IL DIVANO DEI GIUSTI - STASERA IN CHIARO COSA VEDIAMO? INTANTO ESCE SU RAI UNO LE TERZA SERIE DI “I BASTARDI DI PIZZOFALCONE”. TRIONFO DI NAPOLETANITÀ, MA È OGGETTIVAMENTE UN’OTTIMA E POPOLARISSIMA SERIE, BEN DIRETTA E CON UN BELLISSIMO CAST - SE CINE 34 ALLE 21 PROPONE ANCORA UNA VOLTA “SHARM EL SHEIK”, IRIS PUNTA SU UN FILM DI MAGGIOR POTENZA DRAMMATICA (CERTO, CI VUOLE POCO…) COME “RITORNO A COLD MOUNTAIN” - MI STUPISCE “AMICI COME PRIMA” CON CHRISTIAN DE SICA E BOLDI SU RETE 4 ALLE 4, 50. LO AVREI MESSO IN PRIMA SERATA, OVVIO… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

i bastardi di pizzofalcone i bastardi di pizzofalcone

Ovviamente “Dune” di Denis Villeneuve è il film più visto della settimana, ma non so se i 2 milioni 136 mila euro raccolti in Italia e i 36 raccolti in nove paesi europei oltre a Russia, Taiwan e Hong Kong, siano considerati un buon incasso per un kolossal da 160 milioni di dollari. Oggettivamente, se, come vuole Franceschini, le sale fossero state completamente aperte senza distanziamento, l’incasso sarebbe stato al minimo il doppio. Teniamo conto però che il film dura tre ore. E la strada per arrivare a 160 milioni sarà lunga.

 

the missing the missing

“Qui rido io” di Mario Martone, intanto, grazie al fedele pubblico napoletano, è terzo con 429 mila euro (settimanali!) e supera l’ormai spiaccicato gatto in tangenziale quarto a 319 mila (settimanali!). “Il silenzio grande” di Alessandro Gassman, film teatralissimo tratto da una commedia di Maurizio De Giovanni, con Massimiliano Gallo, Margherita Buy e Marina Confalone questa settimana ha invece incassato 54 mila euro. Ahi! Averlo fatto uscire assieme a “Qui rido io” non credo sia stata una grande idea, ma tempo che il titolo non aiuti per nulla. “Il grande silenzio” era un totolo mecojoni, “il silenzio grande” invece…

 

stato interessante stato interessante

In America tonfo clamoroso, ma era prevedibile, di “Cry Macho” ultimo film del 91enne Clint Eastwood. Incassa solo 4, 5 milioni di dollari contro i 21, 7 del potente film della Disney per ragazzini “Shang-chi”, in vetta da tre settimane. E pensare che “Gran Torino” aveva incassato 148 milioni in America e 269 globali, e “The Mule” 103 in America e 174 globali… “Cry Macho” sembra il suo flop più clamoroso, più “Cry micio” in tangenziale, insomma… Buone notizie dal cinema italiano invece. Ieri sera ho visto in una serata gelida a Villa Medici a Roma “A Chiara” di Jonas Carpignano, reduce dalla vittoria alla Quinzaine des Realizateurs di Cannes. Penso sia uno dei migliori film dell’anno, forse l’unico in grado di contendere realisticamente a “E’ stata la mano di Dio” la corsa verso la candidatura italiana all’Oscar come miglior film straniero.

 

the circle the circle

E non capisco perché non sia stato messo in concorso a Cannes, anche perché Carpignano aveva già vinto la Quinzaine con il precedente e ugualmente bellissimo “A ciambra”. A differenza di quel che pensavo “A Chiara” non è solo un preciso viaggio nella realtà calabrese, siamo a Gioia Tauro come nei suoi due precedenti film, e nelle famiglie legate all’’ndrangheta, è anche uno spettacolare thriller di grande tensione man mano che la giovane protagonista, la quindicenne Chiara, scopre il lavoro del padre. Scorsese, che gli aveva prodotto i primi film, ne sarebbe fiero. Credo che sia lui il grande regista giovane italiano uscito in questi ultimi anni. C’è un lavoro incredibile sulla realtà del paese, c’è un lavoro sulla messa in scena e sulle riprese, tutte in pellicola. Chi è a Roma lo trova i questi giorni nel festival Cannes e Venezia a Roma. Poi, prima o poi, uscirà con la Lucky Red. Non lo perdete.

sharm el sheik sharm el sheik

 

Stasera in chiaro cosa vediamo? Intanto esce su Rai Uno le terza serie di “I bastardi di Pizzofalcone”, diretta da Monica Vullo con Alessandro Gassman, Massimiliano Gallo, Tosca D’Aquino e Gianfelice Imparato. Trionfo di napoletanità, ma è oggettivamente un’ottima e popolarissima serie, ben diretta e con un bellissimo cast. Chiuse un anno fa con cinque milioni e mezzo di spettatori che saranno ancora lì…

 

shang chi shang chi

Se Cine 34 alle 21 propone ancora una volta Brignano e Panariello in “Sharm El Sheik” di Ugo Fabrizio Giordani, Iris punta su un film di maggior potenza drammatica (certo, ci vuole poco…) come “Ritorno a Cold Mountain” di Anthony Minghella, buon regista scomparso molto presto, western sentimentale con Jude Law, Nicole Kidman, Renée Zellweger e Donald Sutherland, girato ormai una ventina d’anni fa. Bel viaggio di ritorno di un soldato, Jude Law, dalla sua amata, la Kidman. Ricordo che mi colpì molto la presenza di Jack White sia come attore che come musicista. Canale 20 alle 21, 15 si butta sulla fantascienza con “Next” di Lee Tamahori, tratto da un racconto di Philip K. Dick, con Nicholas Cage che prevede il futuro (chissà se prevede tutti i brutti film che farà…), Julianne Moore, Jessica Biel e addirittura Peter Falk. Confesso che trovavo terribile il titolo “Il cacciatore di indiani” anche quando ero bambino. Stupido e razzista. E’ così anche il titolo americano, però, “The Indian Fighter”.

una pallottola per un fuorilegge una pallottola per un fuorilegge

 

Malgrado la regia di André De Toth e la presenza di Kirk Douglas non è un film bellissimo. Però c’era Elsa Martinelli, allora gloria di Grosseto, dove vivevo quando uscì il film, e della famiglia, che aveva un bar nel pieno centro della città. Penso sia più interessante, Cielo alle 21, 15, “Lawless”, gangster movie cafone ai tempi del proibizionismo in una Virginia di bifolchi, diretto dall'australiano John Hillcoat, ottimo regista di "The Road" e del western "The Proposal", che aveva scritto assieme a Nick Cave (lui), sceneggiatore e musicista anche di questo film, tratto dal romanzo di Matt Bondurant, ispirato ai racconti che gli avevano fatto il nonno e gli zii.

ritorno a cold mountain ritorno a cold mountain

 

Siamo nel 1931 in Virginia, nella contea di Franklin. E' lì che si muovono i tre rozzi ma sani fratelli Bondurant, interpretati da Shia Le Boeuf, il giovane, Tom Hardy, il superbono e Jason Clark, il più grosso, distillatori clandestini alle prese con la polizia corrotta, con i gangster di Chicago e la violenza del posto. Guy Pearce è un azzimato e cattivissimo procuratore che tagliegga i fratelli, Gary Oldman uno strepitoso gangster di Chicago, Jessica Chastain la donna di Tom Hardy e Mia Wasikowska la ragazzina mormone che fa impazzire Shia La Boeuf. Gran lavoro musicale di Nick Cave, gran recupero dei film dedicati alla Moonshine War. E’ il film che lanciò definitivamente la stella del supermacho Tom Hardy, qui mena tutti, tromba poco, ma se la cava anche dopo che gli hanno tagliato la gola. Le ragazze, come al solito, meravigliose.

ogro ogro

 

