elodie

“A 12 ANNI MI FACEVO LE CANNE TUTTO IL GIORNO: INIZIAVO LA MATTINA E FINIVO LA SERA” – ELODIE E L’INFANZIA AL QUARTACCIO, TRA DROGA E AMICHE INCINTE A 15 ANNI: “È UN CONTESTO CHE RISCHIA DI INGHIOTTIRTI. I MIEI SI SONO SEPARATI QUANDO AVEVO 8 ANNI MA ANCHE PRIMA NON ERANO FELICI. MIA MAMMA FACEVA LA CUBISTA, ERA UNA RAGAZZA CON PROBLEMI, MI HA AVUTA A 21 ANNI - IO HO LA TERZA MEDIA E PER DIRLO CI HO MESSO ANNI: MI VERGOGNAVO COME UNA LADRA” – “OGGI CONSIDERO IL PASSATO LA MIA FORTUNA: MI HA FATTO VEDERE LA VITA CRUDA FIN DALL'INIZIO E NON L'HO SUBÌTA. A 19 ANNI SONO SCAPPATA DI CASA PERCHÉ…”

 

 

L’INTERVISTA DI ELODIE A VICE DAL QUARTACCIO

elodie da piccola (a destra) con la famiglia

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/ldquo-io-sono-elodie-io-so-rsquo-coatta-nbsp-poi-anche-tipa-226695.htm

 

ELODIE: «IO, CRESCIUTA AL QUARTACCIO TRA DROGA E AMICHE INCINTE A 15 ANNI»

Chiara Maffioletti per il “Corriere della Sera”

 

Nelle strade di Quartaccio, a Roma, qualche anno fa, c' era una ragazza con troppa libertà e grandi sogni. Sapeva di voler fare «qualcosa di grande», ma non ci si soffermava e ancora meno si azzardava a dirlo: quando devi difenderti da subito e per tutto, un talento o anche solo un' ambizione diventano per gli altri il tuo punto debole. E quindi Elodie Di Patrizi non ne parlava. Ma dentro sentiva che prima o poi, chissà come, da quel quartiere se ne sarebbe andata, che la sua vita non sarebbe rimasta quella che per vent' anni pareva l' unica possibile.

elodie a il tempo delle donne

 

«Oggi considero il passato la mia fortuna: mi ha fatto vedere la vita cruda fin dall' inizio e non l' ho subìta».In ogni parola di Elodie c' è un carico di verità. Niente retorica o dolore. Solo una finestra spalancata su un mondo che ti fa guardare a lei come a una specie di miracolo, come fosse uno quei fiori che contro ogni logica rompono l' asfalto e vedono la luce.

 

«I miei si sono separati quando avevo 8 anni ma anche prima non erano felici, a casa non c' era una bella arietta - racconta -.Mia mamma faceva la cubista, era una ragazza con problemi, mi ha avuta a 21 anni. Entrambi hanno sofferto e non hanno camuffato il loro malessere. Ma per me che ero una ragazzina e lì vedevo così erano dei folli».

 

fey ed elodie di patrizi 3

Anche lei era «un personaggetto particolare: ho avuto problemi complessi a casa e non mi scomponevo». I problemi dei suoi genitori erano complessi davvero. «Tossicodipendenza. Io l' ho capito dopo un po' ma non ho reagito arrabbiandomi, anche se poi ho avuto dentro me tanta rabbia per parecchio tempo. Ho detto vabbè, cerco di aiutare. Sono stata anni a tentare di sistemare una cosa non sistemabile, non da una ragazzina».

 

elodie

Un macigno che viaggiava «assieme a una serie di rotture pratiche: tornavo a casa e non c' era l' acqua calda, non riuscivo a studiare, provavo a proteggere mia sorella che ha tre anni meno di me: cercavo di non farle capire quanto andassero male le cose. Una situazione che mi creava un nervoso enorme ma non mi ha mai fatto sentire una sconfitta.

 

Potrei fare un film fino ai miei 23 anni con i personaggi della mia vita: solo sul pianerottolo c' erano spacciatori, gente sessualmente promiscua, alcolizzati. Ma tutto il quartiere aveva volti coloriti: osservandoli è come se avessi studiato, ho amato tanti di loro. Mi hanno dato la possibilità di vedere la vita con serenità: tutto si risolve e anche quando soffri è una fortuna, perché stai vivendo».

 

Un corso intensivo di umanità che oggi la fa sentire «ricca: ho vissuto un sacco di esperienze anche senza girare. Siamo stati tutti tanto male ma adesso stiamo tutti bene. E sono orgogliosa della mia famiglia: sono frutto della loro storia».

 

È felice però che nessuno, oggi, viva più in quella casa: «Sono successe troppe cose brutte». Lei ogni tanto torna a trovare le sue amiche storiche: «Le mie vicine, altre con cui giocavo in cortile. Come me hanno vissuto cose difficili per la loro età, ma ripeto sempre che non è colpa nostra: quello che è stato non deve condizionarci ma diventare un punto di forza; significa che siamo stati in grado di andare avanti e alzare l' asticella. Dovremmo sentirci più forti, mentre i figli di situazioni eccessive spesso se ne vergognano».

