volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

COSA VUOLE DAVVERO PUTIN? IL PRESIDENTE RUSSO HA PRESO TEMPO: NON HA RIFIUTATO LA PROPOSTA DI TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA, A PATTO CHE PORTI A UNA “PACE DURATURA”. DETTO DA UNO CHE TRE ANNI FA HA INVASO UN PAESE SOVRANO E CONTINUA A BOMBARDARE, NON SUONA PROMETTENTE – IL CREMLINO ESIGE CHE GIÀ ADESSO SIA CHIARO QUALI SARANNO I TERMINI DELLA PACE. CHE SONO LE STESSE DAL 2022: GLI UCRAINI DEVONO RINUNCIARE ALLE REGIONI OCCUPATE (LUGANSK, DONETSK, ZAPORIZHZHIA E KHERSON), PIÙ LA CRIMEA. E PER QUANTO RIGUARDA LA REGIONE RUSSA DEL KURSK, LE TRUPPE DI KIEV “POSSONO ARRENDERSI O MORIRE” – TUTTO DIPENDE DA QUEL COWBOY CON IL PISTOLONE SCARICO DI TRUMP: DOPO AVER UMILIATO ZELENSKY ALLA CASA BIANCA, CHE FARÀ DI FRONTE ALLE SUPERCAZZOLE DEL POTENTE "MAD VLAD"? PIEGHERÀ IL CAPINO, MOSTRANDO AL MONDO IL SUO BLUFF? O RISPONDERÀ CON LA FORZA CHE UTILIZZA CONTRO I DEBOLI? AH, NON SAPERLO

 

1. I QUATTRO NODI DELLA TRATTATIVA COSA C’È IN BALLO

Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

vladimir putin osservato da una guardia foto lapresse

[…] Qual è il punto più controverso del cessate il fuoco tra Ucraina e Russia proposto dagli americani?

Alla base del problema ci sono due visioni radicalmente diverse della tregua. Per gli ucraini il «sì» raggiunto martedì scorso in Arabia Saudita è stato sostanzialmente un modo per ottenere di pacificare le relazioni con l’amministrazione Trump, [...]

 

Putin d’altra parte non abbandona l’obbiettivo principale per cui ha lanciato l’invasione armata il 24 febbraio 2022. La Russia mira ancora oggi a controllare l’Ucraina e farne uno Stato vassallo. Qualsiasi blocco dei combattimenti che dia forza comunque alla sovranità dell’Ucraina e la leghi alle democrazie occidentali e alla Nato è per Putin una sconfitta.

 

VOLODYMYR ZELENSKY A GEDDA CON MOHAMMED BIN SALMAN

[…] Zelensky ha ottenuto ciò che voleva?

Per il momento sì. Mercoledì gli americani hanno ripreso gli aiuti militari, interrotti dopo la crisi del 28 febbraio. [...] E nei prossimi giorni è atteso a Kiev l’inviato speciale Usa, Keith Kellogg, che dovrebbe finalizzare l’accordo per la cooperazione per lo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine.

 

[…] Zelensky aveva invece rinunciato alla richiesta avanzata sin dall’inizio del conflitto: che gli americani, contrari all’entrata dell’Ucraina nella Nato, fossero almeno in grado di offrire concrete «garanzie di sicurezza». La mancanza di questo punto nella tregua lo espone a gravi critiche interne.

 

[…] Cosa vuole Putin?

Il presidente russo condiziona l’avvio della tregua non solo alle modalità di monitoraggio della stessa, ma soprattutto esige che già adesso sia chiaro quali saranno i termini della pace.

 

volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale

In altre parole, Putin vuole che si parli subito della necessità che gli ucraini rinuncino alle quattro regioni occupate dai soldati russi: Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. Includendo anche le aree di queste province che restano ancora in mano agli ucraini. Inoltre Putin vorrebbe bloccare già adesso la ripresa della cooperazione militare Usa con gli ucraini. «Se gli ucraini continuano ad armarsi anche durante la tregua, poi saranno in grado di combattere meglio di prima».

 

A ogni accordo Putin antepone la totale vittoria russa nella regione di Kursk. Ai suoi occhi, la tregua non potrà iniziare se le truppe ucraine non si saranno ritirate sul confine internazionale nella zona di Sumy. Putin vorrebbe collegare l’intesa sull’Ucraina alla ripresa delle relazioni bilaterali tra Mosca e Washington.

 

vladimir putin aleksandr lukashenko foto lapresse

Ieri ha anche parlato della possibilità di firmare accordi russo-americani per lo sfruttamento delle risorse russe. Nella sua lettura, l’Europa dovrebbe essere relegata a un ruolo marginale. In ultima analisi: la sua visione «neo-imperiale e ottocentesca» corrisponde a quella di Trump: sono le grandi potenze a dettare le regole della politica internazionale e gli Stati minori non possono che adattarsi. In questa lettura, Mosca intende avere il pieno controllo sulle forze armate e sulla sovranità ucraine.

 

2. LA TRUFFA DEL “NÌ” DI PUTIN

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

 

TRUMP E PUTIN GATTO E LA VOLPE - MEME BY BOCHICCHIO

[…] Vladimir Putin si è lanciato in un giro di parole fumoso per poi atterrare sulla risposta: “No”. Il capo del Cremlino ha detto: “Siamo a favore, ma ci sono delle sfumature”.

