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È IN ARRIVO L'ACCORDO CHE CAMBIERÀ LE NOSTRE VITE. SOLO CHE È SEGRETO - I DOCUMENTI DEL TRATTATO TTIP TRA USA ED EUROPA SONO CUSTODITI IN UNA CASSAFORTE A BRUXELLES. E ANCHE CHI PUÒ ACCEDERVI, NON CI CAPISCE UNA MAZZA

Matteo Pandini per “Libero Quotidiano

 

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È una stanzetta nei dintorni dell' emiciclo, al quarto piano del parlamento europeo a Bruxelles. Chi ci ha messo piede la descrive così: due metri e mezzo per tre, nessuna finestra, un paio di scrivanie e una cassaforte. Contiene i documenti più riservati e che riguardano le trattative per il Ttip, il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti tra Stati Uniti ed Europa.

 

Parliamo di un progetto che ha l' obiettivo di incrementare gli affari tra le due sponde dell' Atlantico, ma che si trascina una serie di dubbi e perplessità che agitano le piazze: poche settimane fa, Berlino è stata invasa da circa 250mila manifestanti.

 

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Perché tanta foga? Alcuni allevatori del Vecchio continente, per dirne una, potrebbero essere danneggiati dall' arrivo di carne degli Stati Uniti. Per non parlare degli Ogm. Gli europei non vogliono neanche parlarne e questo discorso non sarà oggetto di trattativa.

 

Ma si può tirare un sospiro di sollievo, visto che gli animali cresciuti in America (e che potrebbero finire sulle nostre tavole sotto forma di bistecche) si nutrono con mangimi modificati? I mediatori di Washington e Bruxelles hanno ricevuto delle indicazioni per buttare giù un accordo, e le direttive - dopo lungo dibattito - sono diventate pubbliche da quasi un anno. Sono chiari gli obiettivi, ma non la strada per raggiungerli. Anche perché la Casa Bianca non gradisce gli spifferi, se non altro per non favorire rivali economici come la Russia. «Il Ttip può riscrivere le regole del commercio mondiale» osservano da Bruxelles i più ottimisti.

 

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L' Europa si trova quindi incastrata. Da una parte, c' è la richiesta di trasparenza dei suoi parlamentari e dei Paesi membri. Dall' altra, deve accontentare gli americani che invocano riservatezza. Per uscire dall' impasse, con la benedizione del presidente del parlamento Martin Schulz, i documenti più delicati sono stati trasferiti nella stanza che abbiamo descritto all' inizio.

 

Non tutti i deputati possono consultare le carte. L' accesso è consentito solo a poche decine di loro - compresi alcuni presidenti di commissione - tra cui gli italiani Roberto Gualtieri e Silvia Costa del Pd, Giovanni Lavia di Ncd e Tiziana Beghin del Movimento 5 Stelle.

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Nel locale sono vietati cellulari e block notes. Niente da fare perfino per i dizionari, nonostante i documenti siano in lingua inglese particolarmente ostica perché tecnica. Non c' è la possibilità di chiedere una mano a un consulente o a un traduttore. Per prendere appunti, si devono utilizzare fogli che vengono consegnati dai funzionari. All' uscita, vengono fotocopiati.

 

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Il parlamentare che dovesse diffondere informazioni rischia l' espulsione dal gruppo dei «privilegiati», oltre a sanzioni pecuniarie. Inutile dire che durante la permanenza nella stanza, non si viene lasciati soli. In altre parole, come sintetizza la 5 Stelle Beghin, «è particolarmente difficile, se non impossibile, farsi un' idea precisa» delle trattative e delle richieste in campo.

 

Anche perché i deputati hanno dei limiti di tempo. Ce n' è abbastanza per fare infuriare perfino alcuni governi nazionali. Il presidente del Parlamento federale tedesco, Norbert Lammert, ha invocato maggiore trasparenza. «Dobbiamo essere coinvolti di più». Altrimenti, «penso che difficilmente il Bundestag ratificherà un accordo» che a Berlino - e a tutti gli altri governi europei - rischia d' essere svelato a giochi fatti.

 

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Dalla Casa Bianca nicchiano: va bene diffondere i documenti con un grado di riservatezza medio-basso, ma per quelli più delicati la strada è in salita.

C' è l' ipotesi di distribuirli agli esecutivi nazionali, a patto che l' accesso sia limitato e che le carte vengano custodite nelle ambasciate a stelle e strisce.

 

Un bel rebus. Nel Vecchio Continente esonda il desiderio di influenzare le scelte di Bruxelles. In Olanda, per esempio, hanno lanciato una consultazione per bloccare l' accordo di Associazione tra Europa ed Ucraina. Ma l' Italia non ha di queste scocciature: la Costituzione vieta i referendum sui trattati internazionali.

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