pietro grasso

IL VIETNAM DI PALAZZO MADAMA - ASSE TRA LA MINORANZA PD E GRASSO PER SABOTARE I PIANI DI RENZI: 25 PIDDINI MINACCIANO IL NO AL DDL BOSCHI E IL PRESIDENTE POTREBBE RIAPRIRE LA DISCUSSIONE SULL’INTERO TESTO- L’IRA DI ZANDA CONTRO GRASSO

renzi grasso mattarellarenzi grasso mattarella

Laura Cesaretti per “il Giornale”

 

Al Senato inizia una nuova corsa ad ostacoli, la più pericolosa - finora - per Renzi. Che vuol portare a casa, prima della pausa estiva, la seconda lettura della riforma costituzionale, ma dovrà guadagnarsi i voti uno per uno. «E se c'è qualcuno, e ce ne sono diversi anche nelle nostre file, che vuol farci saltare per aria questa è l'occasione», confida un esponente di governo del Pd.
 

bersani renzi bersani renzi

Ieri la riforma è stata “incardinata” in commissione Affari Costituzionali, e martedì prossimo si parte con la relazione della presidente Anna Finocchiaro. Contemporaneamente, le truppe antirenziane del Pd schierano la contraerea: 25 senatori della minoranza (sufficienti sulla carta a mandare a gambe all'aria la maggioranza) hanno firmato un documento in cui si chiede di rimettere in discussione i capisaldi della riforma.

 

 GRASSO GRASSO

Senatori eletti direttamente e ampliamento dei poteri della seconda Camera. «Questioni che tradurremo in altrettanti emendamenti», avverte Vannino Chiti. Più un insidioso appello al presidente del Senato Grasso: «Spetta a lui decidere se, come pensiamo, si possa riaprire la discussione sull'articolo 2 della riforma, quello sulla elettività dei senatori». In teoria, possono essere riesaminati solo gli articoli modificati durante il precedente passaggio alla Camera, il cavillo cui si attacca la minoranza Pd è la sostituzione puramente tecnica di una parola che venne fatta a Montecitorio. «Riaprire l'articolo 2 è come aprire il vaso di Pandora: non se ne uscirebbe vivi», dicono i renziani, «ma la decisione è nelle mani di Grasso».
 

E dire che delle «mani di Grasso» il Pd e il governo non si fidino è dire poco: la tensione, con il presidente del Senato, si taglia col coltello. E dopo la bagarre alquanto indecorosa scoppiata la scorsa settimana in occasione della fiducia sulla scuola, i rapporti sono arrivati al limite della rottura persino con il capogruppo Pd Zanda, che pure con Grasso vanta un'antica intesa.

 

matteo renzi pietro grassomatteo renzi pietro grasso

Zanda ha firmato una letteraccia al presidente del Senato, esprimendogli «la più netta disapprovazione» per aver consentito ad un manipolo di Cobas della scuola di accamparsi nelle tribune degli ospiti e di «urlare insulti e intimidazioni gravi e volgari» ai senatori che votavano, «senza predisporre l'immediato allontanamento come prevede il regolamento».

 

E giù elencando: «Un pessimo passaggio», «un pericoloso precedente», «una gravissima violazione della dignità del Senato». Grasso, che «ha un altissimo concetto di sé», dicono in casa Pd, se la è legata al dito.

 

E ora si temono rappresaglie, anche perché nelle sue mani c'è un'ulteriore delicata decisione: la maggioranza gli ha chiesto di «riequilibrare», secondo regolamento, la composizione della commissione Affari costituzionali, dove i numeri sono da totale impasse: 14 a 14, tanto che ieri non si è potuto votare neppure il calendario.

 

GRASSO BOLDRINIGRASSO BOLDRINI

Due gruppi, Gal e il Misto, dovrebbero sostituire un membro ciascuno, visto che ora ne hanno 4 e tutti dell'opposizione, e metterne due di maggioranza. Ma il presidente del Senato tace. «È in corso un rimescolio dietro le quinte, che punta a costruire un inciucio in salsa democristiana, coi voti di un pezzo di Fi, attorno ad un “governo di emergenza”, per scalzare Renzi e cambiare l’Italicum», dice un esponente del governo.

 

E Grasso sarebbe uno degli aspiranti, come seconda carica dello Stato, forte anche di un buon rapporto col Colle. Renzi sta tentando di costruire una mediazione per avere tutti i voti del Pd: la riforma «non può dipendere dal voto decisivo di quei 12 o 13 verdiniani che potrebbero dare una mano», si dice nel Pd.

 

bersani renzi bersani renzi

Lo snodo è l'elettività dei senatori, in un listino abbinato a quello dei consigli regionali. Ma la minoranza Pd lo vuole scritto in Costituzione e non per legge ordinaria. Tutto sta a vedere se Bersani e i suoi vogliono trovare un compromesso, o usare la riforma come grimaldello per liberarsi di Renzi.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…