bolsonaro trump

TRUMP DO BRASIL - LA SCALATA DI JAIR BOLSONARO: XENOFOBO, MACHISTA, OMOFOBO E DI ESTREMA DESTRA, "BOLSOMITO" SI ISPIRA AL LEADER USA E PUNTA A DIVENTARE PRESIDENTE BRASILIANO - SECONDO GLI ULTIMI SONDAGGI È AL SECONDO POSTO DOPO LULA PER CONSENSI – QUANDO DISSE A UNA DEPUTATA DI SINISTRA: “SEI TALMENTE BRUTTA CHE NON MERITI NEMMENO DI ESSERE VIOLENTATA”

bolsonaro

Emiliano Guanella per la Stampa

 

 

Manca ancora molto per le presidenziali di ottobre, ma il Brasile ha già il suo Trump, con possibilità neanche troppo remote di diventare la vera sorpresa del 2018.

Jair Messias Bolsonaro, ex ufficiale dell' esercito in pensione, da 27 anni deputato federale, è un politico con posizione di estrema destra che sta raccogliendo consensi un po' ovunque; tutti i sondaggi sulle intenzioni di voto lo danno al secondo posto dietro solamente all' ex presidente Lula da Silva.

 

Considerando che la corsa di Lula potrebbe essere bloccata dalla condanna in corte d' appello per corruzione nel processo che culmina il prossimo 24 gennaio, potrebbe essere lui l' uomo da battere. Bolsonaro non è miliardario come Trump, ma incarna, in fondo, la stessa filosofia; essere un candidato anti-sistema, capace di sparigliare le carte. Tra i politici brasiliani più influenti sui social, con oltre cinque milioni di seguaci su Facebook, si oppone ai grandi media tradizionali, che non lo amano affatto, preferendo di gran lunga la rete e le emittenti locali.

 

La sua carriera nell' esercito è stata segnata da episodi d' insubordinazione ed è stato pure punito pesantemente per aver organizzato una protesta pubblica per i bassi salari degli ufficiali.

 

bolsonaro trump

Poco importa, oggi la stragrande maggioranza dei militari, che in Brasile muovono circa due milioni di voti, lo appoggia. A favore dell' introduzione della pena di morte, è contro il matrimonio fra le persone dello stesso sesso e le quote riservate a studenti neri nelle università pubbliche.

 

Rivendica la dittatura militare e vuole flessibilizzare il porto d' armi affinché i cittadini si possano difendere da soli. «Se la fazenda di un coltivatore è invasa dai quei delinquenti e lazzaroni del Movimento Sem Terra (i contadini senza terra) è giusto sparargli addosso».

 

Machista e omofobo, è famoso il suo scambio di battute con una deputata di sinistra, che gli costò una pesante multa.

 

«Sei talmente brutta - le disse - che non meriti nemmeno di essere violentata».

Con il classico slogan «bandido bom è bandido morto» (il buon delinquente è quello morto) sfonda in segmenti elettorali molto diversi fra loro; è popolare tra gli abitanti delle favelas che fanno i conti con la grande criminalità organizzata, tra i ceti alti che vogliono meno Stato (e meno piani assistenziali ) e più liberismo e tra la classe media alle prese con la crisi. Ha incassato anche lo strategico appoggio dei leader delle chiese evangeliche pentecostali, un terzo di tutti i fedeli brasiliani.

 

Jair Bolsonaro

In quasi trent' anni in Parlamento, dove ha cambiato la bellezza di nove partiti, ha firmato solo tre leggi. Non è preparato, ma questo sembra non importare più di tanto; quando i giornalisti dei grandi media lo incalzano su temi economici o di politica estera lui schiva dicendo che di questo si occuperà il «pool di tecnici di altissimo livello» che lavorerà nel suo governo.

 

Lanciatosi un paio di anni fa come outsider fra gli outsider, la sua popolarità è cresciuta di pari passo con la crisi politica e gli scandali di corruzione che hanno fatto cadere il governo di Dilma Rousseff e fanno traballare ogni giorno quello attuale di Michel Temer. E non importa se nemmeno lui è indenne ai vizi tipici della politica brasiliana.

 

Il quotidiano «Folha di San Paolo» ha passato al setaccio la dichiarazioni dei redditi sua e del suo clan famigliare, i suoi tre figli sono tutti in politica, scoprendo un patrimonio di quattro milioni di euro in case e terreni, impiegati domestici pagati con assegni parlamentari, viaggi elettorali finanziati con fondi pubblici. Uno scandalo fin troppo «piccolo», in proporzione alle borse ai miliardi del caso Petrobras e che sembra, per ora, non scalfire la sua popolarità: «BolsoMito» come lo chiamano i suoi sostenitori, tira dritto consolidandosi come l' unico candidato, Lula permettendo, comodamente a due cifre a dieci mesi dal voto (18% secondo l' ultima inchiesta Datafolha).

 

TRUMP

Ammiratore di Trump, è stato recentemente negli Stati Uniti, per incontrare i connazionali emigrati a causa della crisi. «Quando sarò presidente vi prometto che potrete tornare a casa; troverete un Brasile più onesto, solido e con meno delinquenti in giro per le strade». Da uno che di secondo nome fa Messia una promessa che sa di profezia.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....