
"TRA TUTTE LE CRITICHE CHE SI POSSONO RIVOLGERE AL TRUCE MUSK, QUELLA SULLA SUA DIPENDENZA DALLE SOSTANZE STUPEFACENTI È LA PIÙ FALLACE E MORALISTA" - IL SOCIOLOGO VINCENZO SUSCA COMMENTA LE RIVELAZIONI DEL “NEW YORK TIMES” SUL MIX DI DROGHE ASSUNTE DA “MR TESLA”: “SI TRATTA DELL’UNICO ASPETTO DEL PERSONAGGIO CHE LO RENDE SIMPATICO E UMANO, TROPPO UMANO. QUANDO L’INTELLIGHENZIA PROGRESSISTA NON SA PIÙ COME SCONFIGGERE I SUOI AVVERSARI, BRANDISCE LA BACCHETTA DELLA MORALE, RECITA PREDICHE E SI ERIGE A MAESTRA DEL BUON GUSTO. IERI SCAGLIANDOSI CONTRO LE ORGE DI BERLUSCONI, OGGI INCOLPANDO MUSK DEL PEGGIORE DEI CRIMINI: 'DROGATO!'”
Vincenzo Susca, professore ordinario di sociologia dell’immaginario e mediologia all’Università di Montpellier Paul-Valéry. Autore del libro Tecnomagia. Estasi, totem e incantesimi nella cultura digitale
https://www.mimesisedizioni.it/libro/9788857590110
Quando l’intellighenzia progressista, disperata nel proprio vuoto culturale e incapace di rinnovarsi, non sa più come sconfiggere i suoi avversari, brandisce la bacchetta della morale, recita prediche e si erige a maestra del buon gusto. Ieri scagliandosi contro le orge di Berlusconi, oggi incolpando Elon Musk del peggiore dei crimini: “Drogato!”.
Esattamente nel periodo in cui le più innovative ricerche in campo scientifico, dalla medicina all’economia politica, suggeriscono l’urgenza di considerare in modo diverso da come è stato fatto finora le sostanze stupefacenti, favorendone l’uso e il consumo in diverse circostanze, l’ombra lunga del cattocomunismo italiano e non solo, in una nenia atavica e noiosa, se non paranoica, riabilita la vecchia divisa del proibizionismo, stigmatizzando, con il torvo imprenditore sudamericano, tutte le consumatrici e i consumatori di sostanze psicotrope, confuse con lui in un amalgama improbabile e pericoloso.
ELON MUSK SOTTO KETAMINA ALL INAUGURATION DAY
Sono le stesse persone che si sono opposte al decreto Rave del governo Meloni, senza tuttavia aver mai fatto alcunché per sostenere la musica e la cultura elettronica, anzi misconoscendole totalmente.
Così, mentre a Londra, Parigi e Berlino, ma anche in realtà più piccole come Montpellier e Bruges, le amministrazioni nazionali e locali inaugurano festival, concerti e locali dalle sonorità elettroniche, da noi si impongono – giunte di centro-sinistra comprese – ancora coprifuochi, con tanto di pattuglie a sorvegliare i club e dispositivi kafkiani per impedire di abitare la notte nella musica, nella festa e nella danza.
elon musk e donald trump nello studio ovale
Basti, tra le tante prove in tal senso, ricordare come l’avanguardistico festival Dissonanze fu trattato e annichilito a Roma, o constatare il silenzio generalizzato che accompagna la chiusura dei più importanti, grandi e piccoli, club del Paese.
Si tratta delle stesse persone che parlano di “droga dello stupro” senza sapere che non esiste alcuna droga dello stupro: esistono stupratori che con l’ausilio di certe sostanze stuprano in modo più agevole del solito.
Per tornare al caso in esame, non è certo la ketamina ad aver indotto Musk a strappare baldanzosamente, con tanto di sceneggiate, l’assistenza sociale e medica negli USA!
VIGNETTA ELLEKAPPA - ELON MUSK KETAMINA VAGANTE
Quando tutto rema in sui sfavore, nel momento in cui tutte le sue iniziative economiche e politiche franano in modo catastrofico a riprova della natura stolta del suo pensiero politico e della sua incapacità ad interpretare in modo efficace un ruolo istituzionale, ecco giungere, per Elon Musk, un risultato insperato.
D’un tratto, colui che, come noto, i saggi e scrupolosi bouncer del Berghain hanno “rimbalzato” dal tempio della techno, si ritrova magicamente associato ad una scena con la quale, in realtà, non ha niente a che vedere. “Drogato!”. In effetti, se quella notte fosse riuscito ad essere ammesso nel club berlinese, forse non sarebbe andato a divertirsi e a “spaccarsi” tra le convention Maga, la stanza ovale di Washington e il Doge.
meme sul saltello di elon musk 7
D’altra parte, non è stato il genio democratico americano a proiettarlo tra gli scenari istituzionali decidendo solo pochi mesi prima delle elezioni che l’ex presidente Joe Biden dovesse passare la mano, senza peraltro il passaggio rituale delle primarie, a Kamala Harris? Poco importa.
Molto più comodo appare, per non mettere in discussione il fragile ma superbo impianto che, da Roma e Washington passando per Parigi, spalanca le porte del parlamento e dei governi alla tecno-destra, evocare il fantasma tossico: “Drogato!”.
Con buona pace dei tentativi di Marco Pannella e di Emma Bonino al fine di aggiornare il vetusto immaginario sulle sostanze e sulla cultura festiva del centrosinistra italiano, tutto si risolve con quell’epiteto infamante.
Come se il problema fosse davvero questo e non aver abbandonato a se stesse la strada e la notte, le fabbriche e i club, le piazze e le parate urbane, gettandole nelle braccia dei populisti di ieri e di oggi, da Beppe Grillo a Giorgia Meloni passando per Matteo Salvini, che in un deserto culturale del genere è quasi riuscito a sembrare, con la sua goffa apparizione al Papete, un sostenitore del clubbing!
In fin dei conti, tra tutte le valide ed acerbe critiche che si possono rivolgere al truce Elon Musk, quella sulla sua dipendenza dalle sostanze stupefacenti è la più fallace e moralista. Si tratta, forse, dell’unico aspetto del personaggio che lo rende simpatico e umano, troppo umano…
vincenzo susca
elon musk
deepfake di elon musk con bikini off
ELON MUSK ANDREA STROPPA
Elon Musk
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