GLI STREGONI DELLA NOTIZIA - INVENTANO BALLE, MANIPOLANO IL CONSENSO E FANNO CADERE GOVERNI, UN LIBRO DI MARCELLO FOA SPIEGA L'OPACO E SOTTERRANEO MONDO DEGLI SPIN DOCTOR - L'ITALIA IMPARÒ A CONOSCERLI AI TEMPI DELL' INGRESSO NELL'EURO –DA ALASTAIR CAMPBELL, STRATEGA DI BLAIR, A FILIPPO SENSI, PAGGIO DI MATTEUCCIO RENZI…

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Giorgio Gandola per “la Verità”

sensi renzi sensi renzi

 

Annunciare, annunciare, annunciare. La bulimia di chiacchiere del renzismo era solo in piccola parte conseguenza dell' inclinazione alla favola da parte del capo, che da ragazzino era chiamato il Bomba per quanto le sparava grosse. Ma in massima percentuale era frutto di una precisa strategia per nutrire la stampa e l' opinione pubblica con annunci roboanti: una riforma al mese (a marzo il lavoro, ad aprile la pubblica amministrazione, a maggio il fisco).

 

blair campbell blair campbell

E poi titoli senza contenuto, come certi articoli di giornale: Decreto Sblocca Italia, Rivoluzione Giustizia, Miliardi Grandi Opere. Tutto studiato, anzi tutto copiato (da Filippo Sensi, giornalista collaboratore di Matteo Renzi che aveva studiato a Londra), allo spin doctor europeo per eccellenza, quell' Alastair Campbell protagonista dell' ascesa e del declino di Tony Blair. Da qui la strategia dell' entusiasmo, l' immagine del giovane leader col gelato di Grom per attenuare l' immagine di bimbo minkia dell' euro appiccicatagli dall' Economist.

 

 

Questa narrazione distorta della realtà è il caposaldo italiano di un illuminante saggio: Gli stregoni della notizia, atto secondo (edizioni Guerini e Associati) di Marcello Foa, giornalista di lungo corso allievo di Indro Montanelli, oggi ad del gruppo Corriere del Ticino, che spiega fotografandolo in alta definizione un mondo opaco e sotterraneo ma oggi decisivo per le sorti dell' informazione e della pubblica opinione: quello degli spin doctor, gli sciamani che fabbricano le notizie al servizio dei governi.

foa gli stregoni della notizia foa gli stregoni della notizia

 

A volerli è proprio quel potere istituzionale che grida alle fake news mentre si appresta a ripristinare la censura (con il consenso delle maggioranze spaventate e con la complicità degli over the top Facebook, Twitter, Google) per controllare ancora meglio il flusso delle comunicazioni.

 

«Io sono contro la disoccupazione, però non si può negare che di fronte a certi comportamenti il licenziamento è giusto». «Da cattolico sono per la famiglia tradizionale, però non posso non essere solidale con i gay». Renzi parlava con tecnica spin, sapeva che il cervello degli elettori avrebbe messo a fuoco solo la parte compatibile con il proprio frame (frammento di verità), scartando l' altra. E avrebbe indotto tutti a pensare: è uno dei nostri.

 

renzi e obama fotografati da filippo sensi renzi e obama fotografati da filippo sensi

Diabolico, come ogni iniziativa spin, che significa «far girare vorticosamente», vale a dire imprimere alla notizia un taglio particolare e farla roteare in modo così impetuoso da ipnotizzare i media, inducendoli a far propria una determinata visione della realtà. Dalla guerra in Iraq alle crisi mediorientali, dalle primavere arabe alla fine di Muhammar Gheddafi, dal Kosovo all' Ucraina, dalla caduta di Silvio Berlusconi all' ascesa plastificata di Emmanuel Macron, dall' euro «ad ogni costo» ai più paradossali convincimenti in tema di ecologia, industria alimentare, medicina, educazione, la notizia deve fare i conti con la manipolazione.

 

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Il pericolo arriva da più fronti: dagli organi di Stato, dagli istituti di ricerca indipendenti nello statuto ma sostenuti da fondazioni di multinazionali, da Ong che di «non governativo» hanno soltanto la sigla o più subdolamente sono schierate con i nemici di quel governo. I lettori sono nel centro del mirino e i giornalisti, che quelle informazioni dovrebbero valutare-verificare-approfondire, sono sempre più l' anello debole della catena.

