dominic cummings rino siconolfi

TUTTI GLI UOMINI DI BORIS - NELLA SQUADRA DI JOHNSON C’E’ UN ITALIANO: E’ L’IRPINO RINO SICONOLFI, NIPOTE DEL LEADER DC GERARDO BIANCO - E’ UNO DEI RESPONSABILI DEL “CONSERVATIVE CALLING”, IL VERO E PROPRIO CALL CENTER DEL PARTITO - IL RASPUTIN DI JOHNSON E’ DOMINIC CUMMINGS, UNA SPECIE DI BANNON DELL'EUROSCETTICISMO BRITANNICO. DAVID CAMERON LO "PSICOPATICO IN CERCA DI FAMA" - I DUE RITRATTI

1 - NELLA SQUADRA DI BORIS C’E’ UN ITALIANO

Simona Pletto per “Libero quotidiano”

 

RINO SICONOLFI

Da Ferrara a Londra. Da operatore turistico specializzato in viaggi, a politico, e infine a timoniere vincente della macchina raccogli voti del primo ministro inglese fresco di rinomina. Dietro alla schiacciante vittoria elettorale di Boris Johnson, che lavora a tempo pieno per la Brexit, c' è lui, Salvatore alias Rino Siconolfi, ferrarese, divenuto nel giro di pochi mesi uno dei responsabili del Conservative Calling, il vero e proprio call center del partito conservatore che ha contribuito al successo del riconfermato premier inglese.

 

A poche ore dai sorprendenti risultati elettorali che hanno visto trionfare Johnson, questo quasi ferrarese (è di origine avellinese, suo padre è cugino del democristiano Gerardo Bianco) si è fatto immortalare davanti a Westminster, sede del parlamento, mentre esibiva sul petto la coccarda azzurra dei Tory, i conservatori di Johnson, in segno di esultanza per il risultato elettorale. «Proud of my country», cioè «orgoglioso del mio Paese». Di quello d' adozione, s' intende.

BORIS JOHNSON E RINO SICONOLFI

 

FIGLIO D' ARTE

Siconolfi, dopo aver chiuso la propria agenzia viaggi a Ferrara (la Tubi viaggi di Ferrara) poco più di un anno fa, si è trasferito a Londra dove vive appunto dal 2018. Negli ultimi mesi Rino è divenuto uno dei responsabili del Conservative Calling, un' organizzazione che, a suon di contatti telefonici e di visite porta a porta, ha contribuito al successo del primo ministro inglese. La sua telefonata alla casalinga dello Yorkshire comincia così: «Signora carissima, come sta? Sta cucinando? Mi sembra di sentire un profumino. Scusi se l' annoio con la politica, ma questo piano di Boris per la sicurezza è davvero interessante».

 

E la casalinga, che non riceve un complimento da anni, non resiste e promette di votare Boris, insieme a tutti i familiari. Figlio dell' ex presidente della Provincia di Ferrara e che oggi vive in Portogallo, Salvatore alias Rino si è messo in evidenza per la sua straordinaria capacità di raccogliere consensi telefonici. Sico jr (chiamato così dagli amici) non è nuovo alle campagne elettorali. Politicamente vicino a Forza Italia, anni fa è stato braccio destro di Giorgio Dragotto nella sua corsa alle Regionali.

 

Rino Siconolfi

«Abbiamo visto alla tv l' esito dei voti di Boris», commenta Paolo Siconolfi, avvocato ferrarese e zio di Rino. «E sapere che dietro a quel successo c' era mio nipote ci ha riempito di orgoglio, certo. Purtroppo lo sentiamo poco. So che chiama spesso il padre che vive in Portogallo, magari ci chiamerà lui quando potrà». Dentro le Mura estensi, insomma, lo considerano quasi un cervello in fuga.

 

Le occasioni per affermarsi in Italia non gli erano mancate. Poi aveva scoperto l' arte del trasformismo. Siconolfi, nella sua carriera politica in Patria, era diventato attivista del Movimento Cinque Stelle. Poi aveva cambiato bandiera avvicinandosi alla Lega.

«La situazione in Italia», diceva prima di trasferirsi all' estero, «si è fatta davvero pesante. I giovani non vedono un futuro davanti a loro, i pensionati stentano ad arrivare alla fine del mese, molti capifamiglia hanno perso il lavoro e si orientano perciò laddove c' è ancora possibilità di fare investimenti nei settori immobiliari, turistici e della ristorazione».

 

RINO SICONOLFI

LUSSO E PROPAGANDA

La sua esperienza londinese inizia con il mestiere che già conosceva, il tour operator. Anche se dal suo profilo Instagram - stracolmo di foto che lo ritraggono in grand hotel, club esclusivi, con il frac e la tuba alle corse di Ascot o appariscenti giacche di Versace - risulta anche titolare di un' agenzia, la Fashion Uk&Usa Magazine, che si occupa di moda. «Fa il tour operator ed è un attivista straordinario del nostro gruppo», ha dichiarato Christian Vinante Giovannini, cantante originario della Val di Fiemme e che a Londra ha fatto carriera diventando ora direttore dell British Italian Conservatives.

