QUI RADIO COLLE – UGO MAGRI: “SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE SERGIO MATTARELLA HA LA SUA OPINIONE. MA NON INTENDE MANIFESTARLA PERCHÉ OGNI MEZZA PAROLA POTREBBE INFLUENZARE IL GIUDIZIO DEGLI ELETTORI E FALSARE IL VERDETTO DELLE URNE. L'AUSPICIO DEI COLLABORATORI È CHE NESSUNO TENTI DI FORZARGLI IL PENSIERO” – “SUL COLLE SI PERCEPISCE QUALCHE PREOCCUPAZIONE. LA CAMPAGNA REFERENDARIA È AI BLOCCHI DI PARTENZA MA GIÀ VOLANO ACCUSE INCENDIARIE. LA LUNGA CONTESA RISCHIA DI LACERARE ANCORA DI PIÙ UN PAESE GIÀ PARECCHIO POLARIZZATO. CHISSÀ SE L'ITALIA NE SENTIVA IL BISOGNO…”
Estratto dell’articolo di Ugo Magri per “La Stampa”
giorgia meloni e sergio mattarella - consiglio supremo della difesa
Sulla separazione delle carriere Sergio Mattarella ha la sua opinione, e ci mancherebbe. Ma non intende manifestarla né in pubblico né in privato perché ogni mezza parola, anche semplicemente riferita, potrebbe influenzare il giudizio degli elettori e falsare il verdetto delle urne.
Se si lasciasse tirare per la giacca, l'arbitro verrebbe meno all'imparzialità che gli viene richiesta, ed è il motivo per cui chi indaga sugli orientamenti del Colle in vista del referendum resta puntualmente deluso: «Nulla da dichiarare», ripetono lassù.
Mattarella voterà certamente, su questo non c'è ombra di dubbio; recarsi alle urne rappresenta un dovere civico e il primo cittadino vorrà dare il buon esempio; ma che cosa scriverà sulla scheda non lo sanno nemmeno i consiglieri più stretti.
[…] L'auspicio dei collaboratori è che nessuno tenti di forzargli il pensiero, per esempio riciclando concetti già espressi in passato da Mattarella sul ruolo dei magistrati allo scopo di trasformarlo abusivamente, magari attraverso qualche copia-e-incolla di vecchi discorsi, in paladino o fustigatore delle toghe (della cui autonomia e indipendenza il capo dello Stato è per Costituzione il custode);
oppure, altro possibile esempio, sommergendo il Quirinale con petizioni, lettere, raccolte di firme, iniziative popolari o appelli che sarebbero per definizione irricevibili in quanto, se mai venissero accolti, trascinerebbero nella mischia l'istituzione "super partes" per eccellenza.
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA APPROVATA IN SENATO - PROTESTE DEL PD
La neutralità politica del Garante è un bene collettivo da salvaguardare. Così come va rispettata la civiltà del confronto politico che non dovrebbe mai superare certi confini.
Mattarella nutre enorme rispetto per la politica. In quasi undici anni di Quirinale non ha mai contestato la dialettica, anche aspra, tra i partiti. Però tiene altrettanto all'unità nazionale e sul Colle si percepisce, al riguardo, qualche preoccupazione. La campagna referendaria è ancora ai blocchi di partenza […] ma già volano accuse incendiarie. Se il buon giorno si vede dal mattino, la lunga contesa rischia di lacerare ancora di più un Paese già parecchio polarizzato. Chissà se l'Italia ne sentiva il bisogno.
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