 

Lo spin doctor non distingue volutamente la comunicazione politica da quella istituzionale (che dovrebbe essere asettica ed equilibrata). Il primo della storia fu l' americano Ivy Lee, ribattezzato Veleno Ivy per la sua opera di mistificazione seriale della verità. Nel 1914 il magnate John D.Rockfeller, per porre fine a un lungo sciopero in una sua fabbrica, ingaggiò alcuni agenti della Guardia del Colorado che assaltarono gli stabilimenti uccidendo 20 persone, con donne e bambini bruciati vivi. Per ammansire l' opinione pubblica indignata, la compagnia ingaggiò Lee che fece passare un messaggio agghiacciante: il fuoco era stato appiccato involontariamente proprio dalle vittime, che nel trambusto rovesciarono una stufa a gasolio durante la fuga. Così Rockfeller riuscì a difendere la reputazione.

ROUSSEFF ROUSSEFF

 

Il primo a istituire un protocollo per spin doctor e ad allargare il sistema all' industria fu Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud, che nel 1929 inventò una rivoluzione planetaria: la donna che fuma. «Oggi nessuno si scandalizza più, ma per gran parte del secolo scorso questo è stato un gesto di sfida e affermazione di indipendenza femminile in una società benpensante e restia a riconoscere la parità dei diritti», scrive Foa.

 

RENZI SENSI RENZI SENSI

«Per contrastare i frequenti attacchi all' industria del tabacco, Bernays organizzò a New York durante una parata pubblica, la fiaccolata della Brigata della Libertà, durante la quale fece sfilare decine di ragazze che fumavano ostentatamente. Le immagini della manifestazione suscitarono enorme clamore nell' opinione pubblica». Obiettivo centrato, passò il messaggio che chi è anticonformista e indipendente non può non fumare. Grazie a lui la Chesterfield, che aveva commissionato la sceneggiata, triplicò in breve tempo le vendite.

 

Oggi gli spin doctor manipolano il consenso, esaltano le virtù salutistiche di qualunque prodotto, gettando nella polvere i concorrenti. E tutto ciò si diffonde con velocità supersonica grazie all' influenza dei social network.

 

L' Italia conobbe per la prima volta la potenza di fuoco degli stregoni della notizia (senza riconoscerli e con la complicità della stampa generalista) durante la campagna per l' entrata nell' euro. «Una terra promessa a cui il Paese non poteva rinunciare. C' era la necessità non solo di essere ammessi nel club dell' euro, ma di entrare nel gruppo di testa. Il frame era: anche noi nell' euro ad ogni costo.

 

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Gran parte della classe politica italiana non aveva capito cosa fosse, né aveva analizzato le implicazioni, ovvero non si era chiesto se fosse positivo per il proprio tessuto industriale, fatto di piccole e medie imprese». Quando il successivo frame (il dividendo dell' euro) non si realizzò, la colpa fu attribuita agli italiani e il ritornello fu: non è l' Europa che non funziona, siamo noi italiani a non esserne all' altezza. Una montatura.

 

La rivoluzione dei gelsomini in Tunisia è avvenuta con le stesse modalità della destituzione di Slobodan Milosevic a Belgrado e della primavera d' Egitto contro Hosni Mubarak.

ALISTAIR CAMPBELL E CHERIE BLAIR ALISTAIR CAMPBELL E CHERIE BLAIR

Non erano coincidenze, era un format (lo schema Otpor) studiato a Washington e modernizzato durante l' amministrazione di Barak Obama. Due anni fa il sistema ha ottenuto il suo trionfo supremo, contribuendo a far destituire la presidente del Brasile, Dilma Rousseff, anche per colpa di una zanzara. La zika è portatrice di un virus noto dal 1947, ma a pochi mesi dalle Olimpiadi brasiliane la psicosi venne fatta esplodere con reportage evocatori di angosce ancestrali. Si parlò di un possibile annullamento dei Giochi e le istituzioni, di solito irrobustite dai cinque cerchi, ne uscirono a pezzi.

La zika non ha infettato atleti né turisti: zero casi. Ma ha aiutato a cambiare regime. Al tempo in cui i giornali andavano via come il pane, un direttore che talvolta vediamo in tv a discettare di professione era solito dire ai suoi inviati: «Scrivimi questa storia, è così bella. Vuoi anche che sia vera?».

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