1- OGNI LIMITE HA LA SUA PAZIENZA! IL “FATTO” ROMPE IL CORO BIPARTISAN DI LODI E SFERRA SCIABOLATE AL COMICO BARESE IN TOURNÉE: “LA SUA POCHEZZA È SCONFORTANTE” 2- I SUOI BERSAGLI LO ADORANO, A CONFERMA DELLA SUA ANALCOLICITÀ AUTO-ASSOLUTORIA 3- LA SUA NON È SATIRA MA SFOTTÒ SENZA IL GENIO MALINCONICO DI TROISI, NÉ DI ALDO BAGLIO 4- È OSTAGGIO DELLA SUA MACCHIETTA, RISCHIA UN FRACCHIA PUGLIESE FUORI TEMPO MASSIMO 5- TUTTO È CORPORALITÀ E SESSO (“CRAMPI, DAL MIO CULO TRA UN MINUTO SONO TUONI E LAMPI”). PROFLUVIO DI MASTURBAZIONI, SESSO ORALE, SVELTINE, DOPPI SENSI DA ASILO SU NE(G)RI E GAY. L’AULICA BUCCHINHU RIGATU, IN CUI LUCHINHO NARRA LA STORIA DI UN CLIENTE CON UNA PROSTITUTA BRASILIANA DENTONA. DUE ORE COSÌ…

Andrea Scanzi per il "Fatto quotidiano"

Ridono tutti, indistintamente. Udine, Bari, Pesaro o (ieri) Firenze. Ovunque. Nessuno, oggi, piace trasversalmente come Checco Zalone. Sta attraversando l'Italia col suo Resto Umile World Tour 2011. Grandeur, scenografie sontuose, prezzi non economici (la media va dai 28 ai 40 euro). La band I Mitili Ignoti, il corpo di ballo La seconda chance ("scartate da Tarantini"), Claudia Potenza e una sezione di fiati il cui nome, Fiatellas, è sufficiente a dare il senso di Checco per la battuta(ccia).

Nel sito del Corriere della Sera, Francesco Verni lo ha definito "iconoclasta, anti politically correct, mattatore. (..) Se fosse un principe, dopo la data areniana del suo tour, sarebbe diventato re. Re della nuova comicità italiana".

Troppa grazia. Eppure, sin da quando ha accarezzato il successo con tormentoni oltremodo esili (Siamo una squadra fortissimi, I juventini), la critica sgomita per applaudirlo. Piace alla destra, perché "non politico" (come Luca Medici, suo vero nome, ha sottolineato nei salotti buoni di Dandini e Bignardi). Ma piace anche a sinistra, ora perché nella rilettura "arcoriana" della Canzone di Marinella ci si vuol veder urticanza e ora perché, quando sbertuccia gli amici Jovanotti, il sottotesto è il medesimo: volemose bene.

I bersagli (Cassano, Pausini, Ferreri) lo adorano, a conferma della sua analcolicità autoassolutoria. Daniele Luttazzi sottolineerebbe che è sfottò e non satira. Vero, e non tutti del resto possono essere satirici (ma neanche nessuno, come avviene in tivù).

I successi con Cado dalle nubi (2009) e Che bella giornata (2010), diretti da Gennaro Nunziante, sono stati salutati come dimostrazione che persino in Italia si può ridere garbatamente. Ovvero: meglio Zalone dei cinepanettoni. Più che un meglio, però, è un meno peggio: sul grande schermo, la sua pochezza è sconfortante.

La resa aumenta nei Palasport. Il tormentone - "ora arriva la parte volgare" - è un escamotage elementare per sottolineare che tutto in realtà lo è. Si ostenta, non senza talento, la truzzaggine (il nome d'arte riecheggia "Che cozzalone", in barese "che tamarro"). La maschera è quella del terrunciello di Diego Abatantuono (anche se la prima idea fu probabilmente di Giorgio Porcaro). Zalone non ha il genio malinconico di Troisi, né la lunarietà istintiva di Cataldo Baglio (Aldo).

Tutto è corporalità e sesso ("Crampi, dal mio culo tra un minuto sono tuoni e lampi": e alè). Il leit motiv sono le canzoni demenziali, distanti dalle riletture "colte" di Elio e un po' affini ai Marco Carena e Stefano Nosei. Profluvio di masturbazioni (che lui chiama in altro modo), sesso orale (idem), sveltine, doppi sensi da asilo su ne(g)ri e gay. Messa così, Checco Zalone sembrerebbe soltanto un Enzo Salvi fortunato al botteghino. La vicenda è più complessa. Il 34enne barese è musicista di buon livello, con passato da jazzista e avvocato.

