luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga

“ZAIA MINISTRO? NON È ALL’ORDINE DEL GIORNO” – MATTEO SALVINI CHIUDE SUBITO DI FRONTE ALLE VOCI DI UN RIMPASTINO POST-EUROPEE. E TIRA PER LA GIACCHETTA IL GOVERNATORE DEL VENETO E GIORGETTI: “SONO SICURO CHE HANNO VOTATO LEGA CON TRE PREFERENZE” – I MODERATI DEL CARROCCIO TORNERANNO ALL’ASSALTO CON IL NOME DI MASSIMILIANO FEDRIGA – IL CASO BOSSI E LA PERDITA DELLE ROCCAFORTI: IN VENETO E LOMBARDIA IL CARROCCIO È STATO SUPERATO DAL PD ED È DIVENTATO IL TERZO PARTITO, A MILANO, CITTÀ DEL SEGRETARIO, È AL SETTIMO POSTO…

SALVINI, ZAIA MINISTRO NON È ALL'ORDINE DEL GIORNO

zaia salvini

(ANSA) - "Chiedete al presidente del Consiglio, non è all'ordine del giorno perché ha parecchi mesi di mandato davanti a sé. C'è l'autonomia da portare a casa e le Olimpiadi del 2026 con centinaia di cantieri aperti". Così Matteo Salvini replicando a chi chiedeva dell'ipotesi che il governatore del Veneto Luca Zaia diventi ministro. "Per me non cambia nulla al governo e negli equilibri di governo, fatte salve le prerogative del presidente del Consiglio" ha aggiunto il leader della Lega.

 

SALVINI: «SONO SICURO CHE ZAIA E GIORGETTI HANNO VOTATO LEGA»

matteo salvini e massimiliano fedriga

(AGI) -  "Sono sicuro che Zaia piuttosto che Giorgetti hanno votato Lega con tre preferenze, che non sta me chiedere, chiedetele a loro". Lo ha affermato il segretario leghista Matteo Salvini, rispondendo a chi gli chiedeva delle perplessita' sollevate da alcuni dirigenti del partito sulla candidatura di Roberto Vannacci. "Chi ha detto che non ha votato Lega, quello si' che e' un problema", ha aggiunto, con riferimento a Umberto Bossi. "Poi uno le preferenze le puo' dare a chi vuole, ma se uno cambia proprio partito non mi sembra una cosa normalissima", ha continuato.

 

 

bossi salvini

LEGA L'EFFETTO VANNACCI NON BASTA A SALVINI FEDRIGA SCALDA I MOTORI

Estratto dell’articolo di Francesco Moscatelli per “La Stampa”

 

[…] Salvini […] Si era posto due obiettivi: prendere un voto in più di due anni fa e restare davanti a Forza Italia. Due risultati che avrebbero permesso al Salvini vice-premier di confermare il ruolo della Lega all'interno del governo Meloni e al Salvini-segretario di incamminarsi verso il tanto atteso congresso federale con qualche arma in più contro i dissidenti interni. Non ce l'ha fatta.

 

matteo salvini e umberto bossi

Con tutto ciò che questo significherà fuori ma soprattutto dentro il partito, dove da tempo c'è chi spinge per un cambio al vertice. Inutile dire che il primo nome che tornerà a circolare sarà quello del governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. […]

 

 

LA LEGA DI SALVINI IN MEZZO AL GUADO DOPO IL RISULTATO ALLE EUROPEE INFERIORE ALLE ATTESE: LE VOCI SU ZAIA MINISTRO

Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per www.corriere.it

 

[…] Salvini in Lega continuerà a dormire sonni tranquilli. Il colpo di scena delle ultime ore è stato rimbombante. Con l’ex deputato e già segretario della Lega lombarda, Paolo Grimoldi, che ha annunciato al mondo che Umberto Bossi gli ha chiesto di «far sapere al mondo» che lui avrebbe votato Marco Reguzzoni, suo storico fedelissimo e capogruppo della Lega alla Camera prima del 2011.

 

LA DECIMA COSA BELLA - IL GIORNALONE - LA STAMPA

Peccato soltanto che alle Europee Reguzzoni, così come diversi altri ex leghisti come il governatore piemontese Roberto Cota, correvano per Forza Italia con il suggestivo marchio «Forza Nord» a cui molto ha lavorato l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, oggi luogotenente di Antonio Tajani in Veneto. Insomma, Bossi avrebbe votato per un partito che non è la Lega. Il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, si «rifiuta di crederlo». Il vice segretario Andrea Crippa, si dice «un po’» deluso.

 

Grimoldi ieri ha rincarato, pubblicando un lungo post di Gianni Fava, altro leghista storico: «Per chi abbia a cuore quel che resta della storia della Lega, non c’è alternativa a votare per Cota o Reguzzoni». Perché «se si continuano a cercare candidati votabili dentro al partito di Salvini si fa solo il gioco di Salvini». L’alternativa, votando Lega, «è Vannacci».

GIORGIA MELONI LUCA ZAIA MATTEO SALVINI

 

«Grimoldi sarà espulso. Punto. E Vannacci andrà a Bruxelles» giurano nel partito, per dire che i mal di pancia interni sono chiusi, inclusi quelli sul generale Vannacci. Insomma, difficile immaginare rivoluzioni dentro la Lega. Non solo perché il risultato del voto alla fine è suppergiù in linea con le previsioni e pare invertire l’erosione. Ma anche perché gli «anti Salvini» scarseggiano. Di Luca Zaia nelle ultime settimane si sente parlare come di possibile futuro ministro del governo Meloni. Anche se lei, la premier, non ha per il momento alcuna intenzione di passare al «Meloni 2». […]

fedriga e salvini 2matteo salvini luca zaia e le ciliegie 2luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontanaGIORGIA MELONI - LUCA ZAIA - MATTEO SALVINImatteo salvini e massimiliano fedrigamassimiliano fedriga attilio fontana matteo salvini ZAIA - GIORGETTI - FONTANA - CALDEROLI - SALVINI - FEDRIGAFedriga e SalviniCOMIZIO DI MATTEO SALVINI A GORIZIA CON MASSIMILIANO FEDRIGA matteo salvini massimiliano fedriga

roberto vannacci matteo salvini comizio a piazza santi apostoli roma salvini e il generale vannacci al comizio di chiusura della campagna elettorale per le europeeROBERTO VANNACCI E MATTEO SALVINI - MEME BY GRANDE FLAGELLOmassimiliano romeo matteo salvini

 

Ultimi Dagoreport

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN