giuseppe conte

“VANITY” CONTE – IL MITOMANE DI PALAZZO CHIGI DA’ DEL TU AL PAPA IN UN MESSAGGIO UFFICIALE. NON SI ERA MAI VISTO, DA CHE MONDO È MONDO (SCALFARI A PARTE, NATURALMENTE) – VENEZIANI: “IL CONTE VANESIO CHIUDE IL VENTENNIO DEGLI EGOLATRI. INIZIÒ BERLUSCONI, CON IL CULTO DI SÉ CHE PERÒ SEDUCEVA IL POPOLO POI ARRIVÒ RENZI, EGOTISTA MA DAI TRATTI RANCOROSI. E ORA C'È "GIUSEPPI", IL NARCISISMO CHE SI SPECCHIA ALL'INFINITO, LUI CHE PARLA A VUOTO, DICE IL NULLA. QUEL CHE CONTA È SOLO RESTARE AL POTERE, CON CHIUNQUE, A QUALUNQUE PREZZO, SOSTENENDO QUALUNQUE COSA. NON BASTAVA IL COVID”

1 - CONTE AL PAPA DÀ DEL «TU»

Da “il Giornale”

 

conte papa francesco

Lo scivolone arriva di buon mattino, forse per l'ansia di arrivare primo a festeggiare il compleanno del Pontefice: «Auguri, Papa Francesco. Seguiamo con il massimo rispetto il tuo impegno etc». In Vaticano, leggendo il tweet del premier Conte, devono aver fatto un salto sulla sedia: dare del tu al Papa, in un messaggio ufficiale? Non si era mai visto, da che mondo è mondo. Anche ammesso (e non concesso) che Conte abbia quella confidenza in privato, il protocollo non prevede che venga esibita in pubblico. Eugenio Scalfari a parte, naturalmente.

 

2 - L’AVVOCATO CHIUDE IL VENTENNIO DEGLI EGOLATRI

Marcello Veneziani per “la Verità”

 

conte papa francesco

Ora che si chiude il primo ventennio del secolo, proviamo a tracciare un riassunto politico di quel che è successo in Italia. C' è un filo conduttore che guida la breve storia del potere. Dopo una repubblica corale, dominata dai partiti, l' Italia del nuovo millennio è andata ben oltre il partito personale di cui si parlò negli anni Novanta. È nato un sistema politico curioso: l' egocrazia, ovvero l' esibizione al potere di Uno Solo. In principio fu Re Silvio Berlusconi, poi fu la volta del Granduca di Toscana, Matteo Renzi, infine si piazzò al potere il Giuseppe Conte Vanesio.

CONTE

 

E nel mezzo tre ombre proiettate dall' eurocrazia: Mario Monti, il tecnico funesto, EnricoLetta, il proconsole semi-politico, Paolo Gentiloni, il commissario politico. La storia di questo ventennio è praticamente la storia di un bipolarismo postideologico, postpolitico, trasversale, fra tre egoarchi e tre commissari europei.

 

Cominciò Re Berluscone I, imperatore apolitico di tutte le destre, che sostituì il centrismo con l' egocentrismo, l' ideologia con l' egologia; e il Paese si divise per più di un decennio tra due partiti, uno ad personam e l' altro contra personam. Tutto ruotava intorno al Re Sole, il suo potere veniva rappresentato anche nella sfera privata più intima.

 

bergoglio e giuseppe conte by osho

Il corpo del Re diventò il corpo del reato. Sparivano le culture politiche, non c' era più storia o tradizione di partito: il Re d' Arcore era il nuovo centro della politica, monopolizzava la scena. Persino i suoi alleati a uno a uno si sfilarono perché non ce la facevano più a reggere il moccolo al Sovrano Pantocratore. Berlusconi esibiva un Ego senza limiti ma in versione ammiccante, non era propriamente un monarca perché non aveva una dinastia alle spalle, si era autocreato; e non era un dittatore perché amava la libertà, il divertimento e soprattutto amava piacere, non voleva sottomissione ma affetto, dominava a botte di simpatia, voti e compiacimento, non col terrore, le minacce e le punizioni.

conte papa francesco

 

Salvo un breve intervallo, l' Egotista dominò la scena per più di un decennio, fu al governo per poco meno di un decennio: non lasciò grandi tracce, non compì grandi opere, non realizzò grandi riforme ma impresse la sua voce, la sua maschera, le sue protesi ovunque, registrando un vertiginoso divario tra simpatie e antipatie, fino all' odio. Berlusconi era un parvenu della politica ma non veniva dal niente: aveva saputo costruire un impero vasto e ramificato, dalla tv allo sport; era un monarca plebiscitario, veniva dal voto, conquistava il consenso da seduttore seriale.