La comoda scurrilità è calcolata. Come ha scritto Giorgio Cappozzo, Zalone è il primo a rivendicare che Carfagna fa rima con "fregna" e Gelmini con qualcos'altro. La volgarità didascalica diviene ulteriore tramite per sbertucciare gli "intoccabili" Nichi Vendola e Roberto Saviano: qui, e solo qui, risiede la sua millantata scorrettezza politica. Medici è un bravo imitatore, che funziona sul breve ma soffre - non avendo testi - alla distanza. La forza è quella di fingersi analfabeti per battere la scorciatoia più comoda: la risata di pancia, mai di testa. Il cantante neomelodico Chezzo Zalone non è però Luca Medici, e nemmeno uno pseudonimo: è una maschera, un altro da sé.

E il guizzo è risieduto nell'invenzione dell'eteronimo, prima ancora che nella resa. Solo che Medici, a tutt'oggi, è coincidente con la sua macchietta. Ne è addirittura ostaggio. Come se Antonio Albanese vivesse di solo Alex Drastico. Fa bene a monetizzare i peana, ma tutto ha una fine. Urgono nuovi alter ego, perché il rischio è quello di un Fracchia pugliese fuori tempo massimo. Medici (o era Zalone?) ha detto di sé: "Sono l'unghia del mignolo di Totò". Appunto: un mignolo può divertire, ma più che risata è solletico.


2 - BATTUTE DAL PALCO: "MA CHE VOLGARE, MICA SOLO A ME PIACE LA F..."
Andrea Scanzi per il "Fatto quotidiano"

La parte migliore di Resto Umile World Tour è l'imitazione di Nichi Vendola. Entra in scena sulle note di Jesus Christ Superstar, con aureola, zeppola e lessico improponibile. Saluta i fedeli dicendo "Che il comunismo sia con tutti voi", si compiace dell'eloquio ("Come cazzo parlo bene!"), straparla di "fratelli diversi musulmani" e allena la "s" recitando mantra jovanottiani ("Io lo so che non sono solo quando sono solo"). Il resto non è esattamente un volare alti. Battute sui leghisti ("Ci sono settentrionali in platea? I leghisti sono fortissimi, i migliori amici dell'uomo"), strafalcioni grammaticali, autoironia sulla propria grecità ("Dicono sono volgare... ma mica solo a me piace la figa!").

Grandi applausi per l'imitazione del cantante dei Modà, che canta sincopato perché sotto colite e in cerca del bagno ("Crampi, dal mio culo tra un minuto sono tuoni e lampi"). La canzone benefica Maremoto a Portocervo serve per esibire le innegabili doti di imitatore di Luca Medici (c'è pure un cameo di Al Bano). Il bis pesca dal repertorio televisivo, ad esempio attraverso la rilettura di Tiziano Ferro che intona Di seghe nere (ops): "Io così sconsolato questa mano guarderò/ dicono che mi servirà/ se non uccide fortifica/ e con aria distratta, di dormire fingerò/ mentre ancora una volta già lo so mi ammazzerò/di seghe...".

Tripudio per la miscellanea di brani gay tratte dai classici (Cocciante, Baglioni, Dalla): "E adesso spogliati come sai fare tu/ma non illuderti io non mi girò più"; "Passerotto puoi andare via/tanto un altro uccello arriverà"; "Guarda come son tranquillo io/anche se attraverso il bosco/con l'aiuto del buon Dio/stando sempre attenti al culo". In linea col resto le allusioni a Cuba ("Scusami chica ma chi cazz'è sto Fidel?"), la "mulatta cula piatta" o l'aulica Bucchinhu Rigatu, in cui Luchinho - sulle note samba di Girl from Ipanema - narra la storia di un cliente con una prostituta brasiliana dentona. Due ore così.

 

Checco ZaloneVENDOLA PREMIA CHECCO ZALONE jpegChecco ZaloneCHECCO ZALONE IN TOUR Checco Zalonechecco zalone IN TOUR CHECCO ZALONE E FACCHINETTI Checco ZaloneScene da Che bella giornataChecco ZaloneChecco ZaloneChecco Zalone Scene da Che bella giornata

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…