ursula von der leyen giorgia meloni mario draghi raffaele fitto

URSULA È DIVENTATA UN PROBLEMA PER GIORGIA MELONI – LA DUCETTA, CON IL SOSTEGNO ALLA CONFERMA DI VON DER LEYEN, SI È CACCIATA IN UN VICOLO CIECO: SALVINI E LE PEN HANNO GIOCO FACILE NELL’ATTACCARE L’AMBIGUITÀ DELLA PREMIER ITALIANA. CHE MEDITA SUL DA FARSI. SECONDO “REPUBBLICA”, L’IDEA SAREBBE ADDIRITTURA DI PROPORRE UNO SPITZENKANDIDATEN ITALIANO PER I CONSERVATORI (RAFFAELE FITTO) PER TOGLIERE UN ALIBI AL “CAPITONE”. L’ALTRA OPZIONE, PIÙ PROBABILE, È QUELLA DI SOSTENERE DRAGHI PER I VERTICI UE...

giorgia meloni ursula von der leyen kiev

1. UN SUO CANDIDATO ALLA GUIDA DELL’UE LA MOSSA DI MELONI CONTRO SALVINI

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

L’allarme è scattato poche settimane fa. Colpa degli ultimi sondaggi di Fratelli d’Italia. Registrano un arretramento preoccupante, che va di pari passo con l’avvicinarsi delle Europee. Colpa […] delle recenti spaccature nella maggioranza e della campagna sempre più aggressiva portata avanti da Matteo Salvini […].

 

RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI

A questo punto, neanche la percentuale al ribasso indicata dalla presidente del Consiglio come soglia per “pesare” un successo elettorale, il 26%, può dirsi scontata. Per tutte queste ragioni, Giorgia Meloni ha deciso di reagire. Di provare a sfilarsi dall’angolo nel quale è stata cacciata, soprattutto a causa del rapporto strettissimo con Ursula von der Leyen.

 

L’idea, quella almeno che trapela in queste ore direttamente dallo staff presidenziale e da esponenti di peso del governo, è lanciare presto un candidato alla Presidenza della Commissione dei Conservatori.

 

raffaele fitto ursula von der leyen

Di peso. Credibile. Italiano, se possibile, in modo da zittire il ministro leghista. O comunque, espressione della premier. In modo da poter condurre una campagna per le Europee senza dover subire il bombardamento dell’alleato, che le rimprovera sempre e soltanto una cosa: vuoi il bis di von der Leyen, lavori a un patto con socialisti e liberali, stai tradendo la causa della destra europea.

 

[…] Da tempo, il punto debole di Meloni è proprio il sodalizio con Ursula. […] Nelle ultime settimane – e in particolare dopo il viaggio in Egitto – i costi dell’operazione sembrano però aver superato i benefici. La tedesca è sempre meno amata, dentro e fuori dal Ppe. La scommessa potrebbe risultare perdente.

 

ROBERTA METSOLA - GIORGIA MELONI

[…]  Salvini ha deciso di sfidare Meloni proprio su questo terreno. Le chiede pubblicamente di rinnegare von der Leyen, la obbliga a schierarsi. Ha addirittura “arruolato” Marine Le Pen, che tra gli applausi dei militanti del Carroccio ha criticato la presidente del Consiglio, etichettandola come architrave dell’euroburocrazia che lavora al bis di Ursula, assieme a socialisti e liberali.

 

Meloni soffre questo scenario. E però sembra sconveniente, vista l’importanza della Commissione sul futuro del Pnrr e di altri dossier sensibili, rinnegare questa amicizia. Ma sconveniente sarebbe anche esagerare con il sostegno a un bis […]. Da qui, la necessità di sparigliare. […] Come fare? L’opzione migliore sarebbe quella di imporre come spitzenkandidat dei Conservatori un italiano. Un profilo come quello di Raffaele Fitto – il migliore, anche per esperienza e contiguità alle istituzioni continentali - o di un altro big di Fratelli d’Italia, in modo da tagliare gli artigli di Salvini.

 

URSULA VON DER LEYEN - GIORGIA MELONI - OLAF SCHOLZ

Non è un’operazione facile. Certo, Fratelli d’Italia sembra destinato a diventare il principale “contribuente” di Ecr in termini di seggi, superando i polacchi del Pis, dunque presenta carte in regola per poter esprimere un proprio nome. È però altrettanto vero che proprio il partito di Morawiecki ambisce a rilanciarsi […] esprimendo il candidato presidente.

 

L’altra opzione, quella che dopo le elezioni davvero salverebbe Meloni dalla competizione fatale con Salvini e che avrebbe il vantaggio di prosciugare gli argomenti più ostili del leghista, sarebbe quella di sostenere Mario Draghi alla guida delle istituzioni europee. Difficile per il ministro dei Trasporti opporsi, dopo aver votato la fiducia al governo dell’ex banchiere centrale. È un’idea che diventa sempre più forte, dalle parti di Palazzo Chigi.

