taiwan cina xi jinping

XI PUÒ PRENDERSI TAIWAN SENZA SPARARE UN COLPO – TRA NOVE MESI A TAIPEI CI SARANNO LE ELEZIONI E, IN CASO DI VITTORIA DEL PARTITO DI OPPOSIZIONE FILO-PECHINO, IL KUOMINTANG, UN'ANNESSIONE PACIFICA DELLA “PROVINCIA RIBELLE” DIVENTEREBBE REALTA’ – IN CORSA PER LA PRESIDENZA C'È TERRY GOU, FONDATORE DI FOXCONN, CHE SI PROPONE COME IL “GRANDE STABILIZZATORE” TRA CINA E USA (QUESTIONE DI BUSINESS...) – SE DOVESSE SERVIRE LA FORZA, XI HA PRONTE ALTRE DUE OPZIONI: L'INVASIONE MILITARE E IL “PIANO ANACONDA”… 

Estratto dell'articolo di Gianluca Modolo e Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”

 

xi jinping

Manovre militari e politiche nello Stretto di Taiwan dove la pressione di Pechino sulla “provincia ribelle” è tornata a salire negli ultimi giorni. Xi Jinping, nonostante la scontata retorica bellicosa, deve calibrare le sue risposte in questa fase, un po’ di bastone e un po’ di carota.

 

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Tra nove mesi a Taipei ci saranno le elezioni e la Cina ha interesse a vedere la vittoria del partito di opposizione, il Kuomintang (Kmt), che da mesi corteggia, più disponibile a dialogare con Pechino, come dimostra l’ottima accoglienza che è stata riservata nelle scorse settimane all’ex presidente taiwanese Ma, ancora oggi deus ex machina nel partito.

PILOTA CINESE SUI CIELI DI TAIWAN

 

Se Pechino continuerà a mostrare troppo i muscoli rischia invece di diventare il miglior sostenitore del Partito democratico progressista, che si presenterà al voto con William Lai, su posizioni ben più radicali rispetto alla leader Tsai sul tema dell’indipendenza.

 

Il candidato più accreditato per il Kmt è Hou Yu-ih, sostenuto proprio da Ma. C’è un outsider però che si propone come il “grande stabilizzatore”: Terry Gou. Il fondatore di Foxconn che, con il Kmt, vuole diventare il prossimo presidente. Corteggiato da Pechino, ottime relazioni sia negli Usa che in Cina, Gou sostiene di essere l’uomo giusto per far riconciliare Pechino e Washington.

 

terry gou, fondatore di foxconn

Apple dipende dalle sue fabbriche per le forniture e le sue aziende in Cina danno lavoro a centinaia di migliaia di persone e portano investimenti milionari.

 

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L’opzione “pacifica” resta ancora la prima scelta. Alcune novità sono però interessanti. Come l’utilizzo nelle esercitazioni della portaerei Shandong, per poter circondare e accerchiare l’isola sulla costa orientale. Una nuova strategia con la quale Pechino potrebbe prepararsi in futuro per un blocco navale in questa zona verso il Pacifico: tagliare i rifornimenti e stritolare l’isola per arrivare a negoziati politici senza giocare la carta dell’invasione, che rimane l’extrema ratio.

 

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esercitazioni militari cinesi taiwan

 

Per domenica previste sei ore di blocco della navigazione in una zona a 157 km a nord di Taiwan per “possibile caduta di detriti di un razzo”. Per il lancio di un satellite meteorologico, non collegato alle esercitazioni, ci sarà una no-fly zone, non per tre giorni come annunciato, ma per 27 minuti. Un segnale che «indica che alcuni elementi all’interno del Partito comunista rimangono sensibili alle potenziali pressioni economiche dei vicini della Cina alleati degl i Usa», sostiene Foreign Policy.

 

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OLAF SCHOLZ XI JINPING

 

In Cina intanto è atterrata la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, inseguita dalle polemiche sul “caso Macron” e ci tiene subito a chiarire che «le tensioni nello Stretto non possono lasciarci indifferenti». Una escalation militare «sarebbe un worst case scenario per il mondo intero».

 

Annalena Baerbock

[…] Durante la sua missione in Cina, a novembre scorso, il cancelliere Scholz fu travolto delle polemiche: alla vigilia, aveva ceduto parti della logistica del Porto di Amburgo a Pechino. Ma Scholz ottenne un risultato importante: Xi avvertì Putin che l’opzione nucleare era una linea rossa. Baerbock spera di ottenere un risultato simile nei suoi colloqui con il suo omologo Qin Gang: convincere la Cina a condannare lo stazionamento di armi nucleari russe in Bielorussia. […]

 

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