Rai Due alle 21, 20, se la cava con un “Jumanji: Benvenuti nella giungla” col bisteccone Dwayne Johnson, Jack Black e Karen Gillan e affronta direttamente Italia 1 e il suo “Attacco al potere 3” di Ric Roman Waugh con il solito Gerard Butler e Tim Blake Nelson, attore feticcio dei Coen, oltre all’immancabile Morgan Freeman. Tv8 alle 21, 30 rispolvera “Il Codice Da Vinci” di Ron Howard con Tom Hanks, Audrey Tatou, Ian McKellaen, Alfred Molina. Mai amato. Di Ron Howard preferisco sicuramente “The Missing”, ottimo western con Cate Blanchett e Tommy Lee Jones che potete vedere su Rai Movie subito dopo alle 22, 45. Credo che fosse un gran pasticcio “The Circle”, ricco pamphlet sui pericoli dei social tratto da un romanzo di Dave Eggars, diretto da James Ponsoldt con un cast totalmente sprecato:  Emma Watson, Tom Hanks, Karen Gillam John Boyega, Rai Due alle 23, 25.

l’albero di guernica l’albero di guernica

 

Mi piacerebbe vedere, invece, “Codice criminale” di Adam Smith con Michael Fassbender e Brendan Gleeson che fanno una famiglia di gangster irlandese. Intorno a mezzanotte vi avviso che non è riuscito come si sperava “American Pastoral”, la versione cinematografica diretta e interpretata da Ewan McGregor del romanzo capolavoro di Philip Roth. Ci sono però Jennifer Connelly, Dakota Fanning e David Starthaim. Decisamente più interessante il grande western sadiano scritto da Fernando Di Leo e diretto da Lucio Fulci “Le colt cantarono e fu tempo di massacro”, 7Gold a mezzanotte, con Franco Nero appena uscito da “Django”, Nino Castelnuovo appena tolti i costumi di Renzo Tramaglino e primo western di Fuli in cerca di nuove strade rispetto ai Franco e Ciccio movies.

regolamento di conti regolamento di conti

 

“Allora, siccome nessuno mi voleva dare una chance, decisi di produrre, insieme a Oreste Coltellacci, Tempo di massacro, mettendo tutto quello che avevo. Era un western che dovevamo fare in Spagna con un certo George Martin. Improvvisamente gli spagnoli ci negano la coproduzione, perché la sceneggiatura, scritta da me e da Fernando Di Leo, era troppo violenta. Era assolutamente artaudiana. Noi eravamo già in macchina pronti con la troupe per andare in Spagna e ci trovammo senza l’attore principale (perché faceva parte della quota della co-produzione). Il mio aiuto, che era Giovanni Fago, mi portò la fotografia di uno vestito da pistolero con la barba, che aveva appena finito di girare un western che si chiamava Django. (..) Si chiamava Franco Nero.

 

le colt cantarono e fu tempo di massacro le colt cantarono e fu tempo di massacro

Lo chiamai e prese la cifra più bassa possibile (perché il più pagato era Nino Castelnuovo, che aveva fatto I promessi sposi.” (Fulci a Marcello Garofalo). Per Di Leo è il film che solleva dalla polvere il cinema di Fulci. “Tempo di massacro lo levò dal cinema basso che aveva sempre frequentato: perché era meglio dei film che faceva, Lucio, assolutamente... Dovetti difendermi sia da Fulci che da Coltellacci, che, come tutti, volevano qualche morto in più. Ma vinsi io. Il film è disegnato molto bene, ha una sua dignità di linguaggio” (Di Leo, “Nocturno”).

l’albero di guernica 2 l’albero di guernica 2

 

Credo sia il film più interessante della serata assieme al rarissimo e cultissimo “L’albero di Guernica”, Cine 34 alle 2, 20, terzo dei sei film diretti dallo scrittore Fernando Arrabal, maestro del Teatro dell’Assurdo e fondatore con Topor e Jodorowsky del Movimento Panico. In questo film, abbastanza assurdo, dirige Mariangela Melato nei panni della contadina Vandale e Ron Farber in quelli del figlio del conte del paese, che in quel di Guernica affrontano i fascisti di Franco. Tutto girato in Italia con attori italiani come Cosimo Cinieri, Mario Novelli, Franco Ressel e il comico cantante sardo Benito Urgu!!! Un delirio. Da registrare.

