“UNA STORIA TRA PRIVATI”? CERTO, PER FOTTERE TUTTI GLI ALTRI! - FORMINCHIONI STAVOLTA LA SPARA GROSSA: A QUANTO PARE DACCÒ, OLTRE A FARE REGOLARE LOBBING CON LE REGIONI, AVEVA IL COMPITO DI “APRIRE LE PORTE” DEL PIRELLONE AD ALCUNI ENTI (CHE POTEVANO FAVORIRE LA MAUGERI) IN VIRTÙ DEL SUO RUOLO DI INFLUENTE CIELLINO – QUASI LA METÀ DEI GUADAGNI, MANDATI DI CORSA ALL’ESTERO FINIVANO NELLE TASCHE DELL’EX ASSESSORE ALLA SANITÀ ANTONIO SIMONE…

Paolo Colonnello per "la Stampa"

Sarà anche "tutta una storia tra privati", come ancora ieri ha ribadito il Governatore Roberto Formigoni a proposito dello scandalo della Fondazione Maugeri. Ma a sentire Pierangelo Daccò, interrogato per circa tre ore nel pomeriggio dal gip Tutinelli, non è esattamente così. «Venivo pagato dalla Fondazione Maugeri per risolvere i problemi con le Regioni», avrebbe detto in sostanza il "mediatore" riarrestato la settimana scorsa per associazione per delinquere, appropriazione indebita e riciclaggio.

E quando dice "problemi"; intende dire, come spiega il suo legale Gianpiero Biancolella, "una lecita attività di lobbing", ovvero di rapporti con funzionari e politici, soprattutto, della Regione. Quella Lombarda, in particolare, visto i rapporti di militanza in Comunione Liberazione e amicizia che legano Daccò al governatore Formigoni. Chi erano i referenti di Daccò? La questione dovrebbe essere approfondita in un interrogatorio che si svolgerà tra qualche giorno soltanto davanti ai pm. Perché, come racconta il legale, «in questa storia manca il "convitato di pietra", ovvero il reato di corruzione intorno al quale i magistrati continuano a girare senza mai nominarlo. Ma su questo punto Daccò è stato chiaro: mai pagato nessun politico o funzionario, nel modo più assoluto».

Certo, di fronte a un Formigoni che un po' pilatescamente lo scarica («Può essere che ciascuno di noi abbia nelle sue infinite conoscenze una persona che non è perfettamente limpida, ma questo lo stabilirà la magistratura») Daccò, che pagò con la sua carta di credito biglietti aerei e ville per le vacanze del Governatore e dei suoi amici, non sembra confermare l'impressione tutta "privata" con cui Formigoni connota la vicenda Maugeri.

Perché la "normalissima attività di lobbing" di Daccò per Cotantino Passerino, il direttore amministrativo della Maugeri, era qualcosa di più di una semplice questione di pubbliche relazioni: Daccò, ha spiegato "apriva le porte" nella Regione Lombardia agli enti che ritenevano di avere diritto a certi provvedimenti e rimborsi e facevano fatica ad ottenerli. E non grazie a particolari competenze ma per la sua grandissima «influenza nell'assessorato alla Sanità» e perché veniva considerato «un uomo molto importante in Cl, in particolare per i suoi rapporti con il presidente della Regione Lombardia» Formigoni.

«Daccò - lo difende l'avvocato Biancolella - in realtà doveva individuare nelle Regioni le migliori opportunità per l'ampliamento delle attività della Maugeri. E poi, la maggior parte delle sue entrate era dovuta ai lavori svolti direttamente con la Maugeri».

Peccato per quelle fatture che i pm considerano del tutto false, così come confessato dal fiduciario Grenci. C'è poi un dettaglio non certo irrilevante: quasi la metà di questi guadagni, spostati velocemente all'estero, finiva all' altro ciellino di eccellenza, l'ex assessore alla sanità Antonio Simone: «Nel 1995, quando Roberto Formigoni è stato eletto Presidente della Regione - ha messo a verbale nel gennaio scorso Simone - ho considerato definitivamente conclusa la mia attività politica, in quanto uno strettissimo legame personale mi vedeva vicino a Formigoni con il quale avevamo condiviso l'attività nel Movimento Popolare e non volevo mescolare profili personali con quelli politici...».

Daccò comunque ieri si è impegnato a far rientrare in Italia altri documenti su conti intestati a un diverso fiduciario, già sequestrati dalle autorità elvetiche. In questo modo, complessivamente i soldi che Daccò e Simone avrebbero ricevuto da Maugeri ammonterebbero a 70 milioni di euro.

 

Roberto Formigoni ospite a bordo dello yacht di Piero Dacco FORMIGONI SULLO YACHT DI PIERO DACCOFONDAZIONE SALVATORE MAUGERI MaugeriANTONIO SIMONE EX ASSESSORE REGIONALE LOMBARDO ALLA SANITA

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...