matteo salvini ursula von der leyen

L’EUROPA NON RUSSA – URSULA VON DER LEYEN PRENDE LE DISTANZE DALLA LEGA E CANCELLA L’INCONTRO PREVISTO CON IL FEDELISSIMO DI SALVINI A BRUXELLES MARCO ZANNI – I NUMERI SONO ANCORA BALLERINI, MA COMUNQUE GLI EVENTUALI VOTI DEL CARROCCIO SARANNO AGGIUNTIVI: DOPO IL CASINO DELL’AUDIO DI BUZZFEED, IN EUROPA VOGLIONO ISOLARE SALVINI, E ANCHE IL COMMISSARIO LEGHISTA “DI PESO” POTREBBE DIVENTARE UN MIRAGGIO…

 

 

Angela Mauro per www.huffingtonpost.it

 

URSULA VON DER LEYEN

Se la settimana scorsa Ursula von der Leyen si sarebbe bevuta tranquillamente un caffè con i leghisti, ora non più. L’affare Metropol e le presunte trattative della Lega per ottenere finanziamenti dai russi diventano un caso europeo. Non ancora ufficialmente, ma, a quanto apprende Huffpost, c’è questo dietro la decisione della presidente designata della Commissione europea di prendere le distanze dai leghisti, cancellare l’incontro previsto oggi con il capogruppo di Identità e democrazia Marco Zanni, cambiare totalmente strategia in vista del voto di domani in aula a Strasburgo: tuttora in bilico.

 

matteo salvini giancarlo giorgetti

Fino alla scorsa settimana, all’Europarlamento Ursula incontrava tutti e accettava i voti di tutti. Pur di farcela al test dell’aula di Strasburgo domani. Ora invece punta ad una maggioranza auto-sufficiente formata da Ppe, Liberali, socialisti più i nazionalisti polacchi di Jaroslaw Kazscynski. Se ci saranno i voti della Lega saranno aggiuntivi, questo è il piano. I numeri sono ancora ballerini. Quel che è certo è che la Lega non ha chiuso il dossier von der Leyen: ancora oggi sta valutando se votare sì alla nomina della nuova presidente, determinata a evitare che l’affare dei fondi russi infici pure la partita sul commissario italiano, che per Salvini resta il fedelissimo Giancarlo Giorgetti.

 

MARCO ZANNI 2

A quanto apprende Huffpost da fonti leghiste, i contatti con la presidente tedesca non si sono interrotti affatto. E’ stato solo annullato l’incontro ufficiale, cosicché il gruppo ‘Identità e democrazia’ è l’unico che von der Leyen non incontrerà (la scorsa settimana ha visto anche i 14 eletti del M5s, non iscritti ad alcun gruppo: e loro voteranno Sì). Eppure, le trattative con i leghisti continuano. Tanto che loro stanno ancora valutando di votare a favore: sono 28 eletti, 28 voti che farebbero gola a von der Leyen, se si trattasse solo di matematica. Ma c’è la politica e la diplomazia internazionale. Con l’affare russo che impazza sui giornali del continente, la presidente europea non può accettare i voti di chi – secondo le accuse sui cui indaga la magistratura - accetta i soldi di Putin.

 

ursula von der leyen

E allora ufficialmente è distanza, ufficiosamente si tratta. Anche perché al Governo italiano spetta comunque la nomina di un commissario europeo. E, a meno che non cambino i patti tra i due partner di governo, a meno che l’affare russo non si infili anche in questo dossier, il commissario sarà il leghista Giorgetti. Ora più che mai, la Lega mantiene fermo il punto e non molla i contatti con von der Leyen: tanto da poter dire sì domani.

MARCO ZANNI 1

 

Ad ogni modo, von der Leyen per ora è costretta ad attrezzarsi per fare in modo che i voti leghisti non siano determinanti per la sua maggioranza. Semmai, aggiuntivi. La sua vigilia di voto inizia con una lettera di risposta agli interrogativi posti dal gruppo dei ‘Socialisti e democratici’ e un’altra missiva per le domande di ‘Renew Europe’, i liberali. Sono entrambe piene di promesse. Non una grinza. Ursula promette di essere “la più grande avvocata del Parlamento”, ‘chicca’ che magari piacerà anche ai cinquestelle perché riecheggia “l’avvocato del Popolo” pronunciato da Giuseppe Conte nel suo discorso di insediamento al Parlamento italiano. Ma soprattutto von der Leyen fa aperture sulla flessibilità, lancia una conferenza per la democrazia, sottolinea il potere del Parlamento e promette anche la riforma del regolamento di Dublino. Ai Liberali promette la web tax per i giganti di internet, un dossier già aperto in Francia da Emmanuel Macron.

 

ursula von der leyen 4

Insomma, ce n’è per tutti. Ma chissà se domani in aula ci saranno i 374 voti necessari (la maggioranza sul totale di 747 eurodeputati: 4 non sono ancora registrati, tra cui i catalani di Puidgemont) a von der Leyen per essere nominata ufficialmente. A quanto sembra, le risposte fornite ai socialisti – i più scontenti – dovrebbero assorbire le critiche. Il Pd per esempio potrebbe optare per il sì. Ma potrebbero non rientrare i no della Spd tedesca – irremovibili - e chissà se anche dei belgi, olandesi e britannici, anche loro hanno espresso molte perplessità su von der Leyen, ministro della Difesa in patria, coinvolta in diversi scandali, non candidata alle elezioni europee bensì scelta dai leader.

ursula von der leyen 6

 

Ad ogni modo, oltre ai tre maggiori partiti (messi insieme in teoria fanno 444 voti), la presidente conta anche i sì dei 26 eletti di Kazscynski: anche loro sono sovranisti, ma stanno nel gruppo dell’Ecr (Conservatori e riformisti) e non in quello di Salvini (Identità e democrazia). Da notare: si tratta di voti assolutamente anti-Putin. Del resto, i rapporti della Lega con Mosca hanno affossato il piano di costruire un unico gruppo sovranista in Europa: la trasferta di Salvini a Varsavia andò malissimo proprio per questo. E poi a favore di von der Leyen dovrebbero votare i 14 pentastellati. Non i Verdi, né la sinistra del Gue che restano sul no.

 

ursula von der leyen

Numeri in bilico ma una cosa certa: Ursula non vuole farsi fotografare con i leghisti. Che poi il ‘problema’ di ‘Identità e democrazia’ sono solo loro, gli unici tra i sovranisti in bilico sul voto. I lepenisti infatti voteranno no (Marine Le Pen non può dare indicazione per il sì come il suo avversario Macron), stessa cosa farà l’Afd (per gli stessi motivi anti-Merkel). Salvini invece è il sovranista di governo con esigenze diverse. La sua partita europea stava per decollare ma il polverone dell’hotel Metropol per ora l’ha gelata.

MARCO ZANNI

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO