matteo renzi giuseppe conte enrico letta

“I PM VIOLANO LA COSTITUZIONE, FARE POLITICA NON E’ UN REATO” - RENZI CONVINCE IL SENATO CHE VOTA A SUO FAVORE E TRASCINA DAVANTI ALLA CONSULTA I PM DI FIRENZE. IL PD APPOGGIA COL CENTRODESTRA MATTEUCCIO: IN FRANTUMI L’ALLEANZA CON I 5 STELLE. I CONTIANI, SCONFITTI, SONO MOLTO ARRABBIATI CON IL PD. IL CHE POTREBBE AVERE CONSEGUENZE PER L'ALLEANZA ALLE COMUNALI. MA NEL M5S RISULTANO ASSENTI IN 18: UN SEGNALE POLITICO? I DI MAIO BOYS DEL GIUSTIZIALISMO NON NE POSSONO PIÙ...

Mario Ajello per il Messaggero

 

letta renzi

Prima aveva detto ai suoi: «Farò un discorso contro i pm che farà tremare i legni e i muri del Senato». Poi, prima di andare in aula, ha corretto il tiro e nei whattsapp agli amici scriveva: «Non calcherò troppo la mano, perché ci serve anche il favore del Pd». Detto, fatto. Sferzante Renzi a Palazzo Madama, sul caso Open, ma non in maniera così terribile come ci si sarebbe aspettati e questo perché, politicamente, ha creduto - e giustamente - che non esagerare gli sarebbe convenuto.

 

Il leader di Italia Viva ha avuto così un successone ieri in Parlamento. Riassumibile così: finisce davanti alla Corte Costituzionale il caso della fondazione Open che lo vede coinvolto per finanziamento illecito.

 

La Consulta dovrà valutare se la Procura di Firenze ha violato i diritti di parlamentare di Renzi usando nell'accusa le sue chat private. Lo ha chiesto l'aula di Palazzo Madama che con il benestare di 176 senatori ha approvato la relazione della Giunta delle immunità secondo la quale i messaggi acquisiti nell'inchiesta dei pm fiorentini vanno considerati come fossero corrispondenza e per questo i magistrati avrebbero dovuto chiedere un'autorizzazione al Senato prima di utilizzarli. Il leader di Italia viva va via prima della votazione e i suoi assicurano che era molto soddisfatto del risultato tanto che sui social a fine seduta scrive: «Il Senato oggi si è espresso con una maggioranza schiacciante perché anche i pm fiorentini rispettino la legge e la Costituzione. Una bella giornata».

LETTA RENZI

 

L'AFFONDO Tutto il resto lo ha detto nell'emiciclo in 25 minuti, nel corso dell'unico intervento in discussione generale, dove ha attaccato («Ma avrebbe potuto essere assai più tosto», dicono gli amici più cari e più estremi) magistratura e stampa. Argomentando così: «Noi rispettiamo la magistratura.

 

Chiediamo che la politica faccia i conti con la realtà, senza prendercela con i giudici». «Su questo tema - sottolinea Renzi - si combatte una battaglia di civiltà giuridica e di dignità della politica. Qua parliamo di Costituzione». E tra gli applausi del suo gruppo tira dritto e va a quello che secondo lui è il cuore della questione: «Fare politica non è reato, è questa la differenza da capire altrimenti il giustizialismo è già dentro di noi».

renzi conte

 

SCOMPOSIZIONI Per il fondatore di Italia Viva non spetta ai magistrati stabilire che cosa sia un partito e cosa no. Si tratta di «denari trasparenti» e «bonificati» assicura. E poi si rivolge con forza alla stampa: «Difendiamo la libertà di informazione, ma non restiamo in silenzio davanti a una velina della Procura che vale di più di una sentenza della Cassazione».

 

Infine una nota personale: «Non è consentito a nessuno violentare la vita delle persone pensando che questo sia giusto», dice riferendosi alla lettera «intima» di suo padre Tiziano «data in pasto» ai media. «Vi auguro non accada a voi quello che è accaduto a me», conclude. L'intervento in aula non è stato il «terremoto» che Renzi stesso aveva annunciato nei giorni scorsi, ma il risultato politico sembra essere arrivato: maggioranza spaccata e alleanza giallo-rossa, almeno per ora, compromessa.

 

Pd e M5s che in Giunta si erano astenuti compattamente, ieri invece hanno avuto posizioni contrapposte: i dem si sono messi dalla parte di Renzi con il centrodestra («Non possiamo regalare Matteo a Salvini e a Berlusconi», dicono big del Nazareno) e con Italia viva, mentre i pentastellati si sono schierati contro, insieme a Leu, arrivando a 76 contrari. Dai tabulati risultano assenti 18 stellati: un segnale politico? I dimaiani che del giustizialismo non ne possono più? Intanto dal Nazareno ci tengono a precisare che «quella del Pd è una scelta basata solo sul merito.

 

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

Non ci sono altre valutazioni». I contiani, sconfitti, sono molto arrabbiati con il Pd. Il che potrebbe avere conseguenze per l'alleanza alle Comunali. A proposito delle quali, c'è richiesta trasversale di tenerle insieme ai referendum in modo da aiutare la partecipazione ai quesiti sulla giustizia e risparmiare soldi pubblici. La richiesta al governo di accorpare le consultazioni è arrivata attraverso un ordine del giorno al Milleproroghe presentato alla Camera dalla Lega e approvato con il contributo di tutti i gruppi: su 380 presenti, 372 hanno votato sì, 7 no.

enrico letta e giuseppe conte 1enrico letta e giuseppe conte 2

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...