 

L' attività del gruppo è quella di lobby, di supporto a una serie di candidati che, anche grazie al ferrarese, risultano tutti eletti. Nel suo profilo Facebook non ancora aggiornato a poche ore dai risultati elettorali, spicca la foto di Boris Johnson mentre stringe la mano alla regina Elisabetta. "La nostra missione è quella di rendere il Regno Unito il posto più grande della terra". Votare per credere. Parola di Boris e Rino. La Brexit è quasi fatta.

Dominic Cummings

 

2 - IL GENIALE RASPUTIN DI JOHNSON CHE CON TRE PAROLE HA STRAVINTO

Antonello Guerrera per “la Repubblica”

 

Dominic Cummings, genio ribelle. Ma anche "Rasputin" di Boris Johnson, Bannon dell' euroscetticismo britannico, anticristo, sociopatico, pazzo, messia, "psicopatico in cerca di fama" (copyright David Cameron), oppure eroe, stando ai lettori del suo folle blog, dove intreccia Sun Tzu, filosofia russa, robotica, Orson Wells e Bismarck.

 

Dominic Cummings, alias Benedict Cumberbatch nel recente film a lui dedicato Brexit, the Uncivil War, è forse tutte queste cose. Di sicuro è il custode della fortuna politica di Boris Johnson, del quale è il consigliere supremo dopo esser stato a capo della propaganda per la Brexit nel 2016. Già, perché Cummings ha scolpito i due slogan che hanno segnato il destino del Regno Unito: Take Back Control (Riprendere il controllo) nel referendum sull' Ue e Get Brexit Done (Completiamo la Brexit) alle ultime elezioni che hanno sancito, oramai irreversibilmente, l' uscita dall' Ue.

Dominic Cummings

 

Due motti geniali: perché il primo rielabora lo zeitgeist contemporaneo mondiale, ossia riprendere il controllo di confini, leggi, flussi migratori e commerciali, globalizzazione. Di qui l' ascesa mondiale di entità in grado di "riportare il controllo", come Trump, i populisti europei o la stessa Brexit. Le tre paroline magiche dell' ultimo slogan invece hanno conquistato sia i brexiter affamati sia gli europeisti esasperati dallo stallo politico.

 

Dominic Cummings, 48 anni, sposato con la vicedirettrice della rivista Spectator Mary Wakefield, è estremamente schivo. E quando appare tra Downing Street e Westminster, si fa notare perché è l' unico che non veste giacca e cravatta, bensì camicie sdrucite, t-shirt sciatte o felpe con cappuccio.

 

Dominic Cummings e Boris Johnson

Pare un disadattato, difatti l' establishment conservatore lo odia. In realtà è un sopraffino stratega politico che ha vinto quasi da solo il referendum 2016 con una propaganda impeccabile, che ha accalappiato i delusi e i "dimenticati" anche grazie alle bufale (sua l' idea del bus con i 350 milioni a settimana in più alla sanità dopo Brexit) o sfruttando i dati personali degli elettori su Facebook. «Anche stavolta voi europeisti istruiti non avete capito l' umore del Paese», ghignava ieri.

 

Dominic Cummings

Pure Cummings è istruito, negli anni Novanta si laurea a Oxford in Storia antica e moderna, sin da bambino ha una passione per la Russia fiorita coi Fratelli Karamazov e in gioventù a Mosca lancia una compagnia aerea che realizza un solo volo, con un solo passeggero. Poi inizia a fare consulenze per il brexiter Michael Gove e pian piano il suo genio diventa una risorsa indispensabile ai conservatori, che pure lui disprezza: «Se ne fregano della sanità e dei poveri», sbottò qualche anno fa.

Dominic Cummings

 

Capelli radi, viso delicato e sguardo pazzoide tra Dorian Gray e Hannibal Lecter, detesta la «decadente, burocratica, finanziaria Unione Europea », per lui destinata a fallire come capitolò la Cina post-rinascimentale per i troppi regolamenti. Il suo mondo ideale è fondato su meritocrazia, scienza, nanotecnologia, algoritmi, futurismo e giovani prodigi al potere selezionati in base al quoziente intellettivo. Un' élite illuminata per poter trasformare il Regno Unito in una sorta di «tecno-polis meritocratica», come ha scritto l' Economist, all' avanguardia nell' istruzione e nella scienza: «Una visione del mondo nietzschiana, una lotta erculea tra sapienza e mediocrità». Sarà mica questo il Regno Unito di Boris Johnson dopo la Brexit?

Dominic Cummings

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?