sydney poitier walter veltroni

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - IL "CORRIERE DELLA SERA" ANNUNCIA IN PRIMA PAGINA LA DIPARTITA DI SIDNEY POITIER CON UN RICHIAMO CHE LO QUALIFICA QUALE “PRIMO ATTORE AFROAMERICANO A VINCERE L’OSCAR NEL 1967”. NON È COSÌ: EBBE IL PREMIO NEL 1964. C’È ANCHE IL RIMANDO A UN COMMENTO DI VALTER VELTRONI, VERO NOME  CHE IL “CORRIERE” NON USA ABITUALMENTE PER IL SUO ILLUSTRE COLLABORATORE, CHE INFATTI A PAGINA 35 TORNA A ESSERE WALTER VELTRONI, CON LA W.

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

 

STEFANO LORENZETTO

Nella rubrica che tiene sulla Repubblica, Concita De Gregorio commenta, a proposito del rapimento di Aldo Moro, «il fatto che una casa d’aste metta al bando l’originale del volantino numero uno delle Br».

 

Il verbo corretto doveva essere bandisca. Per Lo Zingarelli 2022 la locuzione mettere al bando significa infatti «condanna, specialmente di esilio, proclamata in pubblico» e per il Devoto-Oli anche, in senso figurato, «allontanamento da una comunità».

 

concita de gregorio

***

«È in atto la tenace resistenza di forze, politiche e sociali, ma anche di abitudini, così radicate, così incistite, da non potere essere non dico eliminate (il che sarebbe impossibile) ma nemmeno seriamente ridimensionate», avverte Angelo Panebianco nel suo editoriale di prima pagina sul Corriere della Sera.

 

Con tutta la considerazione dovuta alla cistite, infiammazione assai dolorosa, il plurale femminile del participio passato di incistare è incistate, non incistite.

 

***

Giorgia Cardinaletti «spiega» al Tg1 l'accordo sulle Ffp2

Nel Tg1 di massimo ascolto (ore 20), la conduttrice Emma D’Aquino ospita in studio la sua collega Giorgia Cardinaletti per «capire e spiegare bene» l’accordo «importante» con le farmacie sulle mascherine Ffp2. Cardinaletti, agitando trionfante un dispositivo di protezione, annuncia che «il prezzo calmierato sarà di 0,75 centesimi».

 

O la telegiornalista non ha capito oppure non sa spiegarsi bene: 1 euro equivale a 100 monete da 1 centesimo, quindi 0,75 centesimi sono tre quarti di 1 centesimo. Il prezzo delle mascherine calmierate è invece di 75 centesimi, quindi tre quarti di 1 euro. Senza lo zero e senza la virgola. Per capirci meglio, il 10000 per cento in più rispetto a quanto annunciato da Cardinaletti.

paolo mieli foto di bacco (3)

 

***

Il coltissimo Mephisto Waltz nell’omonima rubrica sul Sole 24 Ore riporta, in una forma aggiornata, un vecchio scherzo sugli auguri natalizi degli avvocati (anglosassoni o che se la tirano per apparire di quel tipo).

 

Solo che trascrive senza fare una piega anche l’espressione «celebration of the summer solstice holidays». Summer? Ma vive agli antipodi? Siamo in inverno, mica in estate. Avrebbe potuto (dovuto) sottolinearne l’incongruenza solstiziale, rettificando in «winter solstice holidays».

giorgia cardinaletti foto di bacco

 

***

Pietro Senaldi, condirettore di Libero, intervista Paolo Mieli sull’imminente elezione del nuovo capo dello Stato e gli fa pronunciare la seguente frase: «Diciamo che per la par destruens i calcoli sono giusti, per quella construens invece sono folli».

 

Me par sbaglià, come diciamo invece dalle nostre parti. E la colpa non può essere certo attribuita all’ex direttore del Corriere della Sera, il quale anni fa ebbe a dichiarare: «Una citazione latina sbagliata in un discorso o riportata erroneamente in un articolo dovrà diventare un’onta perenne, un guaio peggiore di un avviso di garanzia». Si scrive pars destruens, come Mieli ben sa (ma Senaldi no).

stefano feltri

 

***

Nel suo editoriale in prima pagina, Stefano Feltri, direttore di Domani, ricorda: «Nel febbraio 2021 Mattarella ha spiegato che non si poteva votare per il Covid».

 

Il virus era ineleggibile? Spostandosi subito a destra, l’occhio cade su questa didascalia: «Mario Draghi sembra ormai alla fine della sua corsa, con i partiti della maggioranza già rompono le fila mentre lui è ancora a palazzo Chigi».

 

A parte il «che» mancante dopo «maggioranza», di norma si rompono, si serrano o si disertano le file, essendo fila il singolare e file il plurale.

STEFANO LORENZETTO

 

***

I titolisti dei giornali spesso lasciano a desiderare, ma quelli che lavorano per il cinema sono anche peggio. In occasione della morte del protagonista di Indovina chi viene a cena?, Sidney Poitier, nessuno dei primi si è chiesto che cosa c’entri quel punto interrogativo che i secondi hanno infilato 55 anni fa nel titolo italiano del film di Stanley Kramer.

 

ADDIO A SYDNEY POITIER - IL RICHIAMO IN PRIMA DEL CORRIERE DELLA SERA

«Indovina chi viene a cena?» è una domanda che postula la presenza di una terza persona singolare sottintesa («Lei indovina chi viene a cena?»), quindi esclude che la moglie Christina Drayton (Katharine Hepburn) possa averla rivolta al marito Matt (Spencer Tracy). Diverso sarebbe stato il caso di un’esortazione, «Indovina chi viene a cena» (sottinteso «tu»).

 

E, se proprio si voleva scomodare un segno di punteggiatura, serviva un esclamativo: «Indovina chi viene a cena!». Controprova: il titolo originale del capolavoro è Guess who’s coming to dinner, senza punto interrogativo. Segno che gli americani sanno scrivere meglio degli italiani.

 

***

walter veltroni foto di bacco

Il Corriere della Sera annuncia in prima pagina la dipartita di Sidney Poitier con una foto in cui egli regge la mitica statuetta assegnata dall’Accademia statunitense delle arti e delle scienze cinematografiche e con un richiamo che lo qualifica quale «primo attore afroamericano a vincere l’Oscar nel 1967».

 

Non è così: ebbe il premio nel 1964, come miglior attore protagonista de I gigli del campo di Ralph Nelson, uscito l’anno prima.

 

C’è anche il rimando a un commento di Valter Veltroni, vero nome che in effetti si rintraccia sia nella biografia che Paola Salvatori gli dedica sull’Enciclopedia Italiana della Treccani sia nell’archivio storico della Camera, ma che il Corriere non usa abitualmente per il suo illustre collaboratore, che infatti a pagina 35 torna a essere Walter Veltroni, con la W.

sidney poitier

 

***

Dalla Gazzetta di Mantova: «Si è svegliata di soprassalto nel cuore della notte e ha visto un’ombra al buio china sui cassetti del comò della sua camera da letto. Si è spaventata all’impossibile, ma non ha perso lucidità». A differenza del cronista, dimentico della locuzione all’inverosimile.

 

 

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…