 

GIUSEPPE CONTE

Dopo il regno di Berlusconi, e dopo l' intermezzo tecnico-europeo, arrivò la versione puerile di Silvio, il pischello parlante, l' enfant prodige fiorentino. Senza passare dalle urne iniziò l' era di Matteo Renzi, e tutti pensarono che sarebbe durato più di Berlusconi perché aveva dalla sua due cose in più: la giovane età e la sinistra, cioè il passaporto per governare senza inciampi, veti, massacri mediatico-giudiziari.

conte e merkel by osho

 

Ma ben presto il Granduca si svincolò da ogni schieramento, s' inimicò tutti, si mise al centro dell' universo, rottamò figure e istituzioni, incattivì l' egocentrismo berlusconiano. E la sua era durò poco più di un triennio; si concluse nel rancore, uscì dal Pd troppo tardi, quando era già in caduta e conservò solo un potere di veto e di ricatto che tuttora esercita col rancore dell' egocentrico tenuto in disparte.

 

Gli rimase il potere di far fallire le feste, come Jep Gambardella, protagonista della Grande bellezza. Anche lui promise di rivoltare l' Italia, cambiarle il verso, ma i sontuosi annunci si risolsero in poca roba più qualche mancia. La sua piacioneria, il suo voler essere brillante a tutti i costi, gli si ritorse contro, e diventò l' Antipatico per eccellenza, anche per il suo tono dispettoso e saccente.

 

Dopo il Granduca Renzi il Magnifico, matteologo di sé stesso, arrivò la sua controfigura sottotono, il suo uomo-ombra, Gentiloni. Ma ben presto Artemisio Gentiloni si mise in proprio, anzi cambiò datore d' ombra: diventò l' ombra dell' Europa, il ponte tra Pd e l' Eurocrazia, che poi lo richiamò nella casa madre.

 

luigi di maio giuseppe conte by osho

Dopo il voto, per un incredibile scherzo del destino, in un rapporto contronatura tra Beppe Grillo e Sergio Mattarella, arrivò il Conte Vanesio.

 

GIUSEPPE CONTE CON LA MASCHERINA

Dopo un anno passato nel ruolo di figurante tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini e di Zelig che assumeva le forme di ogni suo interlocutore, per un miracolo dell' Egolatra che lo aveva preceduto, il Conte Vanesio si trovò a governare l' Italia con un governo opposto al precedente. Poi venne la tempesta del covid e quella disgrazia fu la sua fortuna. Lì la sua vanità uscì dal taschino e pervase gli schermi, il potere, ogni cosa. Diventò showman, si congratulò a reti unificate con sé stesso, si piaceva un sacco e si corteggiava da solo in diretta tv.

conte renzi

 

Riunì intorno a sé tutti i poteri, inventò migliaia di comparse, chiamate task force o stati generali, per restare a decidere lui solo; s' impossessò non solo dei servizi pubblici, come il Ttg1, ma anche dei servizi segreti. Sentendosi ormai un faraone, figurò il suo potere come una piramide, ponendosi alla sommità lui, Giuseppe Cheope, e poi a scendere tutti gli altri subordinati, fino agli schiavi. L' egocentrismo raggiunse il gradino più basso e più spinto: con lui sparì l' ultima parvenza di motivazione politica, l' ultimo straccio di distinzione, che sussistevano in modo residuo con Berlusconi e in dosi minori in Renzi.

BERLUSCONI FINGE DI NON VEDERE CONTE E NON LO SALUTA

 

Col Conte Vanesio fu raggiunto il punto zero, il narcisismo che si specchia all' infinito, uno specchio dentro l' altro; e lui che parla a vuoto, dice il nulla. Quel che conta è solo restare al potere, con chiunque, a qualunque prezzo, sostenendo qualunque cosa.

Il ventennio politico finisce così, tra la padella egocentrica e la brace eurocentrica.

conte papa francesco

Non bastava il covid.

GIUSEPPE CONTE MEMEGIUSEPPE CONTE E IL REGALO DI NATALEGIUSEPPE CONTE DPCM MODE BY CARLIBERLUSCONI FINGE DI NON VEDERE CONTE E NON LO SALUTAsilvio berlusconiGIUSEPPE CONTE SI DISINFETTA LE MANIconte franceschiniconte casalinorenzi corre alle cascine memegiuseppe contegiuseppe conte vincenzo amendolaGIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZIPAPA BERGOGLIO E GIUSEPPE CONTEgiuseppe conte graziano delrio

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO