denise pipitone

DICIASSETTE ANNI E UNA SOLA DOMANDA: DOV’È DENISE PIPITONE? – L’ENNESIMO SCHIAFFO ALLA FAMIGLIA ARRIVA DAL GIP DI MARSALA CHE HA ARCHIVIATO L’INDAGINE SULLA SCOMPARSA DELLA BAMBINA CHE COINVOLGEVA, TRA L’ALTRO, ANNA CORONA, L’EX MOGLIE DEL PADRE – PER IL GIUDICE LE ACCUSE CONTRO DI LEI SONO “INSUSCETTIBILI DI ESSERE VAGLIATE IN GIUDIZIO” PERCHÉ FRUTTO DELLA PAROLA DI DUE FINTI TESTIMONI CHE HANNO RIFERITO PARTICOLARI APPRESI DALLA TV – E TRA DEPISTAGGI, FALSE SEGNALAZIONI E PISTE COSTRUITE IN TELEVISIONE, LA VERITÀ È ANCORA LONTANA…

Giu.Sca. per "il Messaggero"

denise pipitone PIERA MAGGIO

 

Il mistero dura da 17 anni. Nessuna indagine è riuscita a fare luce, a scoprire i responsabili del suo sequestro. E anche l'ultima inchiesta, ieri, è stata archiviata. Dal primo settembre del 2004 di Denise Pipitone non si sa nulla. Sparita. Della bambina di Mazara del Vallo, che non aveva ancora 4 anni quando è stata rapita, non si è riusciti a scoprire la verità. Le forze dell'ordine non sono state in grado di trovarla e restituirla ai genitori.

 

denise pipitone

Denise viveva con la mamma, Piera Maggio, e con Tony Pipitone, il padre che l'ha riconosciuta. In quel paese sperduto in provincia di Trapani, la cercarono ovunque. Si parlò del padre biologico di Denise, Piero Pulizzi, delle gelosie di Jessica, che di Denise è sorellastra. E fin da subito gli inquirenti si concentrarono sulla pista familiare. Jessica Pulizzi, anche lei minorenne, venne indagata per concorso in sequestro di persona insieme all'ex fidanzato Gaspare Ghaleb, processata ma infine venne assolta per insufficienza di prove.

denise pipitone

 

L'ULTIMA INCHIESTA Un colpevole a tutti i costi, a prescindere dalla verità non serve a nessuno. Al sistema giudiziario, ai familiari della piccola Denise, all'opinione pubblica, «che da sempre segue con estremo interesse la drammatica vicenda di cronaca». È netto il gip di Marsala che in un provvedimento di 30 pagine spiega perché, accogliendo la richiesta della Procura, ha deciso di archiviare l'indagine sulla scomparsa della piccola Denise.

 

ANNA CORONA

Dopo l'assoluzione ormai definitiva della sorellastra erano stati iscritti nel registro degli indagati, in una nuova inchiesta avviata a maggio, la madre della ragazza Anna Corona, ex moglie del padre naturale della bambina, un ex testimone nel frattempo deceduto, Giuseppe Della Chiave, Paolo Erba e Antonella Allegrini che si erano inventati di sana pianta di essere a conoscenza di alcuni particolari sulla scomparsa di Denise. Dalle «indagini lunghe e incredibilmente vaste» della procura non sono emersi elementi sufficienti a sostenere un'accusa in giudizio, dice il gip che va oltre scrivendo «che non è dato neppure immaginare come potrebbe essere formulato dal pubblico ministero, anche sommariamente, un capo di imputazione nei confronti della Corona».

DENISE PIPITONE

 

«Ogni ipotesi accusatoria a suo carico - spiega - appare al momento assolutamente insuscettibile di essere vagliata in giudizio e, ancor meno, di condurre a una affermazione di responsabilità. Il caso è tornato all'attenzione dei media dopo la notizia data da una tv russa del ritrovamento della bambina, poi smentito dall'esame del dna».

maria angioni 2

 

FINTI TESTIMONI Da allora si sono susseguite false segnalazioni al legale della madre di Denise, testimoni inattendibili e le dichiarazioni di una ex pm, che indagò su Denise nel 2004, che avrebbe raccolto novità sulla vicenda e che ora si trova indagata per false informazioni al pm. Nell'archiviazione il giudice parla di «condizionamento e inquinamento probatorio che può derivare ed è derivato dalla trattazione mediatica del caso di cronaca e dei suoi risvolti giudiziari».

 

ANNA CORONA

Il riferimento è ai due falsi testimoni che hanno inventato di essere a conoscenza diretta di particolari sulla scomparsa della bambina che incastravano l'ex moglie del padre naturale e che invece, hanno dimostrato i pm, li avevano appresi dalla televisione. «Con tali considerazioni - prosegue il giudice - non si intende certo incoraggiare il silenzio o la reticenza di chi - anche col privilegio del dubbio - possa fornire informazioni di qualsiasi tipo potenzialmente utili alle indagini; al contrario: si ritiene fermamente che sia compito della magistratura vagliare con scrupolo qualsivoglia pista percorribile nella ricerca della verità, anche e soprattutto a distanza di così lungo tempo dai fatti, quando ogni appiglio investigativo appare meritevole di approfondimento».

denise pipitone

 

«Ma se nell'incoraggiare chi sa a parlare è un notevole contributo può derivare (laddove non sia sufficiente il senso civico), ed è nella specie derivato, proprio dalla diffusività dei media, deve tuttavia sottolinearsi come purtroppo, nel caso di specie, quello che la Procura ha definito il corto circuito mediatico/giudiziario che si è venuto a creare abbia anche ingenerato, molto pericolosamente, false piste e inutili speranze». L'archiviazione, però, ci tiene a sottolinearlo il gip «non significa abbandonare ogni speranza o concreta possibilità di far luce sull'andamento dei fatti.

DENISE PIPITONE PIERO PULIZZI

 

Anzi, come sottolineato dal pm è interesse della Procura, è interesse della magistratura nel suo insieme perseguire la verità e continuare a indagare laddove auspicabilmente emergano ulteriori elementi suscettibili di approfondimento per comprendere cosa sia accaduto Denise e perseguire penalmente i responsabili del suo sequestro».

DENISE PIPITONEANNA CORONAPIERA MAGGIO MADRE DI DENISE PIPITONE DENISE PIPITONEgiacomo frazzitta, l'avvocato di piera maggioanna corona, ex moglie di pietro pulizzidenise pipitonejessica pulizzi, definitivamente assolta nel luglio 2017pietro pulizzi denisepietro pulizzi e piera maggio 1pietro pulizzi e piera maggioDENISE PIPITONEchi l'ha visto su denise pipitone 4piera maggio a chi l'ha visto 1denise pipitone

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…