FINMECCANICA, FINE ORSI (IL 16 OTTOBRE SI AVVICINA) - SULLA VICENDA DELLE MAZZETTE INDIANE, ALEGGIANO DUE CONSULENTI: GUIDO RALPH HASCHKE E CARMELO MESSINA - IL PRIMO E’ SOSPETTATO DI AVER CORROTTO ALCUNI FUNZIONARI DEL GOVERNO INDIANO PER OTTENERE L'APPALTO DI 12 ELICOTTERI - IL SECONDO è COLUI CHE FECE DA TRAMITE TRA HASCHKE E FINMECCANICA...

Gabriella Colarusso per "Lettera 43"

Il prossimo 16 ottobre, a Mario Monti che lo riceverà a palazzo Chigi - ufficialmente per parlare della fusione Eads Bae - l'amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, dovrà spiegare un bel po' di cose.

L'inchiesta che lo vede indagato per corruzione internazionale e istigazione alla corruzione per una maxicommessa ottenuta in India da Agusta Westland, quando Orsi ne era ancora amministratore delegato, rischia di inguaiare non solo il numero uno della società, ma l'intero gruppo di piazza Monte Grappa.

FINMECCANICA INDAGATA. Il procuratore applicato di Busto Arstizio, Eugenio Fusco (l'indagine è stata trasferita da Napoli nella cittadina lombarda questa estate per incompetenza territoriale) ha iscritto nel registro degli indagati anche Finmeccanica e l'Agusta Westland, sulla base della legge 231 del 2001 che impone alle compagnie modelli organizzativi che evitino di commettere illeciti.

Il che significa che se le accuse nei confronti di Orsi e degli altri sei indagati dovessero essere confermate con una sentenza, le due società non potrebbero più stipulare contratti con la pubblica amministrazione in tutta Europa.
Un danno incalcolabile per il colosso italiano degli armamenti di cui, è bene ricordarlo, il maggior azionista è il Tesoro, cioè i cittadini italiani.

LA COMMESSA INDIANA. Di quali accuse si parla? I pm indagano sulla fornitura di 12 elicotteri AW-101 al governo indiano, un affare da 560 milioni di euro per il quale, secondo i magistrati, l'Agusta, all'epoca guidata da Orsi, avrebbe riconosciuto un compenso di 51 milioni di euro a Guido Ralph Haschke, consulente italo-svizzero sospettato di aver corrotto alcuni funzionari del governo indiano per ottenere l'appalto e di aver poi girato una parte del denaro ricevuto allo stesso Orsi per soddisfare le richieste di alcuni partiti, tra i quali la Lega nord, e guadagnarsi la poltrona di amministratore delegato.

IL SOTTOBOSCO DI CONSULENTI E AGENTI. Orsi, Finmeccanica e la Lega hanno sempre respinto ogni addebito, ma questo non ha impedito ai magistrati di ricostruire la rete di relazioni tra i vertici di piazza Monte Grappa e il sottobosco di consulenti e agenti che hanno fatto da intermediari per l'affare in India.

Uomo chiave dell'intera vicenda è Guido Ralph Haschke, consulente di origine ebraiche che da tempo è in rapporti d'affari con Finmeccanica. Ma chi è Haschke e come è arrivato a godere della massima fiducia da parte dei vertici aziendali?

LA CERNIERA TRA ROMA E ANKARA. A introdurlo nell'orbita Finmeccanica, come è in grado di rivelare Lettera43.it, è stato Carmelo Messina, personaggio dalle molteplici entrature nel mondo degli affari e della politica, a Roma come a Istanbul. Già, perché dopo essere stato per 20 anni responsabile relazioni esterne di numerose aziende di Stato - dall'Iri alle Ferrovie dello Stato di Lorenzo Necci, che gli affidò anche la direzione di Metropark - nonché assistente dell'ex direttore generale della Rai, Agostino Saccà, Messina è diventato uno dei principali referenti per i rapporti istituzionali e commerciali tra Italia e Turchia.

«PRESENTAI GUIDO A ZAPPA». Prima dell'estate, i magistrati napoletani che indagavano sull'affaire indiano, hanno ascoltato Messina come persona informata sui fatti.
Ai pm, il manager ha spiegato di essere stato lui a presentare Haschke a Giorgio Zappa, l'ex direttore generale di Finmeccanica, che l'ha poi introdotto a Orsi.
Le commesse in India languivano: c'era bisogno di qualcuno che fosse in grado di muoversi con una certa disinvoltura nell'industria delle Difesa indiana per incrementare gli affari di Finmeccanica nel Paese. E Haschke, agli occhi di Messina e di Zappa, era l'uomo giusto.

Lettera43.it ha contattato Messina che conferma quanto «dichiarato ai pm». «Ho conosciuto Haschke tra il 2006 e il 2007, me lo presentò un imprenditore turco amico dell'ambasciatore italiano ad Ankara. Anche quest'ultimo conosceva Guido. Mi disse che lavorava nel settore delle energie e che aveva ottimi contatti in India», racconta. «Raccolsi informazioni su Haschke, risultò una persona in gamba: ottimo economista, era stato un dirigente della Banca mondiale. Insomma era l'uomo giusto al posto giusto».