 

INSULTI A ELODIE

Un primo passo per evitare di sentirsi «in gabbia, se no ci rimani incastrato. Parliamo di persone con situazioni hardcore , dovrebbero essere iper aperti no? Invece c' è molta chiusura, c' è paura. In quei contesti non c' è un filtro aperto ma totale mancanza di comunicazione». Anche lei si è vergognata, per un po', della sua storia.

 

elodie 2

«Ti senti sporco, questa è la verità. È un contesto che rischia di inghiottirti. Non studiamo, a nessuno gliene frega niente, ma chi ti chiede i voti della pagella? I miei genitori non sono mai andati a parlare con un professore. Io ho la terza media e per dirlo ci ho messo anni: mi vergognavo come una ladra».

 

Nonostante la sua intelligenza non comune, Elodie rimpiange «moltissimo il fatto di essere ignorante. Mi fa sentire a disagio, anche perché sono stata vigliacca: ho fatto il liceo fino al quinto anno, senza mai essere bocciata. A maggio mi sono ritirata. Non mi sentivo all' altezza per fare l' esame. All' epoca ho fatto la coatta: mi ero inventata una storia del tipo che non avevo bisogno che qualcuno mi giudicasse. Ma avevo solo paura del fallimento e mi ha accompagnata a lungo».

elodie

 

Ne è certa: in quartieri come il suo «servono super scuole, l' unica via d' uscita è lo studio, solo quello. Se studi vedi che ti passa la voglia di fare cavolate: ti si apre un mondo. Ma gli strumenti me li devi dare. Senza, è un attimo che ti trovi a rubare o spacciare».

elodie il ciclone

 

Anche lei è stata «una ragazzina complicata. A 12 anni mi facevo le canne tutto il giorno: iniziavo la mattina e finivo la sera. Ho iniziato in seconda media, per stare tranquilla: ero sempre arrabbiata. Facevamo collette con le amiche e quelle erano le mie giornate: al liceo non capivo le lezioni, tornavo a casa e me le facevo di nuovo, tanto nessuno diceva niente. Bevevo anche, uscivo e tornavo alle 7 del mattino, a 15 anni». Diverse sue amiche hanno avuto figli a 15 anni. «Ecco io ero una delle più rigide. Quando una si è fidanzata con un tossico di eroina sono impazzita: l' ho sequestrata dentro casa.

DILETTA LEOTTA ELODIE

 

Questo ha cercato di entrare, mi minacciava... ma cosa minacci, vatti a fa' 'na pera».

Normale, forse, che oggi gli insulti sui social non la scompongano: «Ho già sentito tutto. Ma capivo che non volevo starci lì: i miei spasimanti mi spaventavano, vedevo queste ragazze fare figli... così me ne sono andata perché poi, se resti, rischi di non uscire più e io non volevo». A 19 anni si è trasferita in Salento, con un uomo. «Sono scappata di casa perché la situazione era tosta e non sapevo più gestirla. Mia sorella era arrabbiata: quando sono partita ha scoperto tutto.

elodie

 

Nei periodi negativi devi tenere botta, ricordare che le cose possono cambiare. Ma io non avevo più voglia di difendermi». Con il tempo l' ha capito anche sua sorella, Fey. Sono molto unite. «È lesbica ma non lo diceva. Lo sapevamo tutti ma non lo voleva dire e quando l' ha fatto si è messa a piangere... ma cosa piangi, le ho detto, ma fai come ti pare, basta che sei felice». Parlare del proprio orientamento sessuale in quel contesto non è semplice: «Figurati se non ti chiamano frocio. Ma succede se ammetti qualunque cosa di tuo, di intimo: lo usano per attaccarti. Una gara a chi umilia di più... ma se sei perso pure te, ma cosa vuoi da me».

elodie

 

Elodie non ha mai mandato giù le ingiustizie: «Odiavo i bulli ma ero scontrosa come un bullo. Avevano paura di me perché ero un po' isterica. Avevano paura dei miei occhi, di cos' altro? Ai bulli devi far capire che sei forte, fargli sentire quel disagio che vogliono incutere». E lei lo faceva alla grande, «perché l' umiliazione mi fa stare male, la sento addosso. Alle medie c' era una prof particolare: non si faceva la tinta, aveva peli di gatto sui vestiti, gli occhiali storti ma mi faceva volare. Quando qualcuno la faceva impazzire, anche in un' altra classe, io andavo e chiedevo: "Chi ha trattato male la professoressa?"».

Un senso di protezione che ha provato per tanti, amiche comprese: «Alcune si sono perse, una è finita in carcere.

 

elodie 5

In generale stanno bene ma potevano sistemarsi meglio... sono sempre subordinate a questi cavolo di mariti che diventano dei figli, si appoggiano. Una è stata tosta l' ha mandato a quel paese: sta crescendo da sola i figli, lavora, non si compra un vestito... sono tante così, con uomini che vogliono fare i pischelli. A quelli gli fanno barba e capelli e non lo capiscono. Hai due figli che tiri su da sola, lavori, torni a casa, fai tutto e riesci a essere per bene: ma non ti rendi conto che hai due palle così?». Uno, dieci, cento fiori che, come lei sono riusciti a bucare l' asfalto.

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