toni negri

FORMIDABILI QUEI DANNI? INSOMMA – IL “CATTIVO MAESTRO” DI AUTONOMIA OPERAIA TONI NEGRI FA 90 ANNI E PARLA DELL’IMPRONTA “CRISTIANA” DEGLI ANNI DI PIOMBO: "SIAMO GIUNTI A PAPA FRANCESCO CHE INVITA AL SINODO IL DISOBBEDIENTE CASARINI" – MA ALLORA GLI OMICIDI ERANO QUOTIDIANI: “CHI COMINCIÒ? LE STRAGI ERANO DI STATO, COMUNQUE, IO NON HO MAI UCCISO” - E POI GLI EX TERRORISTI ITALIANI CHE LA FRANCIA HA DECISO DI NON ESTRADARE, L’EUROPA “FEUDO AMERICANO E LA RUSSIA "CHE SARÀ SOTTO L’OMBRELLO CINESE" 

Estratto dell'articolo di Bruno Quaranta per la Repubblica

 

toni negri

A ciascuno la sua lettera scarlatta. Per Toni Negri è un numero, 7, aprile 1979. Il suo Moloch, Autonomia Operaia, finiva in gabbia a Padova. Di fronte sarebbero stati a lungo lo Stato e il teorico dell’anti-Stato, ancorché docente di Dottrina dello Stato. Fin quando il pallottoliere giudiziario formò un ulteriore numero, 17, gli anni di carcere inflitti al professore, che ne sconterà 11 e mezzo.

 

Toni Negri si avvia a compiere novant’anni a Parigi, l’1 agosto, attaccato ad “una sorgente d’ossigeno”. Si è diradato fino a dissolversi, nel suo studio, il fumo delle ultime mai ultime sigarette che fuoriusciva verso il boulevard dove ancora nitide sono le orme hemingwayane, tra la Coupole e la Closerie de Lilas.

 

(...)

Non crede che sia fallita? Se a segnare l’Italia sarà il ventennio berlusconiano?

«È fallita anche la parte più decente della borghesia, che si è lasciata ammaliare e fagocitare dal Cavaliere o Caimano che dir si voglia».

E il Pci? Berlinguer non è mai stato un suo “compagno” ideale…

«Il Pci non ha capito la trasformazione del capitalismo. Si è adeguato a un modello di sviluppo industriale fordista, mai avventurandosi nel post-fordismo e mai andando al di là del keynesismo».

TONI NEGRI

Le è successo di non nascondere la stima per Moro…

«Il quale aveva capito due cose: il Pci era in crisi, giustamente in crisi, una condizione che andava trasformata in fatto politico. Purtroppo sarà il Caf, Andreotti & C., a realizzare l’impresa in termini reazionari».

 

8...)

È nota la sua formazione cattolica, nella Padova degli anni Cinquanta. Le capitò di votare Dc?

«No, mai. Quando militavo nell’Azione Cattolica ancora non avevo diritto di voto. La prima volta scelsi il Pci».

Quale l’impronta cattolica degli anni di piombo?

«Perché cattolica? Direi cristiana. Ovvero amare i più poveri, sceglierli. Siamo giunti a papa Francesco che invita al Sinodo il disobbediente Casarini».

Evangelicamente amare… Ma allora gli omicidi erano quotidiani…

«Ma chi cominciò? Le stragi non erano forse di Stato? Io, comunque, non ho mai ucciso».

 

 

E gli ex terroristi italiani che la Francia ha deciso di non estradare e la giustizia nei confronti delle vittime?

«Sono trascorsi più di quarant’anni… In qualsiasi altro Paese avrebbero goduto dell’amnistia. Qualcuno ricorderà l’amnistia Togliatti, la cancellazione dei crimini fascisti».

TONI NEGRI 34

La Francia brucia, arriverà Marine Le Pen all’Eliseo?

«Se si votasse oggi, al 70 per cento».

E la sinistra?

«O sarà nuova o non sarà. Qualche segnale di incoraggiante lo scorgo. I Gilet Gialli che hanno archiviato lo sciopero classico, inventando lo sciopero sociale. Senza di loro non ci sarebbe stata la rivolta delle pensioni».

 

Oltre che la sinistra, bisognerebbe fare l’Europa…

«Io sono sempre stato europeista. Fra dieci anni, terminata la guerra in Ucraina, sarà feudo dell’industria e del potere americano. Mentre la Russia sarà sotto l’ombrello cinese».

Come legge il fenomeno Meloni?

«Post-fascismo non vuol dire niente. Si tratta di una svolta autoritaria, molto liberale, incastrata nella continuità delle scelte reazionarie del ceto politico italiano».

 

 

(...)

Sua figlia le ha mosso la critica di aver sacrificato la vita all’ideologia…

TONI NEGRI - GALERA ED ESILIO

«I miei figli hanno sofferto molto della repressione ed è giusto che abbiano una certa collera nei miei confronti. Ma fare un film su quella vicenda, come ora sta facendo Anna, è trasformare la sofferenza in una proposta. Stiamo ricostruendo».

Novant’anni. Bobbio affermava che avanzando negli anni gli affetti contano più dei concetti…

«Riecco Bobbio. Riecco aprirsi il dissenso. Io ritengo, con Foucault, che affetti e concetti siano maledettamente intrecciati».

Se ne è andato Kundera… Libération titola: “L’infinie liberté des lettres”. La letteratura come via alla libertà?

«Gli esempi non mancano. Dal nostro Risorgimento, da Alessandro Manzoni, a Victor Hugo per la Francia, a Tolstoj, al Grossman di Vita e destino».

Per lei è prioritaria la libertà o la giustizia?

«Bobbio distingueva, la giustizia contrassegna la sinistra, la libertà la destra. No, sono indivisibili, ora e sempre: giustizia e libertà».

toni negriTONI NEGRI PANNELLAnegri toniTONI NEGRITONI NEGRI TONI NEGRI

 

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA