pupi d angieri pupi dangieri

“SADDAM MI TIRÒ ADDOSSO L’OROLOGIO, ERO AMICO DI CASTRO E ARAFAT E OGGI DO DEL TU A BERGOGLIO” – IL VIVERE INIMITABILE DI NUNZIO ALFREDO D’ANGIERI, DETTO “PUPI”, MITOLOGICO AMBASCIATORE PER GLI AFFARI EUROPEI DEL BELIZE – “VENDEVO PETROLIO ARABO, NON A SADDAM. GLI AMERICANI MI AVREBBERO INCENERITO. IL DITTATORE IRACHENO LA PRESE MALISSIMO. MI URLO’: ‘TI RICORDERAI DI ME’" – LA MEDIAZIONE A SIGONELLA, LA BATTUTA DI ARAFAT (“RESTI IL SOLITO EBREO”) E L’ULTIMA VISITA DEL LEADER OLP IN VATICANO DA PAPA WOJTYLA (“VENGO A SALUTARLA PER L’ULTIMA VOLTA. SHARON MI FARÀ UCCIDERE”. E COSI’ FU), LE LETTERE CON RE CARLONABABBO IO? CHIEDO I 20 CENTESIMI DI SCONTO ANCHE AL PANETTIERE”

Estratto dell'articolo di Stefano Lorenzetto per il “Corriere della Sera”

 

pupi dangieri 45

Con Nunzio Alfredo D’Angieri, l’ultimo dandy d’Italia, ambasciatore per gli Affari europei del Belize, non si sa da dove cominciare. Dal patrimonio? Un fondo di famiglia valutato 21 miliardi di dollari, gestito da Warren Buffett, l’«oracolo di Omaha».

 

Dai due sovrani nell’albero genealogico? Secondo la Nuova cronica di Giovanni Villani, stampata nel 1537, i baroni di Francia, deposto Carlo il Grosso, fecero re il figlio di Ruberto conte d’Angieri, Oddo, e in seguito misero sul trono un secondo Ruberto, fratello dello stesso Oddo d’Angieri.

 

Dalle amicizie? Dà del tu a papa Francesco; è stato per 22 anni consigliere, negoziatore e banchiere di Yasser Arafat; era sodale di Fidel Castro; è in corrispondenza con Carlo III del Regno Unito. Dalle residenze? Ne ha a Milano, Londra e New York, più un isolotto privato nei Caraibi. Dal jet personale? Un Gulfstream G450 che brucia 2.114 litri di carburante per ogni ora di volo, 12 posti con letto a una piazza e mezzo. Dal garage? Possiede 101 fra Rolls-Royce e Bentley d’epoca. Dal guardaroba? Allinea 2.302 abiti sartoriali, 2.787 paia di scarpe, 6.700 cravatte.

saddam hussein

 

Dura la vita del nababbo, eh.

«Nababbo io? Chiedo i 20 centesimi di sconto anche al panettiere, così guadagno. Sono appena tornato da Anguilla in classe super economica con Air France».

 

Ma come? Non ha un aereo suo?

«Usato solo all’andata. Al ritorno l’ho noleggiato ad Angelina Jolie, che volava in Provenza. Quindi ho viaggiato gratis».

 

(…)

 

Che altro?

«Vari interessi. Stimo molto Carlo Messina, consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo. Buffett sostiene che è il miglior banchiere d’Europa. Ha ragione».

 

(...)

pupi dangieri d angieri papa bergoglio

E dopo le scuole dai gesuiti?

«Collegio Rosenberg a San Gallo, in Svizzera. Fui messo in camera con Mustafa S., un arabo. Mi laureai in legge alla Boston University. La nonna mi trovò un posto a New York, nello studio Pavia, che aveva 150 avvocati. Un giorno mi spedirono in Libia a concludere un contratto per la Texaco. E chi trovai ad attendermi all’aeroporto di Tripoli? Mustafa. Baci e abbracci. “Devi venire con me”. Con un jet privato mi portò in Libano. A Beirut, in un bunker, mi presentò Arafat. Il leader dell’Olp portava sulla testa un colbacco, anziché la kefiah. “Benvenuto, figlio”, mi accolse. Il mio amico era diventato il suo capo di gabinetto».

fidel castro pupi dangieri

 

Che cosa voleva da lei Arafat?

«Mandarmi a Riad da re Fahd perché sostenesse la causa palestinese con il petrolio. “Da oggi puoi caricare 1 milione di barili al mese, sconto del 25 per cento”, mi annunciò il re d’Arabia. Erano 160 milioni di litri. Per 22 anni ho riempito una petroliera al mese. Vendevo il greggio perfino alla Saras dei Moratti. L’avrebbe voluto anche Saddam Hussein».

 

Come mai non glielo forniva?

l ambasciatore del belize nunzio alfredo d angieri foto di bacco (4)

«Gli americani mi avrebbero incenerito. Il dittatore iracheno la prese malissimo. Si tolse dal polso l’orologio e me lo scagliò addosso: “Ti ricorderai di me!”. Lo conservo. È un Breitling che sul fondello reca inciso “Iraqi air force”. Lo dava in dotazione all’Aeronautica militare».

 

Che altro fece per Arafat?