 

raffaele fitto giorgia meloni gianfranco rotondi foto di bacco (2)

Che prende quota con l’aumentare del coefficiente di difficoltà di queste elezioni, da cui davvero dipende la stabilità dell’esecutivo. È però uno scenario che difficilmente Meloni riuscirà a sostenere pubblicamente prima del voto, proprio a causa della competizione spietata di Identità e democrazia. Ecco perché l’unica strada, adesso, è trovare un nome di livello, italiano o comunque espressione della presidente del Consiglio. Capace di […]  respingere l’attacco di Salvini, sottraendogli l’argomento polemico con cui più sta danneggiando la leader. […]

 

2. TAJANI, PLENKOVIC, METSOLA LA STRATEGIA DI MELONI PER SGANCIARSI DA URSULA

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per "la Stampa"

 

ursula von der leyen stefano bonaccini raffaele fitto

Giorgia Meloni ha un problema […] che si chiama Ursula Von der Leyen. Non lo può dire e non lo dirà, ma la leader tedesca […] è diventata un peso di cui Meloni e Fratelli d'Italia farebbero volentieri a meno in questi ultimi sessanta giorni prima del voto europeo dell'8 giugno.

           

[…] Gli equilibrismi con cui Meloni elude le domande sul sostegno a Von der Leyen nascondono la difficoltà di rimanere in bilico tra le ragioni di governo, su precisi dossier che interessano Roma, e l'ansia di difendere la propria immagine di regina della destra europea, insidiata da un signora francese che i sondaggi fanno volare sopra il pur ottimo risultato di FdI.

 

giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa

[… FdI deve ragionare su un piano B. E lo sta facendo, considerando i punti fermi previsti nel processo che porterà alla nomina dei presidenti di Commissione, Consiglio e Parlamento europeo. La premessa è nota a tutti: salvo sorprese, la maggioranza non dovrebbe essere dissimile da quella – formata da popolari, socialisti, liberali – che ha sostenuto Ursula.

 

Non ci sono regole scritte, ma consuetudine. Ed è difficile immaginare una candidatura alla guida della Commissione che vada di traverso a un Paese importante, grande e popoloso come l'Italia. Si dà per scontato che, dietro Von der Leyen, ci sarà un altro popolare a correre per la presidenza. Ma chi? I nomi che tornano e ritornano sono un po'gli stessi.

 

ANTONIO TAJANI ANDREJ PLENKOVIC

Nella short list senza troppe sorprese ci sono Andrej Plenkovic, premier croato, con cui Meloni ha un buon rapporto, e Roberta Metsola, presidente (popolare) dell'Europarlamento dopo la morte di David Sassoli (che fu scelto in quota socialista), sostenuta dal segretario di Forza Italia Antonio Tajani e dal capogruppo del Ppe Manfred Weber.

 

Ma tra i candidati ci potrebbe essere anche Tajani stesso. È un nome che FdI non esclude, anche se il vicepremier nega di aver tutta questa voglia di tornare in Europa. Di sicuro, per Meloni avrebbe il vantaggio di guardare con occhio più favorevole agli interessi del governo italiano, e significherebbe strappare una nomina di maggior peso di quella di un commissario seppur importante come l'Agricoltura, l'Economia o altri a cui punta la destra. A condizione però che non ci sia un altro italiano, a rimescolare ogni cosa: quel Mario Draghi, che Macron vorrebbe piazzare al Consiglio, e che potrebbe rovinare i piani di Meloni.

ANDREJ PLENKOVIC 2fitto melonifitto meloniRAFFAELE FITTO E GIORGIA MELONI raffaele fitto giorgia meloni vito bardi

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLIGIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLIgiorgia meloni ursula von der leyen sergio mattarella vertice italia africa

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)

giusi bartolozzi almasri giorgia meloni carlo nordio

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA TRA LE MANI IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO PER LA FIGURACCIA SU ALMASRI: GIUSI BARTOLOZZI, CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, NORDIO. DEL RESTO, È UNA MAIL DELLA “ZARINA” A DIMOSTRARE CHE A VIA ARENULA SAPESSERO DELL’ARRESTO DEL TORTURATORE LIBICO GIÀ DOMENICA 19 GIUGNO, E NON LUNEDÌ 20, COME SEMPRE SOSTENUTO DA NORDIO – DI FRONTE ALL’IPOTETICA CACCIATA DELLA BIONDISSIMA GIUSI, PERÒ, NORDIO S’È SUBITO OPPOSTO: GIAMMAI! D'ALTRONDE LA DECISIONE, SECONDO IL MINISTRO, È STATA PRESA DIRETTAMENTE A PALAZZO CHIGI…