concessioni durante il vertice di lunedì con Putin, e a questo scopo Stoltenberg ha sottolineato che la Nato ha confermato il rifiuto di riconoscere l' annessione della Crimea. Durante la prima sessione del summit, però, il presidente americano ha sorpreso gli alleati rilanciando anche sul tema dei finanziamenti: fino a ieri si era lamentato perché gli altri Paesi non investono il 2% del Pil nella difesa, ma ora chiede che salgano al 4%. Anche qui lo scopo è doppio: da una parte rafforzare le capacità della Nato, e dall' altra spingere i suoi membri a comprare più armamenti dalle aziende Usa del settore.

 

donald trump al summit nato

Stoltenberg però ha frenato, dicendo che «al momento siamo concentrati sull' obiettivo originale del 2%».

 

donald trump theresa may Schroeder ex cancellierePUTIN E SCHROEDERtrump e i leader della nato

 

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…