 

E poi ancora: “Siamo d’accordo con le proposte per porre fine alle ostilità, ma devono essere tali da portare a una pace duratura ed eliminare le cause iniziali del conflitto”. Nelle sfumature Putin ha posto il suo rifiuto del cessate il fuoco, ma è stato ben attento a non dire apertamente che lo stava rifiutando.

 

VOLODYMYR ZELENSKY A GEDDA CON MOHAMMED BIN SALMAN

Il capo del Cremlino  ha preso tempo, ha allungato la trattativa, mentre da Washington, il presidente americano Donald Trump, seduto in conferenza stampa con il segretario generale della Nato Mark Rutte, definiva le dichiarazioni arrivate  da Mosca  “promettenti” e minacciava che se la Russia non avesse accettato la tregua allora avrebbe conosciuto la potenza di nuove sanzioni americane.

 

Putin per ora non si mostra intimidito, pensa di conoscere  Trump e, prima di inerpicarsi nel suo rifiuto, ha voluto ringraziare il presidente americano per l’impegno per la pace. Lo ha lusingato prima di dirgli “no”, o meglio, prima di lasciarlo appeso a un “non ancora”.

 

volodymyr zelensky donald trump

Non era tanto alla guerra che pensava mentre cercava il modo di non indispettire troppo il presidente americano, ma aveva cura di non turbare la rinascita delle relazioni tra Stati Uniti e Russia  […].

 

[…]  L’oblast di Kursk è parte del baratto, gli ucraini hanno iniziato a invaderla ad agosto,  hanno tenuto il territorio per sette mesi e adesso Putin vuole usarla come scusa: fino a quando non avremo ripreso Kursk, non possiamo accettare il cessate il fuoco.

 

[…] Putin non negozia con gli ucraini, parla direttamente all’Amministrazione americana. L’ha sempre fatto, ma non gli era mai capitato di avere un presidente alla Casa Bianca che facesse altrettanto in modo così smaccato.

VLADIMIR PUTIN CON DIVISA MILITARE NEL KURSK

 

Putin ha detto che c’è bisogno di un sistema di controllo lungo il fronte per fermare  gli ucraini. Anche Kyiv vuole  garanzie, ma Putin non ha nessuna intenzione di essere controllato. […]

 

 Tra le certezze c’è invece la consapevolezza che il capo del Cremlino dal 2022 continua a pretendere  le stesse condizioni per finire il conflitto: annessione delle regioni ucraine  in cui ha tenuto il referendum illegittimo, demilitarizzazione dell’Ucraina, nessun futuro accesso per Kyiv nella Nato. Putin è stato  attento a non mostrarsi come il vero ostacolo alla pace. Ha lasciato la porta socchiusa, ben cosciente che, fin dal 2022, per far finire il conflitto è sufficiente che lui dica basta.

 

3. TREGUA IN UCRAINA, TUTTI I VINCOLI DI PUTIN TRUMP: LO INCONTRERÒ

Estratto dell’articolo di Marco Imarisio e Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale

[…] «Prima di tutto vorrei cominciare con parole di ringraziamento al presidente degli Usa, il signor Trump perché riserva alla questione ucraina tanta attenzione».

 

Esaurita la premessa, un Putin prudente nell’eloquio è andato al punto. Sì alla tregua, ma con molte condizioni, con i tempi necessari alla Russia, e con un unico interlocutore, il presidente americano. «Noi accettiamo la proposta di cessare le azioni belliche, ma questo stop deve essere tale da portare ad una pace a lungo termine, eliminando le cause prime di questa crisi».

 

VALERY GERASIMOV E VLADIMIR PUTIN NELLA REGIONE DEL KURSK

 Vale la pena di riportare quasi per intero i sette minuti dell’intervento di Putin. «Il risultato dell’incontro americano-ucraino in Arabia Saudita viene presentato come una decisione presa da Kiev, sotto la pressione degli Usa. Io credo che la parte ucraina avrebbe dovuto chiedere di partire dalla situazione che si sta venendo a creare sul terreno.

 

Sono appena stato nella regione di Kursk, ormai quasi completamente sotto il nostro controllo. Le truppe ucraine hanno solo due possibilità: arrendersi o morire. Capisco che per loro sia conveniente ottenere un armistizio. E noi siamo a favore. Ma ci sono delle cose da chiarire.

 

guerra in ucraina - la situazione sul campo- marzo 2025

Cosa facciamo con la parte ancora occupata della regione di Kursk? Se smettiamo le ostilità per 30 giorni, cosa significa? Che tutti coloro che vi si trovano, escono senza combattere. Li dobbiamo lasciar andare dopo che hanno commesso crimini di massa oppure il comando ucraino darà loro l’ordine di deporre le armi? Non è chiaro. E come si risolveranno le altre questioni lungo i duemila chilometri della linea di contatto? Le truppe russe stanno avanzando praticamente in ogni tratto. Come saranno utilizzati questi trenta giorni? L’Ucraina continuerà la sua mobilitazione forzata?

 

Riceverà altre armi? Addestrerà altre unità da combattimento? Chi farà i controlli?

Chi deciderà se la tregua è stata violata, e da chi? Sono quesiti che richiedono uno studio minuzioso da ambo le parti. C’è molto da discutere, anche con i nostri partner americani. Forse è necessario che io mi senta con il presidente Trump». […]

volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale donald trump accoglie volodymyr zelensky alla casa biancavolodymyr zelensky 1CONSIGLIO EUROPEO - GIORGIA MELONI GUARDA VOLODYMYR ZELENSKY - FOTO LAPRESSE VLADIMIR PUTIN IN MIMETICA A KURSK

Ultimi Dagoreport

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)