«Trattai con Yitzhak Rabin e Shimon Peres le modalità del premio Nobel per la pace, concesso a tutt’e tre nel 1994. Ero con Arafat in albergo a Stoccolma prima della consegna. Scendemmo con 22 minuti di ritardo perché non voleva rinunciare alla pistola. Gliela tolsi dalla fondina, me ne feci dare altre due dalla scorta, gliele nascosi sotto la divisa e consegnai la sua arma agli uomini del cerimoniale. “Resti il solito ebreo”, ridacchiò».

pupi dangieri

 

Lei ebbe un ruolo anche a Sigonella.

«Mediai con Giulio Andreotti e Bettino Craxi nella crisi innescata dal dirottamento dell’Achille Lauro a opera di Abu Abbas, costato la vita a Leon Klinghoffer. E portai Arafat da Gaza in Vaticano a congedarsi da papa Wojtyla. “Vengo a salutarla per l’ultima volta”, esordì. “Ariel Sharon mi farà uccidere”. E così fu. Giovanni Paolo II aveva gli occhi lucidi».

 

Quando ha avuto per la prima volta la netta percezione di essere ricco?

«Sono gli altri a pensarlo, io no».

 

Senta, ma a che le servono tutte quelle auto da mezzo milione di euro l’una?

«Valgono molto di più. Ho comprato una sessantina di Rolls-Royce e una quarantina di Bentley e le ho fatte restaurare. È un mercato in crescita. Il pezzo forte è una Rolls Silver Wraith del 1957, con minibar in radica e interni personalizzati da Hermès, la maison preferita di mia moglie Wendy, console generale del Belize a Milano. Riprende il colore giallo della boutique di via Montenapoleone. Avevo anche la Jaguar del dittatore cubano Fulgencio Batista, ma l’ho donata al Museo de la Revolución dell’Avana».

l ambasciatore del belize nunzio alfredo d angieri foto di bacco (3)

 

Dove l’aveva scovata?

«Me la regalò Fidel Castro, il più magnetico capopopolo che abbia mai conosciuto. Mi concesse il monopolio su sigari e vaccini cubani in Sudamerica, tranne l’Argentina, dove l’esclusivista era Juan Martín Guevara, il fratello minore del “Che” detenuto per otto anni durante la dittatura del generale Jorge Videla».

 

Conosce Carlo III del Regno Unito.

arafat papa wojtyla

«Ovvio, è il sovrano del Belize. La prima volta lo incontrai nel 1986, grazie a una partita di polo in Inghilterra: la regola impone che lì si possa disputarla solo se hai in squadra almeno un britannico. Intrattenevo rapporti con Ronald Ferguson, padre della principessa Sarah. “Ci penso io”, mi tranquillizzò. E ci trovò il compagno di gioco: il prince of Wales».

 

Adesso lei e Carlo vi scrivete.

«Mi sono scusato per lettera quando gli ho regalato un ombrello con il manico di bambù uguale al mio, fatto a mano da Mario Talarico, artigiano di Napoli».

 

Scusato perché?

«È in tessuto blu. Colore poco reale. Ma detesto il nero. Ho 20 smoking, tutti blu, o al massimo bianchi, verdi, marron, viola. E cinque frac blu navy. Non voglio essere scambiato per un cameriere».

 

Evita anche le calze di colore blu?

arafat peres rabin nobel per la pace

«Certo. Sono fucsia. A Parigi le produce per me Charvet di place Vendôme».

 

Posso sapere quanto pesa?

«Sui 100 chili. Da campione di polo ero 57. Quindi ho abiti di tutte le taglie».

 

Chi è il suo sarto?

«Mi vesto a Torino. Un tempo era il siciliano Salvatore Collura, purtroppo scomparso. Oggi è Daniel Robu, un fuoriclasse romeno. Ho promesso a re Carlo III di presentarglielo. Ha una sartoria sociale, dove lavorano molti stranieri. Dà un futuro agli immigrati».

 

Noto che tiene slacciato l’ultimo bottone sulla manica della giacca.

«Obbligatorio, direi».

 

Chiesi a Giovanni Nuvoletti, marito di Clara Agnelli, un giudizio su coloro che hanno questo vezzo. Mi rispose: «Meschinetti. Se il sarto ha sbagliato le misure, si facciano allargare la manica».

arafat pupi dangieri

«Frequentavo Gianni Agnelli. Sul polso teneva slacciati due bottoni su tre».

 

Sa dirmi che cos’è l’eleganza?

«Cultura».

 

E il lusso?

«Trovarsi bene con sé stessi. Il maggiordomo la mattina mi stira i giornali, sennò l’inchiostro sporca le lenzuola».

 

Destina qualcosa in beneficenza?

«Molto. Ogni anno organizzo un pranzo per 300 poveri e servo in tavola. Papa Francesco mi ha detto: “Guarda che hanno già le mense. Tu devi dargli da mangiare bene!”. Perciò chiamo a cucinare Filippo La Mantia e altri chef famosi».

l ambasciatore del belize nunzio alfredo d angieri foto di bacco (2)

 

Ma lei è felice, almeno?

«Super felice. Però ho sempre davanti agli occhi una scena vista a Gaza: una palestinese costretta a partorire sull’asfalto a 50 metri dall’ospedale. Gli israeliani le avevano impedito di raggiungerlo».

 

l ambasciatore del belize pupi d angieri foto di baccopupi dangieri pupi d angeri

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”