BANG! GANGSTER ALL'ITALIANA - KALASHNIKOV, AUTO IN FIAMME, TRE SUV SCHIERATI: SULL'A14 VA IN SCENA LA RAPINA HOLLYWOODIANA A UN PORTAVALORI, APERTO COME UNA SCATOLETTA DI TONNO - MA I VIGILANTES RIESCONO A FAR SCATTARE LA TINTA SULLE BANCONOTE, E I BANDITI PRENDONO UNA MINIMA PARTE

A questo punto la fuga. Alcuni prendono la Volvo di un automobilista e una parte scappa percorrendo la carreggiata opposta gettando altri chiodi a tre punte. Altri invece si sarebbero dileguati scavalcando il guard-rail e scomparendo tra i campi. Dove forse avevano altre auto...

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Alessandro Fulloni per il “Corriere della Sera

 

Le canne dei kalashnikov che spuntano dai finestrini.

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Puntate contro l' autista di un tir. Ci vuol poco a capire l' ordine: rallenta, fermati. Qualcuno grida: «Mettiti di traverso».

 

Sono le 18, il tratto dell' autostrada A14, «l' Adriatica», è quello tra i caselli di Valle del Rubicone e Cesena Sud. È in corso una rapina a un furgone blindato. Commando di banditi organizzatissimo: sono una decina in tutto, si spostano su tre suv - due Range Rover e un X5 - con un addestramento quasi militare, mephisto sul volto e indumenti da reparti speciali. Bloccano il camion e arrestano il traffico in direzione Sud. Poi lanciano chiodi a tre punte sull' altra corsia. Caos anche lì, pneumatici che scoppiano, terrore. Alcuni automobilisti addirittura tornano indietro sulla corsia d' emergenza, sfidando il traffico.

 

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Ma è solo l' inizio: con la corsia libera, i rapinatori inseguono il bersaglio, un furgone portavalori della società Civis scortato da un' auto. Obbligano a rallentare la macchina mettendosi davanti e centrandola con delle raffiche. Fermano il blindato con lo stesso sistema.

 

Alcuni dei banditi salgono sul tetto (pare non rinforzato) aperto come una scatoletta di tonno con un flessibile, la sega usata per tagliare il metallo.

Puntandogli contro i kalashnikov, il gruppo di fuoco «convince» le due guardie giurate nella parte posteriore a non reagire. Poi prelevano il contante custodito in sacche. Ma riescono a portare via solo una «minima parte» dei tre milioni trasportati perché i vigilantes riescono ad azionare il dispositivo anti-rapina: quello che fa «esplodere» una sostanza schiumogena che «tinteggia» le banconote, tracciandole e rendendole inutilizzabili.

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A questo punto la fuga. Alcuni prendono la Volvo di un automobilista e una parte scappa percorrendo la carreggiata opposta gettando altri chiodi a tre punte. Altri invece si sarebbero dileguati scavalcando il guard-rail e scomparendo tra i campi. Dove forse avevano altre auto.

 

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Prima di svanire hanno incendiato i suv per non lasciare tracce e per rendere ancora più complicato l' arrivo di carabinieri e polizia.

 

Dopo l' allarme sono scattati i posti di blocco lungo la dorsale adriatica, soprattutto a ridosso dei caselli più vicini, quelli del Cesenate e soprattutto del Riminese. Un elicottero della Polaria si è alzato in volo da Bologna per cercare i fuggitivi. Sulla A14, chiusa a lungo in entrambe le direzioni, si sono formate lunghissime code. Le indagini sono condotte dagli investigatori della squadra mobile di Forlì coordinati dal procuratore Sergio Sottani.

 

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I numerosi colpi esplosi sono stati esaminati dalla Scientifica per capire se si tratti di armi usate per altre rapine.

 

L' A14 è stata infatti in passato teatro di assalti. Il più recente il 26 aprile, tra i caselli di Pescara Sud e Pescara Ovest. Il 30 settembre del 2015 un altro assalto a colpi di kalashnikov ad Ancona fruttò un bottino di circa di 5 milioni di euro. Ma il colpo più spettacolare fu il 30 giugno del 2008, nel Bolognese. Un raid in cui vennero impiegate quattro auto. Quella volta il bottino fu superiore ai tre milioni di euro.

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