I RAPPORTI CON I VERTICI DI DELHI. L'uomo, soprattutto, capace di raggiungere i più alti vertici del governo indiano.
«Un suo ex socio, un tipo con cui aveva studiato alla Ucla Università della California, è diventato capo di Stato maggiore in India», rivela Messina. «Anche per questo lo presentai a Zappa garantendo sulla sua professionalità». Ma di quello che è accaduto con la commessa dei 12 elicotteri, chiarisce, «non so nulla».

MESSINA: «MAI PRESO SOLDI». E Messina smentisce anche le voci che lo indicano come beneficiario di 100 mila euro di compenso per l'intermediazione. «Non ho partecipato in alcun modo all'affare, non ho preso soldi, niente di niente. Ho presentato Haschke a Zappa, punto».

Christian Mitchell, l'altro consulente di Finmeccanica in India cui Haschke, secondo i pm, avrebbe girato un parte del compenso ricevuto, Messina dice di non conoscerlo neppure. Ma, aggiunge, «se lui era l'agente del gruppo in India prima di Haschke, è probabile che quando ha visto che l'affare andava in porto abbia chiesto la sua parte».

IL NO COMMENT DI ZAPPA. Interpellato da Lettera43.it, Giorgio Zappa, l'ex direttore generale del colosso che negli scorsi mesi è stato ascoltato dagli inquirenti napoletani come persona informata sui fatti, non ha voluto fornire chiarimenti sui suoi rapporti con il consulente italo-svizzero: «Su questa vicenda non rilascio dichiarazioni».

IL FRONTE ANTI-GUARGUAGLINI. Eppure, raccontano fonti aziendali, Zappa si diede un gran da fare per aiutare Orsi ad accaparrarsi la commessa indiana. Un attivismo che per molti era finalizzato a favorire l'ascesa dell'allora capo di Agusta ai vertici del gruppo, in funzione anti-Guarguaglini.

Tra Zappa e Guarguaglini, del resto, i rapporti non sono mai stati idilliaci: «Divergenze continue di vedute sulle strategie del gruppo», raccontano fonti interne all'azienda.

Ottimi invece i rapporti tra Zappa e Messina che è stato a lungo consulente di Finmeccanica in Turchia per il progetto Eurofighter. «Il consorzio europeo che gestisce il programma aveva dato a Finmeccanica l'incarico di promuoverlo in Turchia», spiega a Lettera43.it, «e io mi occupavo di questo, ma non ho più nessun contratto con l'azienda».

LA CM COMUNICAZIONE E GLI AFFARI CON HASCHKE. Anche con Haschke Messina ha fatto buoni affari. «Lavoravo con lui perché è un professionista», dice. «L'ho usato come partner per aprire la mia società a nuovi mercati in Tunisia e in tutto il Nord Africa».
La società in questione è la Cm Comunicazione e Servizi, presieduta da Messina, che «si occupa di sostenere le aziende italiane che vogliono sviluppare il proprio business in Turchia».

Nel consiglio di amministrazione della società siede anche il figlio di Messina, Mario Niccolò Messina, che prima di dedicarsi al business di famiglia è stato assistente parlamentare di Valentino Valentini, ex braccio destro di Berlusconi in Russia.

IL RUOLO PARA-ISTITUZIONALE IN TURCHIA. Ma oltre a fare affari, Messina in Turchia ha anche un ruolo para-istituzionale: partecipa alle missioni del governo italiano, a quelle confindustriali, è di casa nella nostra ambasciata ad Ankara, ed è vicepresidente dell'Unione di amicizia Italia Turchia (Uait), associazione che si occupa di «promuovere i buoni rapporti tra i due Paesi» e che lavora a braccetto con l'associazione parlamentare Italia-Turchia fondata nel 2009 dal senatore del Pdl Paolo Amato. Il presidente dell'Uait? Giorgio Zappa.

Affari privati e affari di Stato, business e politica. Un intreccio nel quale il poliedrico Messina si muove con destrezza, abilissimo nel tessere relazioni con le persone che contano, a sinistra come a destra. Nella sua residenza romana ospita frequentemente personaggi in vista: da Gianni De Michelis a Filippo Milone, sottosegretario alla Difesa.

I RAPPORTI COL PDL. Anche con il capo del Pdl, Silvio Berlusconi, Messina ha buoni rapporti. Lo conosce fin dagli Anni 80, quando fondò il Milan Vip Club.
Basta spulciare un po' di archivi in Rete, per ritrovare testimonianze fotografiche della passione per la squadra rossonera che accomuna il Cavaliere e il manager naturalizzato turco.

La festa per lo scudetto del Milan del 1990, per esempio, organizzata da Messina nella sua residenza romana e immortalata dal fotografo Marcellino Radogna. Presenti un giovanissimo Roberto Formigorni, Silvio Berlusconi, Ugo Intini, Gianni Prandini, Egidio Pedrini. Il jet set politico-imprenditoriale della Roma pre-tangentopoli. Ancora saldamente ai posti di comando.

 

giuseppe orsi Giuseppe OrsiMARIO MONTI jpegMARIO MONTI LEGGE RESTART ITALIA VITTORIO GRILLI jpegLorenzo Borgogni PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI Giorgio Zappa - copyright PizziGIUSEPPE ORSI E UN ELICOTTERO AGUSTAWESTLAND jpegELICOTTERO AGUSTA WESTLAND finmeccanica

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...