crocetta renzi

AL VOTO, AL VOTO! RENZI PREPARA IL DOPO-CROCETTA E TRA I PAPABILI CI SONO LUCIA BORSELLINO E ENZO BIANCO - SI PENSA ALL’ELECTION DAY AD APRILE MA LA SITUAZIONE PUÒ PRECIPITARE E ANDARE ALLE URNE PRIMA

Goffredo De Marchis per “la Repubblica”

 

BORSELLINO - TUTINO - CROCETTABORSELLINO - TUTINO - CROCETTA

Matteo Renzi ha molto «apprezzato» la sostanziale resa di Crocetta che ha chiesto un mese di tempo prima delle dimissioni. «L’exit strategy funziona come previsto», è stato il commento del premier al telefono da Israele nei suoi colloqui con Lorenzo Guerini e il segretario regionale Fausto Raciti, incaricati di risolvere il caso e di chiuderlo senza nuovi incidenti.

 

In Sicilia l’operazione voto anticipato ha molte più possibilità di successo di quante ne abbia a Roma dove Ignazio Marino aspetta solo la decisione del Viminale per rilanciare la sua giunta. Se ne parlerà in un vertice a Palazzo Chigi convocato per domani, al ritorno dal viaggio in Terra Santa. Ma il premier ha già calcolato rischi e vantaggi dell’addio accelerato del governatore. «Il centrodestra è ancora diviso e non mi preoccupa. I grillini sono più pericolosi ma contro una coalizione allargata al centro e alle liste civiche, il Pd può vincere ancora».

lucia borsellino rosario crocettalucia borsellino rosario crocetta

 

A Largo del Nazareno si prepara dunque una nuova campagna elettorale. A Crocetta si lascia il tempo di un’uscita onorevole dal Palazzo d’Orleans, ovvero a una debita distanza temporale dal caso Borsellino, dalle dimissioni dell’assessore alla Sanità e dalle parole di Manfredi Borsellino che, come dicono a Roma, «hanno tolto definitivamente la legittimazione antimafia a Rosario».

 

ROSARIO CROCETTA ROSARIO CROCETTA

Del resto a Roma rimproverano a Crocetta non le intercettazioni ma la debole capacità amministrativa, il cattivo rapporto con il Pd locale e nazionale. Ancora ieri il presidente e Renzi non si erano sentiti, nonostante la bufera. Il premier ha delegato altri, ma ora bisogna fare il punto sul futuro, ora che le dimissioni di Crocetta sono praticamente in tasca.

 

Renzi vorrebbe che fossero condotte in porto almeno le due principali riforme siciliane: abolizione delle province e acqua. Oltre ai passaggi sul bilancio. Ma non è detto che sia così facile fare in poche settimane o pochi mesi ciò che nell’assemblea regionale non si è riusciti a fare in due anni.

 

Perciò è bene prepararsi anche a un voto molto anticipato. Guardando a un possibile election day ad aprile che coinvolga le grandi città e la Sicilia. Ma con la consapevolezza che la situazione può precipitare molto prima nell’isola. Crocetta va accompagnato verso le dimissioni senza strappi «perché — dicono nella sede del governo — rimane una persona onesta».

ENZO BIANCO E ROSARIO CROCETTAENZO BIANCO E ROSARIO CROCETTA

 

Il motivo è anche un altro. Per combattere contro il Movimento 5stelle dopo una la dura sconfitta di una fine anticipata del mandato c’è bisogno del voto di tutti. Anche della lista civica che il governatore aveva messo in piedi negli scorsi anni, con un bacino di voti considerevole in alcune zone della Sicilia.

 

«La sinistra radicale non esiste lì — dice Renzi ai suoi collaboratori — ma il Pd non può fare tutto da solo in quella regione. Abbiamo bisogno di una coalizione forte». Il principio di autosufficienza non vale in Sicilia. Occorre trovare un accordo con Alfano, con l’Udc, con il civismo, con Crocetta sapendo che i partiti, le appartenenze e i pacchetti di voti contano ancora molto in Sicilia. A rimanere fuori sarebbero soltanto le liste come quelle di Antonio Ingroia che secondo il Pd non hanno nulla di civico.

CROCETTA ALL ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA CROCETTA ALL ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA

 

A Palazzo Chigi escludono sorprese dal governatore del tipo ripensamenti dell’ultimo minuto. «Non si farà umiliare da un voto di sfiducia», hanno spiegato gli ambasciatori a Renzi. Restano i dubbi sul candidato a succedergli. Verrà pescato dalla cultura antimafia come fu proprio per Crocetta? Oppure passerà la linea di Raciti che pensa a un candidato che abbia come presupposto il canone della moralità ma rappresenti più l’idea di un buon governo?

 

FAUSTO RACITI FAUSTO RACITI

Nel primo caso l’ipotesi di una corsa della stessa Lucia Borsellino non viene affatto esclusa dal Pd nazionale. Nel secondo, il nome più gettonato è quello del sindaco di Catania Enzo Bianco. È già il momento dei nomi se è vero che alcune carte verranno scoperte questa settimana nel vertice con Renzi, per capire quanto ci vuole a preparare questa o quella candidatura e se è vero che queste riunioni preparatorie non riguarderanno solo il Partito democratico ma da subito coinvolgeranno il Nuovo centrodestra di Alfano.

lorenzo guerini intervistatolorenzo guerini intervistato

 

Adesso si lascerà decantare la situazione, ma il Pd non vuole farsi spiazzare da altri incidenti. E lavorà già al «come presentarsi al voto, con quale programma, più che pensare al quando», dice il segretario Raciti. Molti spingono per arrivare alle dimissioni nel nuovo anno. Anticipando le comunali ad aprile si potrebbe realizzare un election day con la Sicilia. Ma Renzi vuole capire meglio la situazione, non è convinto che si possa andare oltre l’autunno con una gestione ingessata. Viene esclusa l’ipotesi di commissariamento. C’è solo il voto. «E noi non possiamo avere paura delle elezioni», ripete il premier in questi giorni.

 

 

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