 

lawless lawless

Certo, non sarebbe male neanche rivedere “Birth. Io sono Sean”, film altamente sperimentale di Jonathan Glazer, che negli anni si è rivelato un regista controcorrente e importante, con Nicole Kidman, Iris alle 2, 15. Nella notte vedo che ci sono film di genere da recuperare di un certo interesse, almeno per me, come il poliziesco “Regolamento di conti” di Daniel Vigne con Michel Costantin, Marcel Bozzuffi, il nostro Angelo Infanti e Henry Silva, Rai Movie alle 3, 10. O “Una pallottola per un fuorilegge” di R. G. Springsteen, piccolo maestro del western di serie B in Technicolor, con Audie Murphy, Darren McGavin e Ruta Lee.

 

jumanji benvenuti nella giungla 2 jumanji benvenuti nella giungla 2

Ma più dell’arrivo di “Ogro” di Gillo Pontecorvo con Gian Maria Volonté alle 5 su Rai Movie o di quello del folle “Stato interessante”, film sull’aborto di Sergio Nasca, Iris alle 5, mi stupisce non poco la presenza di un recentissimo “Amici come prima” di Christian De Sica con Christian e Boldi su Rete 4 alle 4, 50. Lo avrei messo in prima serata, ovvio. Vi ricordo solo qualche simpatica battuta: “Ma vaffanculo va!”. “Chi ti sembro?”- “Un ricchione”.  “Papà! Anche tu gay?!”.  “Cosa tiene fra le gambe, una vongola?”.

 

il codice da vinci il codice da vinci

Nella mia recensione di qualche anno fa si legge forse il perché il film sia finito alle 5 di notte sulle reti Mediaset: Si ride quando vediamo Massimo Boldi con la parrucchetta ancora arzillo dietro alle signorine armato pure di pompetta come Berlusconi, ma a tre velocità, c’è pure quella “trapanazione”. E si ride con Christian De Sica truccato da badante del vecchio satiro, un po’ Crudelia De Mon un po’ Glen Close un po’ Totò quando fa la donna in Totò Diabolicus. Ovvio che lui, il vecchio satiro, in carrozzella solo perché è pigro, si innamori della badante oversize. Come insegna il mondo della commedia.

 

il cacciatore di indiani il cacciatore di indiani

Lei/lui un po’ si nega di fronte alle proposte più scandalose, “Non gliela faccio! Non gliela faccio!”, un po’ fa la civetta. Ma grande è il desiderio di tornare per entrambi ai bei tempi dorati della coppia Boldi-De Sica, alle scene di sodomia sotto la doccia, anche se qui, dopo anni, è Boldi che spinge e De Sica quello che riceve, alle situazioni ambigue, “Cosa è quella roba lì?” chiede Boldi di fronte a una mal celata erezione della “badante” De Sica eccitato da una bona nella sauna. “Un’ernia collassata…”. Ma assistiamo anche a una sorta di canto del berlusconismo più meneghino, con un Boldi che erano anni che non si sfogava così tanto in milanese, e, guarda un po’, abita in una delle vere ville di Berlusconi, Villa Cernobbio.

 

amici come prima amici come prima

C’è tutto, le olgettine, la follia da cavalier pompetta e il sesso in testa come chiodo fisso, ma anche un po’ degli anni della pulitura dei cessi di Poggio Bustone, raccontato con una frenesia anarchica antileghista che punta decisamente alla liberazione dei “culi” (non lo dico io, si sente nel film: “ma sei culo?”), dei trans, di tutti i diversi. Al punto che Boldi e De Sica si troveranno liberi e felici solo nel baracchino che vende wurstel di fronte a San Siro in mezzo a veri trans milanesi molto agées e molto navigati. Come se fossimo in un vecchio film di Pozzetto.

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