mario draghi elezioni amministrative

IL VERO VINCITORE DELLE AMMINISTRATIVE È MARIO DRAGHI! - GLI ITALIANI HANNO SCELTO DI DARE UNO SCHIAFFONE ALLA DESTRA ESTREMISTA E AI POPULISMI A CINQUE STELLE. L’EQUILIBRIO DELLA MAGGIORANZA DA OGGI È MENO PRECARIO, MA LA RESA DEI CONTI ARRIVERÀ CON I BALLOTTAGGI. E, SOPRATTUTTO, CON IL VOTO PER IL QUIRINALE

Marco Conti per "il Messaggero"

 

mario draghi in conferenza stampa 2

Mario Draghi ha lasciato a tutti i ministri il giorno libero e ha seguito dal suo studio di palazzo Chigi il flusso dei dati provenienti dal ministero dell'Interno. Da oggi si ricomincia con la riunione della cabina di regia e il consiglio dei ministri.

 

L'ARMA

L'appuntamento elettorale non ha mutato l'agenda del presidente del Consiglio che aveva già post-datato il timing di alcune riforme proprio per evitare che finissero nel frullatore delle propaganda.

 

matteo salvini giorgia meloni

D'altra parte il governo non è mai stato in discussione anche se la campagna elettorale ha cavalcato alcuni provvedimenti del governo, a cominciare dal Green pass, risultando un'arma suicida per coloro che si sono schierati contro una misura che ha comunque permesso di riaprire il Paese.

 

VIRGINIA RAGGI GIUSEPPE CONTE

Da Palazzo Chigi sottolineano la natura amministrativa del voto e escludono conseguenze di alcun genere. Non c'è dubbio però che l'allontanamento degli elettori dalla destra estremista e dal sovranismo populista rappresenti un sostegno al governo e alle misure messe in atto per contenere la pandemia e far ripartire il Paese. Ad essere puniti dal voto sono stati soprattutto i partiti che in modi diversi si sono messi di traverso rispetto all'azione dell'esecutivo.

giorgia meloni con enrico michetti

 

Il taglio delle estreme, con il ridimensionamento di Lega e del M5S e delle aspirazioni di FdI, rappresenta un'implicita spinta per una rapida attuazione del pacchetto delle riforme - a cominciare da quella fiscale - confermando lunga vita all'esecutivo.

 

Gli effetti del voto di ieri rappresentano una scossa al sistema politico e ai partiti della maggioranza. Draghi era consapevole che il suo esecutivo avrebbe dovuto passare anche attraverso tale appuntamento e governare assistendo al travaglio delle forze politiche.

MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI

 

Continua a tenersene debitamente a distanza pur nella consapevolezza che gli schieramenti del 2018 sono stati già tritati dall'attuale legislatura che ha sfornato tre governi con tre maggioranze eterodosse rispetto allo schema ormai morto del centrodestra e del centrosinistra.

 

L'equilibrio che regge l'attuale maggioranza da ieri è meno precario perché leva, forse anche all'unico partito d'opposizione, la velleità di mettere in discussione l'esecutivo. Anzi, il risultato di ieri spinge i partiti della maggioranza a cercare la soluzione che eviti il rischio di interrompere la legislatura quando - a febbraio - il Parlamento sarà chiamato a scegliere il nuovo Capo dello Stato.

 

giuseppe conte

Per la resa dei conti nei due schieramenti si dovranno attendere i ballottaggi, ma i segnali dello sgretolamento del M5S raffreddano gli entusiasmi a sinistra e la fuga dalle urne dell'elettorato di centrodestra pone più di un problema al leader della coalizione che ha infatti chiamato a raccolta gi alleati nella prima riunione convocata da quando c'è l'attuale governo.

 

LA DILIGENZA

MARIO DRAGHI AL TELEFONO

Più di prima Draghi potrà quindi contare sulla compattezza del suo governo e avrà molto più margine per misurare la volontà e la serietà dei partiti che hanno voluto e sostengono l'esecutivo e il suo programma.

 

L'abilità di Draghi nel muoversi tra le contorsioni dei partiti potrà ora contare sul risultato elettorale di ieri che di fatto concede all'inquilino di Palazzo Chigi un margine non da poco nella scrittura delle deleghe della riforma fiscale e nella stesura della legge di Bilancio che solitamente deve vedersela con il consueto assalto alla diligenza dei partiti.

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…